{"id":30117,"date":"2015-01-30T17:28:29","date_gmt":"2015-01-30T15:28:29","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=30117"},"modified":"2015-02-01T13:32:44","modified_gmt":"2015-02-01T11:32:44","slug":"shoah-a-perugia-lincontro-di-due-donne-dopo-70-anni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/shoah-a-perugia-lincontro-di-due-donne-dopo-70-anni\/","title":{"rendered":"Shoah: a Perugia l\u2019incontro di due donne dopo 70 anni"},"content":{"rendered":"
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Anche se sono ormai trascorsi 70 anni dalla Shoah, durante la quale morirono e furono perseguitati milioni di ebrei, sono ancora tante le storie inedite, risalenti a quel periodo che, talvolta, emergono. Una di queste \u00e8 quella presentata al Centro ecumenico San Martino il 26 gennaio, su iniziativa del Centro ecumenico stesso e dell\u2019Associazione Italia Israele di Perugia.<\/p>\n

\u201cLe storie \u2013 sottolinea il responsabile del Centro, mons. Elio Bromuri \u2013 vanno rivissute per metterne in luce i lati migliori. Dobbiamo, pertanto, raccogliere questa testimonianza come un\u2019eredit\u00e0 poich\u00e9 \u00e8 un \u2018sollievo\u2019 in un mare di tristezza\u201d. Protagoniste Maddalena Falchetti e Francesca Montalcini, due signore di 83 e di 77 anni che vissero sulla propria pelle la Shoah e, dopo aver perso i contatti, si sono riviste con grande emozione, dopo 70 anni, accompagnate da figli e nipoti, luned\u00ec al Centro ecumenico nell\u2019incontro volutamente organizzato in occasione della Giornata della Memoria. Gianfranco Cialini dai ricordi di Maddalena, dopo tre anni di ricerche complicate vista la carenza di documenti ed informazioni, ha ricostruito la vicenda della famiglia Montalcini che, di origini ebree, aveva lasciato Roma per sfuggire alle persecuzioni naziste anche se Francesca e i suoi genitori sono cristiani. Erano in Umbria, a San Marco di Montefalco dove avevano una casa quando, nel novembre 1943, il regime impone l\u2019arresto degli ebrei. La famiglia Montalcini cerca un rifugio e grazie a don Francesco Pillai, rettore del Collegio dei Salesiani di Trevi, lo trova a Manciano, un paesino tra i monti di Trevi dove vengono accolti dalla famiglia Falchetti, presso la quale rimasero fino al 16 giugno 1944, quando gli Alleati liberarono Foligno. Le due bambine vengono separate e non avranno pi\u00f9 contatti fino al 5 settembre 2012, dopo oltre 68 anni. La storia \u00e8 stata ricostruita da Gianfranco Cialini partendo dai ricordi di bambina di Maddalena e dopo tre anni di ricerche \u00e8 riuscito a mettere in contatto le due donne e far s\u00ec che si incontrassero di nuovo. Grazie al suo contributo e a quello di Luigi, figlio di Maddalena, le due donne si sono potute riabbracciare. Dalle testimonianze delle due signore emerge la grande saggezza dei genitori di entrambe, che riuscirono a far trascorrere loro un\u2019infanzia serena, nonostante il momento tragico.<\/p>\n

\u201cAll\u2019epoca \u2013 racconta Maddalena \u2013 io avevo 11 anni e Francesca 5 anni ed eravamo spensierate. Avvertivamo il senso della guerra, ma i nostri genitori ci proteggevano sempre e il legame che si cre\u00f2 tra me e Francesca fu davvero forte. La nostra \u2013 prosegue la signora Falchetti \u2013 era una zona frequentata dai partigiani, ma di tutte le persone che ho incontrato, sebbene siano trascorsi tanti anni, ricordo perfettamente nome e cognome e fisionomia solamente dei componenti della famiglia Montalcini\u201d. Ricordi vivi, anche se lontani e frammentati, sono quelli della signora Francesca. \u201cPer fortuna ero troppo piccola ma, anche se solo mediante piccoli flash imprecisi, ricordo la grande serenit\u00e0 e l\u2019affetto con i quali ci accolsero i Falchetti. Siamo fuggiti da Roma di notte e i miei genitori mi dissero che andavamo in vacanza in campagna e per me cos\u00ec \u00e8 stato\u201d.<\/p>\n

Nei sette mesi trascorsi insieme, le due bambine ignorano la realt\u00e0 delle cose. Ricostruiscono il \u201cmosaico\u201d solo molti anni dopo ricollegando ricordi e frasi raccolte dai genitori che di quel periodo non hanno mai parlato conservando nel segreto della memoria quei giorni di nascondimento e di paura. La piccola Maddalena, infatti, della sua piccola amica Francesca sapeva quello che la gente del paese sapeva e cio\u00e8 che i Montalcini erano l\u00ec perch\u00e9 sfollati in seguito ai bombardamenti di Roma, come tanti altri. \u201cHo scoperto che erano di origini ebree solo anni dopo quando me lo disse mia madre\u201d.<\/p>\n

Dobbiamo ricordare questi avvenimenti \u2013 ha detto Cialini – soprattutto quando sono gli stessi protagonisti a parlarcene e prima che si perda del tutto la memoria\u201d. \u201cAll\u2019inizio non volevo che si parlasse di questa storia poich\u00e9 mi dicevo che se mio nonno non ne aveva mai fatto menzione dovevamo rispettare la sua riservatezza\u201d ha detto Carla Emiliani, figlia di Maddalena, docente universitaria. Poi, per\u00f2, \u201criflettendo sul valore della memoria, ho convenuto \u2013 ha aggiunto – che questa vicenda non poteva cadere nel dimenticatoio, poich\u00e9 \u00e8 portatrice di uno straordinario messaggio di solidariet\u00e0 che noi tutti dobbiamo tramandare alle nuove generazioni\u201d. Testimonianze importanti, spesso celate nella memoria dei protagonisti, ha detto Alberto Krachmalnicoff presidente dell\u2019Associazione Italia Israele di Perugia, evidenziando il fatto che \u201cdall\u2019Umbria non sono partiti ebrei per i campi di sterminio grazie ad una solidariet\u00e0 diffusa tra la gente, anche tra i fascisti, e all\u2019opera di preti e religiosi che oggi sono \u2018Giusti delle Nazioni\u2019\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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