{"id":29938,"date":"2015-01-23T15:44:31","date_gmt":"2015-01-23T13:44:31","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29938"},"modified":"2015-07-07T15:02:58","modified_gmt":"2015-07-07T13:02:58","slug":"disinformati-e-distratti-si-ma-non-idifferenti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/disinformati-e-distratti-si-ma-non-idifferenti\/","title":{"rendered":"Disinformati e distratti s\u00ec, ma non idifferenti"},"content":{"rendered":"

\"gmg-madrid-Foto-Giorgio-Valdisserri\"<\/a>Giovani vandali senza pi\u00f9 il senso del Sacro<\/h3>\n

I fatti avvenuti nel periodo delle festivit\u00e0 natalizie<\/strong><\/p>\n

Le festivit\u00e0 natalizie hanno visto succedersi atti di vandalismo ai danni di oggetti sacri. Un esempio su tutti, il furto del Bambinello, a santo Setfano, dal grande presepe allestito dalla Caritas diocesana in piazza IV Novembre a Perugia; i responsabili sono stati riconosciuti in due studenti universitari fuori sede.<\/p>\n

Invece in via Tilli, zona Cortonese, \u00e8 stata colpita da atti vandalici la statua della Madonna a cui \u00e8 stata dedicata da anni una piccola edicola nei giardini condominiali. I vandali hanno buttato in terra e spaccato la rappresentazione della Vergine, e ci hanno orinato sopra.<\/p>\n

La notte fra il 3 e 4 gennaio \u00e8 stato imbrattato a pennarello e trafugato, di nuovo, il Bambinello di piazza IV Novembre. I responsabili, due studenti di 23 e 24 anni, si giustificano definendo l\u2019atto \u201cuna goliardata\u201d.<\/p>\n

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\u201cIl buio della notte \u00e8 solo un colore del cielo\u201d<\/h3>\n

I recenti atti di vandalismo contro statue e immagini sacre ci offrono lo spunto per porre alcune domande pi\u00f9 ampie sul rapporto dei giovani con il Sacro. Le abbiamo fatte alla dott.ssa Laura Dalla Ragione<\/strong>, psicoterapeuta.<\/p>\n

Cosa pu\u00f2 spingere un giovane a compiere atti di vandalismo come questi?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl vandalismo \u00e8 indicatore di una disaffezione verso le persone e le cose, che perdono la loro dimensione sacra. Cos\u00ec come scompaiono gli ideali, anche gli oggetti, nel consumismo, perdono la loro dimensione simbolica. Ecco allora il desiderio di distruggere oggetti che appartengono al Sacro: atti che esprimono la fine del Simbolico, dimensione senza la quale per\u00f2 l\u2019essere umano non pu\u00f2 vivere. Oggi la dimensione del Sacro non \u00e8 completamente persa nei giovani, ma si \u00e8 sicuramente allontanata dal loro orizzonte\u201d.<\/p>\n

Ma se si perde la dimensione del Sacro, quali altri valori restano ai giovani?<\/strong><\/p>\n

\u201cSicuramente questa \u00e8 un\u2019\u2018epoca delle passioni tristi\u2019, come dice il titolo di un bellissimo libro. L\u2019essere umano pu\u00f2 sopravvivere al dolore, alla sofferenza pi\u00f9 inaudita, ma non pu\u00f2 vivere nell\u2019insignificanza, che diventa per lui intollerabile, dis<\/em>-umana. E la dimensione simbolica fa parte della costruzione di questa rete di significati che appartengono a ognuno di noi, ma anche a tutti. Il valore del Simbolico \u00e8 indispensabile per costruire la rete della comunit\u00e0, il senso dell\u2019appartenenza. E oggi sicuramente c\u2019\u00e8 una enorme difficolt\u00e0 nei ragazzi – per fortuna, non in tutti – a costruire un sistema valoriale, ideale, che si differenzi da quello dell\u2019adulto\u201d.<\/p>\n

Per questo \u00e8 necessario organizzare corsi per diventare genitori, come \u201cL\u2019importanza di chiamarsi genitori\u201d a cui sta prendendo parte?<\/strong><\/p>\n

