<\/a><\/em><\/p>\nRiabilitazione<\/em> \u00e8 la seconda delle tre grandi parole programmatiche che la moderna civilt\u00e0 del Welfare State<\/em> ha lanciato a beneficio del disa-bile o dell\u2019anziano ancora aperto alla vita.<\/p>\nE l\u2019antropologia teologica, che alla luce della Rivelazione s\u2019interessa dell\u2019uomo con la consueta, immancabile, maniacale preferenza per l\u2019uomo debole, non pu\u00f2 tirarsi indietro. Questo, perch\u00e9 la Chiesa del Concilio ha imparato dal suo Signore ad aprirsi al positivo che – anche senza di lei, anche contro di lei – altre correnti di pensiero hanno messo a punto. Ma a sua volta la Chiesa chiede agli altri di aprirsi al contributo che essa pensa di poter e dover dare, nel contesto di un pluralismo in positivo<\/em> autentico. E questo contributo consiste nella corretta comprensione della frase pi\u00f9 ovvia di tutta la nostra fede: \u201cCristo \u00e8 risorto\u201d.<\/p>\nBattuta definitivamente la morte, non come individuo isolato, ma come \u201cprimizia di coloro che sono morti\u201d (1Cor<\/em> 15,20), il Risorto \u00e8 presente e operante, al di l\u00e0 del fatto che gli uomini ne abbiano coscienza, nel cuore della storia: della storia delle persone e della storia del mondo, poich\u00e9 \u00e8 \u201casceso al cielo per riempire tutte le cose\u201d (Ef<\/em> 4,10).<\/p>\nSe riprendiamo il solco scavato dall\u2019aratro di Serenth\u00e0, ci rendiamo conto, o per lo meno intuiamo che il misterioso ma attivissimo cordone ombelicale che ci collega a Cristo fa s\u00ec che la sua Risurrezione si cali nel fluire oscuro e contraddittorio della storia di ogni uomo, e venga – in qualche modo e in una certa misura – anticipata e prefigurata in quegli interventi con cui l\u2019uomo, collaborando con l\u2019amore di Dio, promuove su questa terra lo sviluppo e il recupero della persona umana in tutte le sue dimensioni spirituali, psichiche, corporee.<\/p>\n
Quella che gli uomini chiamano impersonalmente \u201cvoce della coscienza\u201d in realt\u00e0 \u00e8 la voce dello Spirito santo; \u00e8 Lui che motiva e sostiene l\u2019impegno a riabilitare chi ha perduto in parte l\u2019agibilit\u00e0 del proprio corpo, perch\u00e9 da quando Cristo \u00e8 risorto, tutto pu\u00f2 essere Pasqua. Tutto: \u00e8 Pasqua l\u00e0 dove un uomo passa dalla paura al coraggio di vivere, \u00e8 Pasqua l\u00e0 dove un uomo passa dall\u2019ignoranza alla sapienza, \u00e8 Pasqua l\u00e0 dove un uomo passa dall\u2019inerzia al dono di s\u00e9, \u00e8 Pasqua l\u00e0 dove un uomo passa dalla povera autosufficienza di s\u00e9 all\u2019obbedienza a Dio.<\/p>\n
\u00c8 Pasqua l\u00e0 dove un uomo non s\u2019arrende all\u2019insulto di un ictus che l\u2019ha privato dell\u2019uso di una parte del suo corpo, ma fa del tutto per recuperarlo. E da parte dell\u2019operatore, l\u2019esercizio di quello che abbiamo qualificato come \u201cdiritto-dovere alla riabilitazione\u201d si rivela come un inserirsi dell\u2019uomo nel piano di Dio; un\u2019attiva, libera, responsabile collaborazione alla futura risurrezione, un \u201ctirare la vita eterna che verr\u00e0 dentro la storia feriale che sta passando\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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