{"id":29548,"date":"2014-12-19T17:06:07","date_gmt":"2014-12-19T15:06:07","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29548"},"modified":"2015-07-13T14:48:47","modified_gmt":"2015-07-13T12:48:47","slug":"resistere-allavanzata-della-mafia-si-puo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/resistere-allavanzata-della-mafia-si-puo\/","title":{"rendered":"Resistere all\u2019avanzata della mafia, si pu\u00f2"},"content":{"rendered":"
\"Volontari<\/a>
Volontari durante la raccolta delle patate a Pietralunga in un terreno gestito da Libera<\/figcaption><\/figure>\n

“Le mafie avanzano quando \u00e8 basso il livello di allerta della societ\u00e0 civile\u201d afferma Walter Cardinali<\/strong>, coordinatore regionale di Libera. \u201cQuello che \u00e8 accaduto nella nostra regione – secondo Cardinali – \u00e8 sintomatico di un\u2019aggressione invisibile e lenta. Le mafie si fermano e si sconfiggono solo se c\u2019\u00e8 una diffusa consapevolezza e corresponsabilit\u00e0, un \u2018noi\u2019 che rafforza la legalit\u00e0 e il senso della comunit\u00e0\u201d. \u201cCorresponsabilit\u00e0\u201d e \u201cnoi\u201d che sono mancati nel caso di quei cittadini e imprenditori umbri che \u201channo taciuto di fronte alle minacce e alle violenze della \u2019Ndrangheta, e che hanno vinto la paura – ha detto Cardinali – solo quando hanno sentito sicura la presenza, attorno a s\u00e9, di carabinieri e magistrati. Bisogna aumentare la vigilanza, fare s\u00ec che denunce di questo tipo arrivino fin dall\u2019inizio, prima che si producano danni gravi alla economia e alla societ\u00e0. Le vittime – ha sottolineato – saranno pi\u00f9 pronte alla denuncia e collaborazione se sentiranno la vicinanza e il sostegno non solo degli inquirenti, ma anche delle istituzioni locali e di tutta la societ\u00e0 regionale\u201d. In Umbria – aveva detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti<\/strong> -, a differenza di altre realt\u00e0, non sono emersi collegamenti con la politica e la pubblica amministrazione. Un fatto sicuramente positivo, che per\u00f2 non pu\u00f2 fare dimenticare recenti vicende giudiziarie non ancora concluse come \u201cAppaltopoli\u201d (\u2018bustarelle\u2019 e favori per l\u2019aggiudicazione di appalti pubblici) e \u201cSanitopoli\u201d (assunzioni e altro, con imputati come l\u2019ex governatrice Maria Rita lorenzetti). \u201cAccogliamo con soddisfazione le dichiarazioni del procuratore sulla estraneit\u00e0 della politica\u201d ha commentato Fabrizio Ricci, referente del presidio di Libera a Perugia intitolato ad Antonio Montinaro, uno dei poliziotti della scorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci. Tuttavia – ha continuato Ricci – \u201cchiediamo alle Amministrazioni pubbliche la massima trasparenza nelle procedure per l\u2019aggiudicazione degli appalti perch\u00e9 vicende come quelle di \u2018Appaltopoli\u2019 e \u2018Sanitopoli\u2019 ci preoccupano. Rischiano infatti di creare un humus favorevole per corruzione e illegalit\u00e0. In questo senso, \u00e8 fondamentale l\u2019impegno di Confindustria e delle altre associazioni imprenditoriali per una vigilanza pi\u00f9 attenta\u201d.<\/p>\n