\u201cS\u00ec, credo che oggi pi\u00f9 di ieri sia necessario aiutare la genitorialit\u00e0, sopratutto nelle domande che questo compito ci pone. Ad esempio, quanti genitori, nel passato, si ponevano la domanda di felicit\u00e0 rispetto alla vita dei propri figli? Su altre dimensioni si giocava la partita delle attese e delle disillusioni genitoriali: gli studi, il lavoro, il matrimonio… Oggi, l\u2019impalcatura \u00e8 cambiata. La felicit\u00e0 sembra essere diventata condizione sufficiente a garantire il senso della propria vita. Quindi, oggi la prima delusione vera per un ragazzo diventa una catastrofe intollerabile. Allora, come genitori, come educatori, dovremmo insegnare ai ragazzi che ogni felicit\u00e0 conosce la sua ombra, il segreto sta nell\u2019accettarla. Perch\u00e9, in fondo, il buio della notte \u00e8 solo uno dei colori del cielo\u201d.<\/p>\n

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\"Il<\/a>
Il presepe delle Logge di Braccio di Perugia senza bambinello<\/figcaption><\/figure>\n

Se ne parla in oratorio<\/h3>\n

Gli atti di vandalismo avvenuti nel corso delle festivit\u00e0 natalizie appena trascorse – che hanno visto come protagonisti anche dei giovani – hanno spinto molti di quanti operano tutti i giorni al fianco dei ragazzi a porsi e porre delle domande. \u00c8 il caso dell\u2019oratorio \u201cGiovanni Paolo II\u201d, in cui ruotano almeno 180 tra ragazzi delle medie e adolescenti delle parrocchie di Ponte della Pietra, Prepo e San Faustino. Nel corso della settimana appena trascorsa, a pochi giorni di distanza dai fatti di cronaca sopracitati, gli educatori dell\u2019oratorio – tra cui Simone Biagioli<\/strong>, coordinatore delle attivit\u00e0 e progetti – hanno deciso di parlare ai ragazzi proprio di questi avvenimenti.<\/p>\n

Simone, perch\u00e9 questa idea e qual \u00e8 stata la reazione dei ragazzi?<\/strong><\/p>\n

\u201cInnanzitutto, abbiamo voluto essere in comunione con la Chiesa diocesana e abbiamo recitato il rosario come preghiera di riparazione. Poi abbiamo voluto raccontare ai ragazzi i fatti: il furto del Bambinello del presepe della Caritas, ma anche la distruzione e profanazione della statua della Madonna di via Tilli. I ragazzi sono stati particolarmente attenti, ascoltavano a occhi sgranati, anche perch\u00e9 non conoscevano questi fatti. La loro prima parola \u00e8 stata \u2018dispiacere\u2019, cio\u00e8 amarezza, il sentirsi feriti di fronte a questi gesti. Specialmente nel caso della Madonna di via Tilli c\u2019\u00e8 stato da parte loro un giudizio tagliente e una condanna forte, forse anche maggiore di quella di noi adulti\u201d.<\/p>\n

I ragazzi non conoscevano i fatti? Come \u00e8 possibile?<\/strong><\/p>\n

\u201cS\u00ec, infatti, questo \u00e8 un grande problema. Intorno ai nostri ragazzi non c\u2019\u00e8 quel terreno fertile capace di educarli, o anche solo di informarli, di fargli porre l\u2019attenzione su ci\u00f2 che davvero importa. La loro disinformazione ci ha molto colpiti. Ma cos\u2019altro potremmo aspettarci? La famiglia non informa pi\u00f9, i genitori sono spesso del tutto disinteressati a ci\u00f2 che accade e che riguarda i loro ragazzi: sono tutti concentrati a riempire la dimensione materiale e non quella spirituale. La scuola e la societ\u00e0 civile, invece, sempre pi\u00f9 spesso, sono occupate a dis-informare\u201d.<\/p>\n

C\u2019\u00e8 quindi il rischio che nei giovani si perda del tutto la dimensione del Sacro?<\/strong><\/p>\n

\u201cNo, non credo. C\u2019\u00e8 nei giovani, comunque, una sete nei confronti del Sacro che non si \u00e8 spenta, perch\u00e9 \u00e8 sete di conoscere se stessi, di andare oltre, alle domande fondamentali della vita. Il problema, quindi, non sono i ragazzi ma noi adulti, che stiamo spegnendo questa fiamma della ricerca, trasmettendo loro il messaggio che la ricerca del Sacro non \u00e8 importante. Di conseguenza si perde anche quel \u2018timor di Dio\u2019 che caratterizzava l\u2019atteggiamento di rispetto nei confronti degli oggetti sacri. \u00c8 un problema antropologico, prima ancora che teologico\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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