{"id":29915,"date":"2015-01-23T14:38:19","date_gmt":"2015-01-23T12:38:19","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29915"},"modified":"2015-08-07T15:20:22","modified_gmt":"2015-08-07T13:20:22","slug":"charlie-hebdo-e-lislam-la-parola-a-padre-pierli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/charlie-hebdo-e-lislam-la-parola-a-padre-pierli\/","title":{"rendered":"\u201cCharlie Hebdo\u201d e l\u2019islam: la parola a padre Pierli"},"content":{"rendered":"
\"Folla<\/a>
Folla riunita in Union Square a New York il 7 gennaio in memoria delle vittime di Charlie Hebdo<\/figcaption><\/figure>\n

Dobbiamo avere paura dell\u2019islam? \u00c8 una domanda che molte persone si pongono; cerchiamo di abbozzare una risposta. La mia \u00e8 semplice: la domanda \u00e8 mal posta! La paura \u00e8 gi\u00e0 presente in tutto il mondo, sia tra i cristiani che tra i mussulmani. La si vede dagli innumerevoli episodi di ostilit\u00e0 e aggressivit\u00e0. Quello che \u00e8 successo in Francia \u00e8 un esempio eclatante, ma con una differenza: i morti europei fanno notizia e muovono i Capi di Stato e di governo. (E poi la saga delle due ragazze italiane, Vanessa e Greta, in Siria\u2026). I morti dell\u2019Iraq, Siria, Nigeria, Kenya, Sudan non impressionano nessuno o quasi. Ora, con il sangue in Europa, non si pu\u00f2 pi\u00f9 fare finta di non vedere!<\/p>\n

Quindi il problema vero \u00e8 come reagire e gestire la paura che attanaglia il mondo, soprattutto musulmano e cristiano, per promuovere una convivenza civile rispettosa e gioiosa, in un mondo decisamente diverso da una sessantina di anni fa.<\/p>\n

Sorpresi dal pluralismo<\/strong><\/p>\n

Quando io ero ragazzo, negli anni Cinquanta, non c\u2019era la paura di oggi. Le nostre porte erano aperte, i lucchetti sconosciuti, le finestre senza inferriate\u2026 La societ\u00e0 era molto omogenea; i semi di paura, minimi. Nell\u2019Alta Valle del Tevere, nel Comune di San Giustino dove sono nato, eravamo tutti italiani e umbri; parlavamo lo stesso dialetto, praticavamo la stessa religione, il parroco e le suore erano le uniche figure religiose, e rispettate da tutti. Una migrazione interna era gi\u00e0 iniziata in Italia: dal Meridione la gente si spostava al Nord, e non sempre tutto filava liscio, ma pi\u00f9 o meno ci si sentiva tutti parte di un solo popolo. Chi conosceva un musulmano o un africano o un marocchino o un romeno? L\u2019unico pluralismo a cui eravamo abituati era a livello di partiti: democristiani, comunisti, missini, liberali, socialisti\u2026 Un pluralismo che non rendeva nessuno \u201cstraniero\u201d e non generava paura.<\/p>\n

Poi arrivano gli anni Ottanta, con l\u2019inizio delle grandi migrazioni dal Sud del mondo: Africa, America Latina, Medio Oriente, spinti dalla miseria e dall\u2019ingiustizia strutturale, dai disastri naturali, siccit\u00e0, alluvioni, terremoti, o dalle guerre civili e colpi di Stato. Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, i flussi migratori si aprono all\u2019Est dell\u2019Europa: Polonia, Romania, Albania.<\/p>\n

