{"id":28991,"date":"2014-11-14T15:29:16","date_gmt":"2014-11-14T13:29:16","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=28991"},"modified":"2015-05-15T14:14:18","modified_gmt":"2015-05-15T12:14:18","slug":"giovani-e-fiducia-ce-futuro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giovani-e-fiducia-ce-futuro\/","title":{"rendered":"Giovani e fiducia, c\u2019\u00e8 futuro?"},"content":{"rendered":"
\"I<\/a>
I relatori al convegno del San Carlo Meeting<\/figcaption><\/figure>\n

Pianificare il futuro non conviene. Per il 75,20% dei giovani tra i 19 e i 30 anni, \u00e8 meglio fare esperienze nel presente piuttosto che confidare in un futuro che appare pieno di rischi e di incognite. Pure dare fiducia costa: troppo alto il rischio di rimanere delusi. Vero che si guarda al futuro, ma non ci si stacca mai dal presente. Insomma: siamo tutti malati di \u201cpresentismo\u201d.<\/p>\n

Questa, in sintesi, la fotografia dei giovani che l\u2019Istituto Toniolo ha ritratto nel Rapporto Giovani 2013. I dati (consultabili sul sito: www.rapportogiovani.it<\/em><\/a>) sono stati presentati sabato 8 novembre al convegno \u201cOggi mi fido di\u2026 le risposte dei giovani\u201d, organizzato dal Servizio diocesano per la Pastorale giovanile di Foligno nell\u2019ambito del San Carlo Meeting per celebrare la festivit\u00e0 di San Carlo Borromeo, patrono dell\u2019omonimo Istituto cittadino.<\/p>\n

Fulcro della questione la fiducia dei e nei giovani. Chi scommette pi\u00f9 sui giovani in un Paese che ha smesso di crescere e di credere, dove mancano i riferimenti al passato e le prospettive per il futuro? E i giovani, in chi credono ancora? Alberto Scattolini<\/strong>, direttore di Radio Gente Umbra<\/em>, ha moderato gli interventi del sociologo Diego Mesa, della psicologa Lucia Coco, e del teologo e moralista don Carlo Maccari<\/strong>.<\/p>\n

Il quadro nazionale che ha presentato Diego Mesa<\/strong>, professore all\u2019Universit\u00e0 Cattolica \u201cS. Cuore\u201d di Brescia, mette in allarme e uno sguardo pi\u00f9 mirato sull\u2019Umbria non rassicura affatto. Le prime a essere chiamate in causa sono le Istituzioni: dovendo dare un voto di fiducia da 1 a 10, per i giovani intervistati nessuna, neppure la Chiesa cattolica che si attesta a un misero 4, raggiunge la sufficienza. Il calo di fiducia \u00e8 generalizzato e aumenta quando l\u2019Istituzione \u00e8 conosciuta solo attraverso i mass media. L\u2019autorit\u00e0 come istituzione con una sua dimensione etica e morale non \u00e8 pi\u00f9 percepita come una figura di riferimento. Si preferisce la mamma: non pu\u00f2 suggerire al figlio il da farsi \u2013 ormai anche gli adulti sono visti in difficolt\u00e0 \u2013, ma \u00e8 pi\u00f9 disinteressata quando gli fa notare un errore.<\/p>\n

La situazione in Umbria<\/strong> Pi\u00f9 avvezzi ai giochi televisivi che alle attivit\u00e0 culturali, sempre meno riflessivi, nei giovani umbri tra i 14 e i 19 anni dilaga la paura di non farcela. La societ\u00e0 non \u00e8 sentita n\u00e9 equa n\u00e9 meritocratica, lo status sociale sembra ineluttabile e la percezione del rischio si abbassa drasticamente. La mortalit\u00e0 per uso di sostanze stupefacenti diminuisce, infatti, in Italia, ma aumenta in Umbria. L\u2019abuso di alcool \u00e8 maggiore rispetto alla media nazionale. Cambia pure la visione dell\u2019amore. Non pi\u00f9 il modello dell\u2019amore romantico individuato da Giddens: oggi si preferisce un \u201camore convergente\u201d che di eternit\u00e0 non sa proprio. I dati raccolti dall\u2019Aur, Agenzia Umbra Ricerche, e presentati da Lucia Coco del Dipartimento Dipendenze di Foligno Usl Umbria 2, raccontano giovani che gridano aiuto per affrontare le difficolt\u00e0 del vivere presente. Rimane la famiglia come ambito privilegiato per trovare una figura di riferimento, ma anche qui gli umbri non eccellono: rete affettiva troppo calda, vi si distaccano con pi\u00f9 difficolt\u00e0 rispetto ai coetanei nazionali. Resiste comunque al vertice della scala dei valori assieme alla libert\u00e0 e all\u2019amicizia. La religione e l\u2019attivit\u00e0 politica sembrano invece sbiadite e le surclassa persino il valore della bellezza fisica.<\/p>\n

Il mondo giovanile presentato al San Carlo Meeting preoccupa. Le Istituzioni appaiono opache e inefficaci, incapaci a trasmettere il senso del \u201cnoi\u201d, preferendo competizione e individualismo. I giovani sono senza speranze, non trovano attivit\u00e0 in cui ingaggiare la propria vita e non c\u2019\u00e8 chi d\u00e0 loro fiducia.<\/p>\n

La fiducia nasce da un\u2019aspettativa positiva, \u00e8 la risposta a un bisogno di certezza. I genitori in primis, ma anche i docenti e gli operatori pastorali: tutti devono intervenire in rete per educare i giovani. La falsit\u00e0, il pregiudizio, la presunzione, il pessimismo, come ha ricordato don Carlo Maccari, uccidono la fiducia. Non si vede pi\u00f9 la bont\u00e0 di un\u2019azione, la positivit\u00e0 di una relazione, e si finisce con il chiudersi in se stessi o con il vendicarsi. Ma questi sono atteggiamenti scontati. C\u2019\u00e8 una soluzione incalcolabile e inattesa, pi\u00f9 grande e pi\u00f9 bella: il perdono. Una soluzione per dare all\u2019altro che ha tradito la possibilit\u00e0 di rivivere e di essere nuovamente persona.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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