{"id":29181,"date":"2014-11-28T13:59:04","date_gmt":"2014-11-28T11:59:04","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=29181"},"modified":"2015-07-21T10:20:32","modified_gmt":"2015-07-21T08:20:32","slug":"nellorizzonte-della-riforma","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nellorizzonte-della-riforma\/","title":{"rendered":"Nell\u2019orizzonte della riforma"},"content":{"rendered":"

\"Padre-Domenico-Cancian\"<\/a>All\u2019inizio del nuovo anno liturgico, nel momento in cui stiamo riflettendo come Chiesa sulla famiglia (Sinodo), sulla \u201cVita e la formazione permanente dei presbiteri\u201d (Assemblea Cei) e l\u2019inizio dell\u2019Anno della vita consacrata (a partire dal 30 novembre), la parola ricorrente che pu\u00f2 legare e interpretare in modo pi\u00f9 profondo questi eventi pu\u00f2 essere \u201criforma\u201d, intesa semplicemente come sinonimo della conversione evangelica permanente<\/em>. \u201cLa riforma della Chiesa \u00e8 stata la grazia grande e la formidabile missione che lo Spirito ha affidato ai Padri del Concilio Vaticano II\u201d (Lambiasi). San Giovanni XXIII<\/strong> ha voluto il Concilio per \u201cuna rinnovata Pentecoste\u201d.<\/p>\n

Il beato Paolo VI<\/strong> indic\u00f2 come \u201cprincipale scopo del Concilio il rinnovamento (renovatio<\/em>) della Chiesa\u201d. Papa Benedetto XVI<\/strong> ci ha ricordato l\u2019importanza dell\u2019ermeneutica della riforma per evitare le derive della rottura, da una parte, e della continuit\u00e0 come pigro immobilismo, dall\u2019altra. Papa Francesco insiste nel dire che stiamo facendo fatica a cambiare come ci ha chiesto il Concilio, anzi \u201cci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi\u201d (16 aprile 2013). In modo chiaro e perentorio chiede alla Chiesa di \u201centrare in un processo di discernimento, purificazione e riforma\u201d (EG, n. 30).<\/p>\n

La Chiesa \u00e8 semper reformanda<\/em> e perci\u00f2 deve trovare percorsi evangelici praticabili per essere realmente la Chiesa innamorata del suo Signore, capaci di vivere la comunione fraterna, la povert\u00e0, la misericordia, la missione a tutto campo, specialmente nelle periferie che Ges\u00f9 ha frequentato sulle strade della Palestina. Percorrere questa strada richiede una serie di \u201cno\u201d (alle nuove idolatrie, all\u2019accidia egoista, al pessimismo sterile, alla mondanit\u00e0 spirituale) perch\u00e9 emergano pi\u00f9 chiari i \u201cs\u00ec\u201d (alla spiritualit\u00e0 missionaria, alle relazioni nuove generate da Cristo come l\u2019essere figli e fratelli, alla gioia del Vangelo). \u00c8 proprio nell\u2019orizzonte di una riforma cos\u00ec intesa che la Chiesa nelle sue principali componenti che stiamo rivisitando (famiglia, ministri ordinati, consacrati\/e) si rinnova nel profondo come voleva il Concilio e come chiede fortemente Papa Francesco. In riferimento alla vita consacrata tale riforma verte su tre ambiti specifici.<\/p>\n

\"Religiosi-e-religiose\"<\/a>Primo<\/em>: la grazia di una vita radicalmente evangelica. \u00c8 il dono-impegno di assumere lo stile di vita di Ges\u00f9 con i voti di obbedienza, castit\u00e0 e povert\u00e0. \u201cLa scelta di questi consigli, lungi dal costituire un impoverimento di valori autenticamente umani, si propone piuttosto come una loro trasfigurazione\u201d (Vita consecrata,<\/em> n. 87). Alla provocazione della cultura edonistica, la castit\u00e0 consacrata risponde con la testimonianza dell\u2019amore celibe vissuto da Cristo; al materialismo avido di possesso risponde con la povert\u00e0 evangelica a servizio dei poveri; al libertarismo del \u201cfai da te, come ti piace\u201d risponde con la libert\u00e0 di obbedire al Padre facendo la sua volont\u00e0.<\/p>\n

Secondo<\/em>: la gioia della vita fraterna. Le comunit\u00e0 religiose sono chiamate a vivere quelle relazioni fraterne e amichevoli che sono un grande dono e una bella fatica da mettere in atto nel servizio, nel perdono, nella reciproca accoglienza per vivere il comandamento di Ges\u00f9: \u201cAmatevi come vi ho amato io\u201d. Qui si esemplifica l\u2019ecclesiologia di comunione, cuore della testimonianza della Chiesa in un mondo diviso. Essere \u201cuna cosa sola in Cristo\u201d \u00e8 il testamento del Maestro.<\/p>\n

Terzo<\/em>: la gioia della missione. Portare il Vangelo dell\u2019amore a tutti, pi\u00f9 coi fatti che con le parole, portarlo specialmente ai pi\u00f9 poveri. In questo modo sequela di Cristo, comunione fraterna e missione vanno insieme e si rinforzano a vicenda. Vorrei sottolineare infine la dimensione ecclesiale della vita consacrata. \u00c8 un dono dello Spirito alla Chiesa, che la deve valorizzare. D\u2019altra parte, i religiosi devono sentirsi dentro la Chiesa (locale) operando secondo il proprio carisma \u201cin piena comunione con il vescovo nell\u2019ambito dell\u2019evangelizzazione, della catechesi, della vita delle parrocchie\u201d (VC, n. 49). L\u2019Anno della vita consacrata \u00e8 una grande opportunit\u00e0 per rafforzare la comunione tra sacerdoti-laici-religiosi nella pastorale della Chiesa particolare. Alcune celebrazioni come la Giornata della vita consacrata, iniziative specifiche e alcune attivit\u00e0 concordate e condivise dovrebbero essere inserite nella vita ecclesiale e partecipate da tutti. Viceversa, la presenza dei religiosi\/e nella pastorale diocesana – secondo il proprio carisma – dovrebbe essere ancora pi\u00f9 significativa, per rendere ancora pi\u00f9 bella la Chiesa, Sposa di Cristo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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