{"id":29486,"date":"2014-12-12T14:45:08","date_gmt":"2014-12-12T12:45:08","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29486"},"modified":"2015-08-04T16:59:14","modified_gmt":"2015-08-04T14:59:14","slug":"fiordelli-energico-e-intelligente-precursore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/fiordelli-energico-e-intelligente-precursore\/","title":{"rendered":"Fiordelli, energico e intelligente precursore"},"content":{"rendered":"
\"Mons.<\/a>
Mons. Pietro Fiordelli con Papa Giovanni Paolo II<\/figcaption><\/figure>\n

Il 23 dicembre<\/strong> cadr\u00e0 il 10\u00b0 anniversario di morte di mons. Pietro Fiordelli<\/strong> (1916-2004<\/strong>), il primo vescovo residenziale di Prato, sacerdote umbro di nascita e di antiche origini familiari nella nostra regione.<\/p>\n

Le origini<\/strong><\/p>\n

Questa straordinaria figura di ecclesiastico nasce il 9 gennaio 1916 a Citt\u00e0 di Castello, quarto di cinque fratelli, da padre tifernate e madre originaria della vicina Sansepolcro. A 6 anni Fiordelli \u00e8 avviato agli studi primari nella stessa citt\u00e0, frequentando la scuola elementare fondata dal vescovo Carlo Liviero (1866-1932). Il 4 ottobre 1927 fa ingresso nel Seminario di Citt\u00e0 di Castello e, 5 anni dopo, nell\u2019ottobre 1932, \u00e8 inviato da mons. Liviero a Roma, come promettente alunno del Pontificio seminario romano maggiore. A soli 22 anni \u00e8 quindi ordinato sacerdote a Roma e, dopo aver concluso gli studi filosofici e teologici nel Laterano, \u00e8 incardinato nella diocesi di Citt\u00e0 di Castello, allora guidata da mons. Filippo Maria Cipriani (1878-1956).<\/p>\n

Dal suo vescovo don Fiordelli \u00e8 incaricato di numerose mansioni, tra cui quella di insegnante di Religione al liceo classico di Citt\u00e0 di Castello, di assistente della locale sezione di Azione cattolica, di padre spirituale nel Seminario diocesano e, infine, di altri svariati compiti pastorali negli ambiti – a lui congeniali – della pastorale della famiglia, della giovent\u00f9 e della cultura.<\/p>\n

Fonda \u201cLa Voce\u201d<\/strong><\/p>\n

In particolare, per quanto riguarda quest\u2019ultimo settore, nei difficili anni dell\u2019immediato dopoguerra il giovane sacerdote s\u2019impegn\u00f2 a puntellare la comunit\u00e0 politica locale sull\u2019urgenza di un ritorno, a tutti i livelli, al pieno rispetto delle leggi morali e civili, fondando ad esempio La Voce cattolica<\/em>, il cui primo numero esce appunto nella primavera del 1945, a guerra non ancora terminata. In breve tempo il nostro giornale, grazie al dinamismo e all\u2019intraprendenza di Fiordelli, raggiunse la tiratura – eccezionale, per il tempo – di oltre 24 mila copie, divenendo uno dei pi\u00f9 importanti settimanali regionali (tanto per farsi un\u2019idea, il maggiore quotidiano nazionale, il Corriere della sera<\/em>, in quello stesso periodo raggiungeva una tiratura di 400 mila copie).<\/p>\n

Nel 1953 La Voce<\/em>, per espresso volere di tutti i Vescovi umbri, diventa, grazie anche a Fiordelli, il settimanale cattolico di tutta la regione. Dalle sue colonne, fino alla nomina a vescovo di Prato, egli firm\u00f2 articoli e riflessioni di acuta analisi culturale e politica: originali e, diremmo, inconsueti per le testate diocesane del tempo.<\/p>\n

Dopo 16 anni di un cos\u00ec attivo ministero presbiterale nella diocesi di Citt\u00e0 di Castello, Fiordelli viene nominato dal servo di Dio papa Pio XII (1939-1958), il 7 luglio 1954, vescovo di Prato, ricevendo la consacrazione episcopale il 3 ottobre 1954, cio\u00e8 a soli 38 anni (fu il pi\u00f9 giovane vescovo d\u2019Italia), dalle mani di mons. Cipriani. Ricopr\u00ec il suo incarico a Prato fino al 7 dicembre 1991, giorno nel quale rassegn\u00f2 le dimissioni, come canonicamente prescritto per raggiunti limiti d\u2019et\u00e0.<\/p>\n