Ora il pluralismo \u00e8 a tutti i livelli (culturale, religioso, sociale, economico e perfino ambientale) e certamente si intensificher\u00e0. Una volta l\u2019Europa era cristiana, il Medio Oriente e il Nord Africa fondamentalmente musulmani, e in mezzo c\u2019erano centinaia di chilometri! Nel 2000, africani ed europei, musulmani e cristiani vivono nello stesso paese, lavorano nella stessa fabbrica, camminano gomito a gomito nella stessa strada\u2026 S\u00ec, viviamo in un mondo molto pluralista a cui nessuno \u00e8 stato preparato: n\u00e9 i locali che vivevano in Europa da millenni, n\u00e9 i nuovi arrivati che pensavano solo al pane e al lavoro, e alla realizzazione di un sogno agognato, sedersi alla tavola del benessere occidentale, che avevano intravisto da lontano. La vicinanza, lo sappiamo bene, fa scoprire le differenza; a volte i pregiudizi riaffiorano, e da essi la paura e la diffidenza, che generano disagio e ostilit\u00e0.<\/p>\n

Libert\u00e0 di espressione?<\/strong><\/p>\n

Di fronte all\u2019assassinio dei redattori del settimanale satirico francese Charlie Hebdo<\/em>, in tre milioni hanno risposto con la marcia a Parigi in difesa della libert\u00e0 di espressione, individuale e sociale. Gi\u00e0, ma non tutto \u00e8 cos\u00ec semplice in un mondo globale, dove ci\u00f2 che avviene a Parigi in pochi minuti ha ripercussioni in tutti i Continenti. Se ne accorse Papa Benedetto XVI dopo il famoso discorso di Ratisbona del settembre 2006 che, al di l\u00e0 di ogni sua intenzione, incendi\u00f2 il mondo islamico con violenze che durarono gioni e giorni, tanto che egli dovette intervenire per spiegare e rettificare\u2026<\/p>\n

Il rispetto delle convinzioni altrui \u00e8 un importante aspetto delle libert\u00e0 personali. Se altri si fanno beffe di me, mi insultano per la mia fede, non sono libero di essere me stesso. In altre parole, non esiste vera libert\u00e0 personale senza il rispetto dell\u2019altro e di ci\u00f2 in cui crede e da cui si sente ispirato. Nel viaggio in Sri Lanka e Filippine, Papa Francesco lo ha ripetuto in tutti i modi, commentando cos\u00ec la strage di Charlie Hebdo<\/em>: \u201cLa religione non pu\u00f2 mai uccidere, non si pu\u00f2 farlo in nome di Dio\u201d. Ma ha pure aggiunto: \u201cNon si pu\u00f2 provocare, non si pu\u00f2 prendere in giro la religione di un\u2019altra persona. Non va bene\u201d.<\/p>\n

Con queste parole il Papa ha voluto rispondere alla domanda di un cronista francese che gli chiedeva: \u201cFino a che punto ci si pu\u00f2 spingere con la libert\u00e0 di espressione?\u201d. Poi ha chiarito ulteriormente: \u201cS\u00ec alla libert\u00e0 di espressione. Ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno\u201d. Questo il limite che, secondo il Papa, regola la libert\u00e0 religiosa: \u201cNon si \u2018giocattolizza\u2019 la religione degli altri\u201d. Bergoglio ha ricordato che \u201cla libert\u00e0 di espressione \u00e8 un diritto, ma anche un dovere\u201d.<\/p>\n

\u00c8 interessante che negli Stati Uniti i grandi quotidiani e le pi\u00f9 importanti riviste siano state concordi nel non riprodurre le vignette offensive pubblicate da Charlie Hebdo<\/em>, perch\u00e9 troppo irrispettose nei confronti del Profeta e delle masse di credenti nell\u2019islam, ma anche perch\u00e9 lo sanno bene che poi arriva la ritorsione.<\/p>\n