Quali sono i segnali<\/strong> e i campanelli di allarme del \u2018pericolo mafia\u2019 che devono metterci in guardia? Prima di tutto – ha detto Ricci – la grande disponibilit\u00e0 di soldi. Quello che al venditore, soprattutto in tempo di crisi economica, pu\u00f2 sembrare un affare (il prezzo dell\u2019immobile o del negozio spropositato rispetto al mercato) \u00e8 invece uno strumento delle mafie per investire proventi di traffici illeciti e penetrare nell\u2019economia locale, inquinandola con la concorrenza sleale (lavoro nero, ma anche minacce e danneggiamenti) agli imprenditori onesti. Altro campanello d\u2019allarme sono i prestiti facili ad aziende e persone in difficolt\u00e0, con tassi per\u00f2 da usura. \u00c8 uno degli strumenti pi\u00f9 usati dalle mafie per impadronirsi di beni e attivit\u00e0 economiche. A volte l\u2019approccio \u00e8 amichevole e apparentemente disinteressato. A Ponte Felcino, ad esempio, da alcuni anni veniva segnalata la presenza di un gruppo di persone che passavano la giornata in bar e locali pubblici. Prima comportandosi da \u2018amici\u2019, poi cominciavano a non pagare pi\u00f9 le consumazioni, disturbavano le attivit\u00e0 e facevano minacce pi\u00f9 o meno esplicite, fino a offrire la loro \u2018protezione\u2019. Alcune di queste persone sono nella lista degli arrestati dell\u2019operazione \u201cQuarto passo\u201d. Ci sono tanti altri segnali di allarme di presenze delle mafie, come negozi e attivit\u00e0 commerciali che continuano a cambiare di propriet\u00e0, o che aprono o chiudono in pochi mesi. Attivit\u00e0 imprenditoriali avviate al di fuori di ogni logica di mercato, e che evidentemente nascondono altre finalit\u00e0, come quella del riciclaggio di illeciti guadagni.<\/p>\n

Libera gi\u00e0 nel 2012<\/strong> aveva redatto una inquietante mappa degli incendi dolosi in Umbria, dove il fuoco aveva distrutto auto, negozi e anche una discoteca. La Commissione di inchiesta del Consiglio regionale sulla criminalit\u00e0 organizzata e le tossicodipendenza ha proposto la costituzione di una sorta di intelligence sul problema delle infiltrazioni nel tessuto economico umbro e un monitoraggio sui passaggi di propriet\u00e0 degli esercizi commerciali. Cittadini e istituzioni devono affiancare magistratura e forze di polizia in questa vigilanza contro il pericolo di infiltrazione della criminalit\u00e0 organizzata. \u201cPer\u00f2 quello che fa pi\u00f9 male alle mafie – ha sottolineato Ricci – \u00e8 quando vengono colpite nel loro patrimonio\u201d con la confisca dei beni degli affiliati. Purtroppo le procedure sono ancora troppo complesse e lunghe. In Umbria – ha detto Ricci – ci sono 25 propriet\u00e0 confiscate. Si tratta di terreni, supermercati ed esercizi commerciali, appartamenti e immobili vari che devono ancora avere una utilizzazione sociale. Un primo risultato \u00e8 stato ottenuto a Pietralunga nella propriet\u00e0 sequestrata al clan De Stefano. Un immobile con 90 ettari di terreno, dove quest\u2019 anno per la prima volta i volontari di Libera hanno coltivato patate, poi vendute durante la Marcia della pace Perugia-Assisi. \u201cL\u2019utilizzo sociale dei beni delle mafie, quando funziona – ha detto Ricci -, dimostra ai cittadini che quei beni che la mafia ha sottratto con violenze e illegalit\u00e0 oggi creano posti di lavoro e sono una fonte di ricchezza per la comunit\u00e0. Insomma sono un esempio di buona economia contro la crisi e per l\u2019affermazione della legalit\u00e0\u201d. Anche se – \u00e8 opportuno ripeterlo – per difficolt\u00e0 burocratiche, ancora troppi di questi beni formalmente confiscati restano inutilizzati, o addirittura continuano a rimanere nella disponibilit\u00e0 di persone che sono o dovrebbero essere in galera.<\/p>\n

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Chi \u00e8 “Libera”<\/h3>\n

Libera<\/strong> – associazioni, nomi e numeri contro le mafie\u201d \u00e8 nata nel 1995 con l\u2019intento di sollecitare la societ\u00e0 civile nella lotta alle mafie e promuovere legalit\u00e0 e giustizia. Presidente \u00e8 don Luigi Ciotti, gi\u00e0 fondatore del gruppo Abele di Torino; presidente onorario \u00e8 Nando Dalla Chiesa, figlio del gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa che fu ucciso nel 1982 a Palermo dalla mafia. All\u2019associazione si collegano Libera Terra<\/strong>, che vende prodotti (li si trova alla Coop) frutto del lavoro di giovani che, riuniti in cooperative sociali, coltivano terreni confiscati ai boss. Per promuovere il turismo responsabile \u00e8 da poco nata \u201cLibera il g(i)usto di viaggiare\u201d<\/strong>. In Umbria<\/strong>, Libera \u00e8 attiva da una decina di anni; \u00e8 articolata in 10 pres\u00ecdi territoriali, ha circa 500 soci e collabora con associazioni, gruppi e scuole.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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