Esce la sua biografia<\/strong><\/p>\n

La sua vicenda umana ed ecclesiale \u00e8 ora ricostruita nel libro di Giuseppe Brienza<\/strong>, La difesa sociale della famiglia. Diritto naturale e dottrina cristiana nella pastorale di Pietro Fiordelli, vescovo di Prato<\/em> (editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014, pp. 161, euro15), che rievoca episodi interessanti della vita della Chiesa e del movimento cattolico italiano in difesa della famiglia e della vita negli anni 1950-70.<\/p>\n

Brienza, giornalista e saggista che non \u00e8 nuovo a ben documentate ricostruzioni biografiche di protagonisti della Chiesa in Italia, ricorda ad esempio l\u2019impegno di mons. Fiordelli durante il Concilio Vaticano II e, in particolare, la sua \u201cprimogenitura\u201d nella definizione, accolta nel testo della costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium<\/em> (21 novembre 1964), della comunione coniugale sacramentale come Chiesa domestica, piccola Chiesa.<\/p>\n

Non manca l\u2019attenzione al contributo teologico di Fiordelli in campo ecclesiologico, di dottrina sociale della Chiesa e di spiritualit\u00e0, laicale e familiare in particolare, che ne fa parlare come il \u201cpadre\u201d della pastorale familiare in Italia.<\/p>\n

Fiordelli si spese fin dall\u2019inizio del suo episcopato per diffondere su larga scala corsi di preparazione al matrimonio che sviluppassero \u2013 soprattutto verso i pi\u00f9 giovani \u2013 una rinnovata consapevolezza dell\u2019importanza del vincolo sacramentale e della chiamata \u201calta\u201d al matrimonio. Ancora, sempre su sua proposta la Cei costitu\u00ec il Comitato episcopale per la famiglia (oggi Commissione episcopale per la famiglia e la vita), del quale Fiordelli fu eletto presidente per pi\u00f9 mandati consecutivi.<\/p>\n

Profeta anti-abortista<\/strong><\/p>\n

La lettura delle pagine di un breve saggio del vescovo Fiordelli, L\u2019aborto e la coscienza<\/em> (1975), intelligentemente riproposto come appendice nel volume di Brienza, \u00e8 quanto mai importante per comprendere il passato socio-politico di cui viviamo gli esiti e la natura delle sfide etico-giuridiche che oggi ci interpellano. Lo scritto raccoglie una serie di conferenze sul tema, \u201cprofeticamente\u201d tenute dal vescovo di Prato ben tre anni prima dell\u2019approvazione della legge 194\/1978, che ha introdotto l\u2019Ivg nel nostro ordinamento.<\/p>\n

Per questa sua opera, come ha riconosciuto l\u2019arcivescovo di Ferrara, mons. Luigi Negri<\/strong>, nel suo Invito alla lettura<\/em>, mons. Fiordelli va ricordato per la sua preziosa e coraggiosa difesa della famiglia, \u201cspendendosi in un\u2019intensa, profonda, intelligente ed equilibrata pastorale che assunse, in pi\u00f9 di un\u2019occasione, un carattere obiettivamente profetico. Cap\u00ec e fece capire – certamente alla sua diocesi, ma non solo – che la battaglia per la difesa della sacralit\u00e0 della vita, della famiglia, della paternit\u00e0, della maternit\u00e0, dell\u2019educazione dei figli, \u00e8 stata ed \u00e8 la grande battaglia della Chiesa e del popolo del nostro Paese, e che la si poteva fare non soltanto con la chiarezza dei princ\u00ecpi, che mons. Fiordelli sapeva evocare da par suo, ma anche con una vera esperienza di famiglia cristiana\u201d (p. 11).<\/p>\n

N\u00e9 va dimenticato, in tema di difesa della famiglia cristiana, che mons. Fiordelli era gi\u00e0 stato al centro di una polemica a livello nazionale per aver dichiarato che, dal punto di vista della Chiesa, erano da considerare pubblici peccatori e concubini coloro che erano sposati civilmente. In tale polemica si inser\u00ec Aldo Capitini, che decise di farsi cancellare dal registro del battesimo, e quindi di rinunciare anche formalmente all\u2019appartenenza alla Chiesa cattolica; fu il primo caso di \u201csbattezzo\u201d. Fiordelli fin\u00ec sotto processo, con sentenza di condanna in primo grado (28 febbraio 1958), ma venne poi assolto in appello (25 ottobre 1958).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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