In Francia \u2013 cos\u00ec come nel resto d\u2019Europa \u2013 l\u2019atteggiamento offensivo veniva dato per scontato da tanta gente, ma non dai musulmani, che sono milioni, e anche da tanti altri che rispettano le altre religioni e credono nella convivenza dignitosa delle diverse fedi e culture. Persone che non si riconoscono nel dileggio e nell\u2019insulto. Tanta gente guardava appena quelle vignette e rideva, \u201cGuarda un po\u2019 questi, che pazzi! Sono scandalosi\u201d. Ma il veleno, lo sappiamo, alla fine avvelena e uccide.<\/p>\n

Nel mondo globale, in cui la grandissima maggioranza si identifica con una religione e la comunicazione mette sul mercato universale ogni affermazione, Charlie Hebdo<\/em> era ed \u00e8 molto offensivo, e quindi incita alla violenza, anche se questo poteva non essere nelle intenzioni dei redattori. I fatti sono pi\u00f9 reali delle intenzioni.<\/p>\n

Lo stesso fondatore del settimanale, Delfeil de Ton, a suo tempo si era gi\u00e0 distanziato dallo stile che la rivista aveva assunto e in un suo recente articolo, dopo i tragici eventi del 7 gennaio, cos\u00ec si \u00e8 espresso: \u201cChe bisogno c\u2019era di trascinare tutti in questa escalation? Ci si crede invulnerabili. Per anni, decine di anni, si fa provocazione, e poi un giorno la provocazione si ritorce contro di noi. Non bisognava farlo!\u201d. Del resto, anche all\u2019interno dello stesso gruppo redazionale, vi era chi non era d\u2019accordo su questa linea. Come ancora riporta l\u2019anziano fondatore, persino Wolinski (una delle vittime) aveva ripetuto pi\u00f9 volte: \u201cCredo che siamo degli incoscienti e degli imbecilli, che corriamo un rischio inutile. Tutto qui\u201d.<\/p>\n

Bisogna anche rendersi conto che la grandissima maggioranza della popolazione mondiale \u00e8 fortemente religiosa e non \u00e8 disposta a farsi insultare, ridicolizzare, vilipendere da un manipolo di giornalisti!<\/p>\n

Alla luce del Vaticano II<\/strong><\/p>\n

Nei mille anni che corrono dal primo al secondo millennio della nostra storia si sono registrate violenze estreme. Pressapoco potremmo affermare che il secondo millennio \u00e8 iniziato con nove Crociate fra cristiani e musulmani, ed \u00e8 finito con due Guerre mondiali. Ma tra il secondo e il terzo millennio (da poco iniziato) abbiamo vissuto un evento di straordinaria portata: il Concilio ecumenico Vaticano II, di cui in questo 2015 celebriamo i 50 anni dalla conclusione. Una magnifica opportunit\u00e0 per rivisitarne il messaggio, approfondirlo e diffonderlo.<\/p>\n

Due dei documenti pi\u00f9 significativi e francamente anche tra i pi\u00f9 rivoluzionari sono stati Nostra aetate<\/em> sulle religioni non cristiane e Dignitatis humanae<\/em> sulla libert\u00e0 religiosa. Un grande passo in avanti verso la giusta apertura alla diversit\u00e0 e al rispetto reciproco.<\/p>\n

Per dare pi\u00f9 visibilit\u00e0 ed efficacia a queste nuove direttive \u00e8 stato fondato, nel 1988, il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Due anni prima (26 ottobre 1986), l\u2019evento carismatico di Assisi, con il raduno dei leader mondiali delle varie religioni per pregare per la pace, in quel tempo molto difficile \u2013 soprattutto nella ex Jugoslavia, devastata da guerre e ritorsioni etniche feroci, e dove l\u2019elemento religioso, sfortunatamente, giocava un ruolo negativo rilevante.<\/p>\n

