{"id":2954,"date":"2003-02-14T00:00:00","date_gmt":"2003-02-13T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2954"},"modified":"2015-07-23T13:06:35","modified_gmt":"2015-07-23T11:06:35","slug":"lesperienza-della-rete-museale-ecclesiastica-umbra-e-da-esportare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lesperienza-della-rete-museale-ecclesiastica-umbra-e-da-esportare\/","title":{"rendered":"L’esperienza della Rete museale ecclesiastica umbra \u00e8 da esportare"},"content":{"rendered":"

Promosso dall’Istituto storico artistico orvietano (Isao) presso palazzo dei Sette a Orvieto si \u00e8 svolto un incontro con mons. Giancarlo Santi, direttore dell’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei sul tema “I beni culturali ecclesiastici, significato e valore”. Abbiamo rivolto a mons. Santi alcune domande sullo stato attuale dei musei ecclesiastici in Italia, e in particolare su come sta procedendo il lavoro di catalogazione e archiviazione informatizzata dei dati sui beni culturali ecclesiastici. All’incontro erano presenti Giuseppe Maria Della Fina, presidente dell’Isao e Carlo Tatta vice presidente vicario dell’Associazione musei ecclesiastici italiani (Amei). Mons. Santi, in occasione del Giubileo sono stati numerosi i musei ecclesiastici e le pinacoteche diocesane aperte in tutta Italia. Qual \u00e8 la situazione attuale?”Fino ad oggi sono circa 900 i musei aperti e la maggior parte sono concentrati nella regione Toscana (140). La ragione credo sia legata alla storia della regione oltre alla disponibilit\u00e0 di un patrimonio consistente, ma soprattutto ad un atteggiamento conservativo vivo. Una realt\u00e0, quella Toscana, interessante, se consideriamo che il Piemonte, regione anch’essa ricca di opere d’arte, ha un numero molto limitato di musei. L’interesse per i musei \u00e8 presente un po’ dappertutto ma si esprime con modalit\u00e0 ed intensit\u00e0 diverse, anche all’interno della stessa area territoriale”. L’apertura dei musei diocesani sembra abbia riscosso, soprattutto in alcuni centri, un certo interesse tra i turisti.”Certamente questo \u00e8 un dato significativo, per\u00f2 la connessione turismo-museo a questi livelli si sta attuando soltanto adesso, per cui \u00e8 difficile esprimere una valutazione. In alcuni casi \u00e8 clamorosamente evidente. Il museo del duomo di Lucca, per esempio, certamente vive ed \u00e8 attivo perch\u00e9 i flussi turistici della citt\u00e0 sono imponenti. La realt\u00e0 dei musei ecclesiastici \u00e8 soprattutto una realt\u00e0 di piccoli musei, dislocati nel territorio in rapporto ai quali il fenomeno del turismo ha un’incidenza ancora tutta da scoprire. Occorrer\u00e0 vedere come riusciranno nel tempo a qualificarsi, a definirsi, ad operare. Noi forse siamo troppo legati ad uno schema fisso di museo che \u00e8 quello che abbiamo ereditato, cio\u00e8 il grande museo pubblico. La realt\u00e0 \u00e8 invece quella di un insieme di piccole istituzioni, collegate tra di loro, molto leggere da un punto di vista istituzionale, ma che funzionano in quanto sono una rete ben radicata nel territorio”. A proposito di rete, come lei sapr\u00e0, in Umbria \u00e8 nata una Rete dei musei ecclesiastici. Che cosa ne pensa?”Mi sembra un’idea molto adatta rispetto alla situazione reale sia territoriale, che ecclesiale della regione. L’Italia \u00e8 un paese in cui esistono tante piccole citt\u00e0 e moltissimi piccoli centri, con un numero limitato di grandi citt\u00e0. Credo che l’esperienza che si sta facendo in Umbria \u00e8 da sperimentare e poi anche da proporre in altre aree. Anzi, di per s\u00e9 l’esperienza umbra \u00e8 molto pi\u00f9 vicina a quello che la Cei propone di quanto non lo siano altre esperienze dove invece l’associazione dei musei \u00e8 ancora una realt\u00e0 di scarsa articolazione, dove ognuno fa capo a s\u00e9. Nella rete invece ognuno \u00e8 s\u00ec autonomo, ma si collega agli altri, anche perch\u00e9 bisogna ricordarsi che questi musei sono musei istituzionali, espressione di parrocchie, diocesi. Raramente sono istituzioni autonome: dipendono in tutto. Per cui molto spesso hanno la figura del servizio offerto da una istituzione ecclesiastica, piuttosto che di un’istituzione vera e propria”. A che punto \u00e8 la catalogazione informatica dei beni culturali ecclesiastici?”E’ ancora nella fase costitutiva delle grandi banche dati. Abbiamo iniziato nel 1996 e dobbiamo finire per il 2005. Voglio far presente per\u00f2 che la catalogazione non \u00e8 una novit\u00e0 per la Chisa, ma una tradizione iniziata da anni gi\u00e0 nelle nostre parrocchie. Il fatto \u00e8 che ci si \u00e8 fidati del lavoro del Ministero e quando ci si \u00e8 accorti che il loro lavoro procedeva secondo tempi lunghissimi siamo intervenuti noi. Purtroppo per il momento siamo solo ad un quarto della catalogazione dell’intero patrimonio”.La Cei si sta muovendo anche per la formazione del personale, soprattutto guide e addetti alla catalogazione e gestione dei musei ecclesiastici.”La Cei sta dando dei fondi per la formazione delle persone, soprattutto giovani, che si occupino di questo tipo di attivit\u00e0. Noi siamo convinti che in questo settore con tutte le sue articolazioni, gestione del museo, delle biblioteche, l’attivit\u00e0 conservativa offra in prospettiva possibilit\u00e0 di lavoro nuove. Ma devono essere studiate con molta attenzione. In alcuni casi questo \u00e8 avvenuto, dove ci sono grandi flussi turistici che hanno dato la possibilit\u00e0 di dar vita a cooperative di giovani. Per realt\u00e0 piccole, disperse, con flussi turistici minori cosa \u00e8 possibile fare? La scelta della cooperativa \u00e8 uno strumento idoneo? Questo \u00e8 da sperimentare. Il fatto \u00e8 che bisogna mettere insieme settori diversi, attualmente non collegati, quali la gestione del museo, dei flussi turistici, in alcuni casi la gestione di alcuni edifici, la cura di questo patrimonio monumentale. Probabilmente soltanto mettendo insieme queste diverse opportunit\u00e0 sar\u00e0 possibile offrire una base di attivit\u00e0 sufficiente per far vivere una cooperativa o quant’altro”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Promosso dall’Istituto storico artistico orvietano (Isao) presso palazzo dei Sette a Orvieto si \u00e8 svolto un incontro con mons. Giancarlo Santi, direttore dell’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei sul tema “I beni culturali ecclesiastici, significato e valore”. Abbiamo rivolto a mons. Santi alcune domande sullo stato attuale dei musei ecclesiastici in Italia, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[27],"tags":[1160],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2954"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=2954"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2954\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":39995,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2954\/revisions\/39995"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=2954"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=2954"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=2954"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}