{"id":30258,"date":"2015-02-10T19:15:36","date_gmt":"2015-02-10T17:15:36","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=30258"},"modified":"2015-05-22T10:45:19","modified_gmt":"2015-05-22T08:45:19","slug":"la-legge-e-la-misericordia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-legge-e-la-misericordia\/","title":{"rendered":"La legge e la misericordia"},"content":{"rendered":"

Nel primo capitolo del\u00a0Vangelo di<\/i> Marco<\/i>\u00a0si descrive l\u2019avvio dell\u2019attivit\u00e0 pubblica di Ges\u00f9. I canali attraverso cui inizialmente si manifesta la portata divina della sua presenza sono due: l\u2019autorevolezza dell\u2019insegnamento e il potere di operare miracoli. Nel brano di questa domenica si parla della seconda modalit\u00e0. Ges\u00f9 si trova di fronte alla disperazione di un lebbroso. Il lebbroso \u00e8 il reietto per eccellenza, \u00e8 l\u2019impuro, il castigato da Dio e dallo stigma sociale. Al tempo di Ges\u00f9, chiunque avesse incontrato un lebbroso era tenuto a gridare a tutti: \u201cImpuro! Impuro!\u201d (Lv<\/em> 13,45). Ma la disperazione, oggi come allora, non si cura delle prescrizioni.<\/p>\n

Il lebbroso avverte che, inaspettatamente, una possibilit\u00e0 di salvezza si \u00e8 presentata anche per lui: riconosce il Cristo, trascina il suo povero corpo, si inginocchia, lo supplica. Il Figlio dell\u2019uomo non pu\u00f2 rimanere indifferente, prova compassione, patisce insieme (cum-patior<\/em>). La logica della misericordia anche in questo caso \u00e8 superiore alla logica della legge. All\u2019istante Ges\u00f9 unisce gesto e parola (\u201clo tocc\u00f2 e gli disse…\u201d) e guarisce il lebbroso. Diceva G. K. Chesterton con acume: \u201cUn miracolo \u00e8 impressionante, ma \u00e8 semplice. \u00c8 semplice perch\u00e9 \u00e8 un miracolo\u201d. Nella linearit\u00e0 della logica evangelica, l\u2019immediatezza del comportamento di Cristo ci interroga profondamente. Ci chiama alla domanda su quali possano essere ai nostri occhi i reietti dei nostri tempi, dei nostri luoghi. Ci chiama alla domanda su quali possano essere quelle persone, quelle situazioni, quelle scelte che quotidianamente siamo pronti a passare per il filo della nostra legge anzich\u00e9 a portare nell\u2019abbraccio della misericordia evangelica.<\/p>\n

Ma Ges\u00f9 ci interroga anche con la modalit\u00e0 in cui la risposta viene data al lebbroso. Se in quel \u201cguarisci\u201d si palesa la potenza divina del Salvatore, \u00e8 di un\u2019umanit\u00e0 disarmante il \u201clo voglio\u201d che Ges\u00f9 concede al \u201cse vuoi, puoi guarirmi\u201d del lebbroso. \u00c8 il Divino che si pone al servizio dell\u2019Umano, fino a farsi servo della domanda che l\u2019uomo pone a Dio. \u00c8 la tenerezza di un Dio che forse pi\u00f9 spesso andrebbe interpellato nelle nostre piccole e grandi lebbre quotidiane: proprio perch\u00e9 esiste il margine della risposta. \u00c8 il tocco di Ges\u00f9 che guarisce, il tocco che aveva guarito la suocera di Simon Pietro: solo il contatto con la sua persona che salva, nello stile di una carezza che giunge dove la legge non pu\u00f2 giungere.<\/p>\n

Un istante dopo la guarigione, Ges\u00f9 sembra spiazzarci: ammonisce severamente il miracolato (il verbo embrim\u00e0o<\/em> significa proprio \u201cstrapazzare\u201d), e gli intima di consegnare l\u2019ufficialit\u00e0 della guarigione ai sacerdoti, come prescritto dalla legge (cfr. Lv<\/em> 14). La storia, infatti, passa anche per la Legge, che Ges\u00f9 conosce e che vuole rinnovare dall\u2019interno. Ges\u00f9 non \u00e8 un rivoluzionario come falsamente insinueranno scribi o farisei, o meglio, non \u00e8 il profeta di una piccola rivoluzione ideologica. La guarigione del lebbroso e l\u2019annuncio della possibilit\u00e0 della misericordia sono le scintille della portata messianica che genera l\u2019irruzione del Divino nella Storia. Ciononostante, la consegna del silenzio viene subito trasgredita, e il mondo inizia prepotentemente a rendersi conto che la Storia stava iniziando a vivere la sua cesura pi\u00f9 importante.<\/p>\n

Per quanto ci riguarda, l\u2019epilogo di questa vicenda \u00e8 essenziale perch\u00e9 racconta di nuovo come la dialettica misericordia-legge sia in realt\u00e0 un falso problema, nella misura in cui si tratta di due realt\u00e0 relative a piani distinti. La legge esprime un contenuto e orienta situazioni generali nelle quali uomini e donne possono sovente trovarsi; la misericordia costringe al confronto con ci\u00f2 che \u00e8 assolutamente individuale e irripetibile, al punto che sfugge a ogni generalizzazione, tanto che i miracoli di Ges\u00f9 non sono per tutti i lebbrosi ma solo per qualche lebbroso. C\u2019era una legge che vietava il contatto con gli impuri. Grazie a quell\u2019attimo eterno del tocco leggero di Ges\u00f9, si apre nella legge uno spazio di assoluta libert\u00e0 che racconta contenuti nuovi.<\/p>\n

Non sappiamo se, vedendo arrivare il lebbroso guarito, quei sacerdoti abbiano colto questa possibilit\u00e0; non sappiamo se nel Tempio sarebbe passato un momento insondabile di tenerezza. Sappiamo che la potenza di Ges\u00f9 crea sempre nuove realt\u00e0. A noi sta offrire le nostre ferite, ma anche i nostri dubbi e le nostre certezze, perch\u00e9 col Suo tocco diventino sorgente non di ansia ma di pace, non di falsa coerenza ma di verit\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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