{"id":29931,"date":"2015-01-23T15:10:35","date_gmt":"2015-01-23T13:10:35","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29931"},"modified":"2015-01-23T15:10:35","modified_gmt":"2015-01-23T13:10:35","slug":"umbria-riforma-elettorale-lopposizione-lascia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/umbria-riforma-elettorale-lopposizione-lascia\/","title":{"rendered":"Umbria, riforma elettorale: l\u2019opposizione \u201clascia\u201d"},"content":{"rendered":"
\"Raffaele<\/a>
Raffaele Nevi (Forza Italia) e Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d\u2019Italia) in Consiglio regionale<\/figcaption><\/figure>\n

In Senato si consuma la lotta interna al Pd. Ma anche in Forza Italia per l\u2019approvazione dell\u2019Italicum<\/em>, in Umbria, pi\u00f9 \u2018modestamente\u2019, si assiste all\u2019abbandono – da parte di tutti i gruppi di opposizione – dei lavori della Commissione Statuto, dove si sta discutendo la nuova legge elettorale. Si va verso l\u2019approvazione di una legge votata solo dalla maggioranza, e tramonta quindi l\u2019ipotesi di un testo condiviso. \u201cNoi \u2013 ha spiegato in una nota il capogruppo di Forza Italia Raffaele Nevi<\/strong> \u2013 non parteciperemo pi\u00f9 ai lavori. I modi procedurali scelti dalla maggioranza di questo organismo, impegnato nell\u2019elaborazione della legge elettorale, non sono consoni al livello politico e istituzionale che la definizione di regole di democrazia fondamentali come quelle elettorali richiedono\u201d. Per Nevi, \u201cla maggioranza considera la Commissione Statuto il luogo di ratifica di scelte fatte nelle stanze dei partiti di centrosinistra, che rispondono solo a becere logiche di convenienza elettorale. E questo \u00e8 inaccettabile\u201d. Sulla base del testo base elaborato dal Pd per la nuova legge, sono stati votati e approvati articoli che riguardano l\u2019introduzione del collegio unico, il turno unico e una percentuale massima di donne in lista pari al 60%. Tra le norme approvate, quelle relative alla rappresentanza regionale dei consiglieri senza obbligo di vincolo di mandato, e alla doppia preferenza di genere.<\/p>\n

Quanto alle firme necessarie per presentare le liste: ne serviranno da 1.500 a 2.000, ma per la prima applicazione il loro numero sar\u00e0 dimezzato. Se la nuova legge elettorale non ha trovato una mediazione capace di intercettare le diverse proposte ma ha mostrato la maggioranza di centrosinistra compatta, il voto per i tre \u2018grandi elettori\u2019 umbri per scegliere il 29 gennaio<\/strong> il nuovo Presidente della Repubblica ha fatto emergere qualche crepa. Indubbiamente, qualche assessore o consigliere regionale non si sente molto sicuro del proprio futuro, e ha voluto farlo capire. Rappresenteranno l\u2019Umbria la presidente Catiuscia Marini, il presidente dell\u2019assemblea, Eros Brega, e il consigliere d\u2019opposizione Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d\u2019Italia), ma l\u2019esito del voto ha suscitato pi\u00f9 di un interrogativo. Si dir\u00e0 che sono le tipiche fibrillazioni in periodo elettorale, ma denotano malcontento. Con voto segreto, limitato a una preferenza, Lignani Marchesani ha ottenuto 12 voti, Brega 9 e Marini 8. Ci sono stati anche un voto per Fiammetta Modena (che ha ceduto il passo a Lignani Marchesani) e uno per Sergio Cofferati, che dopo le vicende legate alle primarie in Liguria ha lasciato il Pd in aperta polemica con il segretario Matteo Renzi. Secondo gli accordi interni alla maggioranza, la Marini avrebbe dovuto ottenere un voto in pi\u00f9 rispetto a Brega, e invece si \u00e8 registrato il contrario. Insomma, la volata per le candidature \u00e8 cominciata e, come al solito, si stanno rincorrendo le voci sui \u2018passaggi di casacca\u2019.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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