{"id":29187,"date":"2014-11-28T14:04:26","date_gmt":"2014-11-28T12:04:26","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29187"},"modified":"2014-11-28T14:04:26","modified_gmt":"2014-11-28T12:04:26","slug":"ma-renzi-da-che-parte-sta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ma-renzi-da-che-parte-sta\/","title":{"rendered":"Ma Renzi da che parte sta?"},"content":{"rendered":"

\"matteo-renzi-a-solomeo\"<\/a>Nel conflitto sulla riforma del lavoro si sta sviluppando, tra gli altri, un dibattito un po\u2019 surreale sulla sinistra, sull\u2019idea di sinistra.<\/p>\n

Sollecitato da un editoriale che gli ricordava non senza sarcasmo le relazioni con Berlusconi e Verdini, Matteo Renzi ha scritto a Repubblica<\/em> una lettera di poco pi\u00f9 di mille parole in cui ha spiegato le sue ragioni e ribadito la sua linea. Per spiegare il posizionamento a sinistra ha rivendicato l\u2019inserimento del Pd nella famiglia dei socialisti europei, \u201cjobs act\u201d e \u201citalicum\u201d. Sinistra significa in fin dei conti situarsi \u201cdalla parte dei pi\u00f9 deboli, dalla parte della speranza e della fiducia in un futuro che va costruito insieme\u201d.<\/p>\n

In realt\u00e0 Renzi \u00e8 insofferente delle etichette. Cos\u00ec declina il suo \u201cpantheon\u201d pi\u00f9 come galleria di ritratti, che come orientamento ideale e programmatico. \u201cBerlinguer e Mandela, Dossetti e Langer, La Pira e Kennedy, Calamandrei e Gandhi\u201d sono personalit\u00e0 diverse e anche non conciliabili politicamente tra loro. Eppure gi\u00e0 Veltroni aveva provato a metterne insieme alcuni, per trasmettere un progetto politico, pi\u00f9 che per affermare un\u2019identit\u00e0: comunisti e americani, indiani e africani, cattolici e laici, pacifisti, verdi e monaci.<\/p>\n

Insomma, anche con questa galleria, Renzi tiene a dire che il passato non gli interessa, le ideologie possono essere rottamate, cos\u00ec come le vecchie appartenenze. Il presente gli appartiene. Quanto al futuro, appunto sinistra \u201c\u00e8 soprattutto un futuro su cui lavorare insieme per risolvere i problemi delle persone, per dare orizzonte e dignit\u00e0, per sentirsi parte e avere orgoglio di essere non solo di sinistra, ma italiani\u201d. Non solo, appunto, ma anche. Questo \u00e8 il passaggio decisivo. C\u2019\u00e8 qui l\u2019espressione del disegno espansivo e la caratteristica del fenomeno Renzi nella politica italiana. Per cui, appunto, contrariamente al famoso detto, gli fa gioco avere \u201cnemici a sinistra\u201d, proprio per conquistare il centro, dunque una durevole egemonia sul sistema politico italiano.<\/p>\n

Questo in fine dei conti \u00e8 il senso del dibattito sul giornale di riferimento del progressismo italiano. Repubblica<\/em> gli pone la questione se gli giovi un conflitto con la sinistra che sta dentro il suo stesso partito, per fare una politica neo-centrista, quella cio\u00e8 di fatto delineata dai vincoli europei, senza avere la certezza di ottenere anche quei voti. Renzi risponde riaffermando la sua volont\u00e0 di andare avanti.<\/p>\n

Oltre le dinamiche di realpolitik questo piccolo dibattito tuttavia pu\u00f2 essere utile per ribadire un\u2019esigenza. Certo la politica \u00e8 cambiata. Eppure, in vista delle scadenze non eludibili che ci stanno davanti, occorre giustificare un quadro coerente, trovare il modo per andare in profondit\u00e0, anche sul piano culturale e ideale: la questione dell\u2019uguaglianza, una delle parole – chiave della politica, con giustizia e libert\u00e0 infatti sta ritornando prepotentemente, nella concreta realt\u00e0 della vita e delle attese del popolo, che ha bisogno di fatti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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