Oggi, Papa Francesco si fa garante che questa straordinaria eredit\u00e0 venga messa a profitto, e invita la Chiesa cattolica e tutto il mondo cristiano a prendere l\u2019iniziativa di abbattere muri e promuovere, con gesti significati e costanti, la liberazione dalla paura fra le varie religioni mondiali. Alcune righe dal suo documento programmatico, la Evangelii gaudium<\/em>, mettono in risalto tale dimensione: \u201cUn atteggiamento di apertura nella verit\u00e0 e nell\u2019amore deve caratterizzare il dialogo con i credenti delle religioni non cristiane, nonostante i vari ostacoli e le difficolt\u00e0, particolarmente i fondamentalismi da ambo le parti. Questo dialogo interreligioso \u00e8 una condizione necessaria per la pace nel mondo, e pertanto \u00e8 un dovere per i cristiani, come per le altre comunit\u00e0 religiose\u201d. Questo dialogo \u00e8 in primo luogo una conversazione sulla vita umana o semplicemente, come propongono i vescovi dell\u2019India, \u201cun\u2019atteggiamento di apertura verso di loro, condividendo le loro gioie e le loro pene\u201d. Dunque siamo chiamati ad abbattere i muri per eliminare la paura e creare sinergia, cos\u00ec da sconfiggere le grandi piaghe della umanit\u00e0, come le moderne schiavit\u00f9, l\u2019impoverimento, i conflitti e le ingiustizie strutturali e ambientali.<\/p>\n

Umbria all\u2019avanguardia<\/strong><\/p>\n

Noi umbri siamo gli eredi di Francesco, colui che cerc\u00f2 di convincere il Papa Onorio III a passare dalla crociata all\u2019incontro, muniti solo delle armi della fede e della attenzione e del rispetto. Non c\u2019\u00e8 dubbio che le crociate promossero un\u2019odio e una paura che ancora perdurano ai nostri giorni. Francesco, a Damietta nel 1219, cominci\u00f2 ad aprire la mente dei musulmani alla possibilit\u00e0 di un cristianesimo e di cristiani diversi, fratelli e non nemici.<\/p>\n

A Citt\u00e0 di Castello, la mia diocesi di origine, abbiamo una lunga storia di tentativi di aperture, e anche iniziative particolari. Ricordo alcune delle pi\u00f9 recenti attivit\u00e0 della Caritas: nel novembre del 2009, nella sala del Consiglio comunale e 2013 nell\u2019aula magna della scuola di San Filippo furono organizzati due incontri cui ebbi la fortuna di partecipare, di condividere la mia esperienza e di interagire con personalit\u00e0 di fede musulmana alle quali premeva assicurare un dialogo aperto e sincero sul territorio altotiberino.<\/p>\n

N\u00e9 si pu\u00f2 dimenticare la lunga serie di incontri annuali organizzati da L\u2019altrapagina<\/em> sul problema del passaggio dallo \u201cscontro\u201d al \u201cdialogo tra le culture\u201d sotto la guida illuminata e unica di Raimon Panikkar, un grande cristiano – di padre hindu e madre catalana – capace di apprezzare le diversit\u00e0, veramente libero dalla paura e dai pregiudizi verso le altre religioni.<\/p>\n

Alla luce di questi grandi maestri, non ci resta che scegliere la strada che educa al pluralismo, al rispetto delle fedi, alla tolleranza, all\u2019accoglienza e alla accettazione dell\u2019altro\/a. In fondo, il bene non pu\u00f2 che generare bene.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Dobbiamo avere paura dell\u2019islam? \u00c8 una domanda che molte persone si pongono; cerchiamo di abbozzare una risposta. La mia \u00e8 semplice: la domanda \u00e8 mal posta! La paura \u00e8 gi\u00e0 presente in tutto il mondo, sia tra i cristiani che tra i mussulmani. La si vede dagli innumerevoli episodi di ostilit\u00e0 e aggressivit\u00e0. Quello che […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[4],"tags":[1190,2664,1244,2078,1282,3096],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/29915"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=29915"}],"version-history":[{"count":6,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/29915\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":42425,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/29915\/revisions\/42425"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=29915"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=29915"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=29915"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}