{"id":28892,"date":"2014-11-07T14:58:39","date_gmt":"2014-11-07T12:58:39","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=28892"},"modified":"2015-08-07T15:22:31","modified_gmt":"2015-08-07T13:22:31","slug":"sinodo-dei-vescovi-il-tempo-cruciale-tra-una-sessione-e-laltra","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sinodo-dei-vescovi-il-tempo-cruciale-tra-una-sessione-e-laltra\/","title":{"rendered":"Sinodo dei vescovi: il tempo cruciale tra una sessione e l\u2019altra"},"content":{"rendered":"
\"L\u2019apertura<\/a>
L\u2019apertura del Sinodo dei vescovi<\/figcaption><\/figure>\n

Il Sinodo dei vescovi \u201crinasce\u201d a 50 anni dalla sua istituzione. Mai in passato un\u2019assemblea sinodale aveva destato tanta attenzione come quella sulla famiglia appena tenutasi in Vaticano. Ora, conclusa la prima fase, il cammino prosegue nelle Chiese locali lavorando sulla Relatio Synodi<\/em>, il documento conclusivo dell\u2019assise straordinaria, presentata alle Conferenze episcopali di tutto il mondo come Lineamenta<\/em> dell\u2019assemblea ordinaria che si terr\u00e0 nell\u2019ottobre 2015<\/strong>. Queste due tappe vanno collocate \u201call\u2019interno di una rinnovata vita sinodale della Chiesa\u201d, sottolinea Massimo Faggioli<\/strong>, docente di Storia del cristianesimo alla University of St. Thomas a Minneapolis \/ St. Paul (Usa). Dagli Stati Uniti, in cui vive e insegna, lo storico ci offre una lettura a tutto tondo del \u201cpercorso nuovo\u201d avviato con questo Sinodo.<\/p>\n

I vari passaggi che hanno scandito l\u2019assemblea straordinaria, e che porteranno all\u2019assemblea ordinaria del 2015, stanno contribuendo a riconfigurare il concetto di \u201csinodalit\u00e0\u201d?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl Sinodo dei vescovi non \u00e8 inteso come un momento celebrativo di un consenso che si d\u00e0 per scontato, ma \u00e8 un\u2019istituzione per la collegialit\u00e0 tra vescovi in una Chiesa sinodale. La collegialit\u00e0<\/em> \u00e8 una delle modalit\u00e0 del rapporto di comunione tra i vescovi insieme al Papa, mentre la sinodalit\u00e0<\/em> coinvolge tutti i fedeli cattolici nella Chiesa, in momenti diversi. Le due realt\u00e0 hanno bisogno l\u2019una dell\u2019altra, e Papa Francesco ha chiamato i vescovi a Roma per due Sinodi, tra ottobre 2014 e ottobre 2015, non come tempi isolati, bens\u00ec all\u2019interno di una rinnovata vita sinodale della Chiesa cattolica\u201d.<\/p>\n

\u201cLa forma di vita della Chiesa \u00e8 proprio sinodale, e anche la famiglia cristiana si pu\u00f2 dire che \u00e8 come un Sinodo in piccolo\u201d. Sono parole del card. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida (Brasile), pronunciate a chiusura dei lavori. Il Sinodo, dunque, riparte\u2026<\/strong><\/p>\n

\u201cRiparte, ed \u00e8 una ripartenza in una situazione molto cambiata, che era difficilmente immaginabile solo due anni fa, quando l\u2019esperienza dei Sinodi nei trent\u2019anni precedenti era di occasioni celebrative e, quindi, frustranti per i partecipanti\u201d.<\/p>\n

Insomma, un percorso \u201cnuovo\u201d pare tracciato.<\/strong><\/p>\n

\u201cNon \u00e8 un passaggio qualunque, perch\u00e9 le questioni di cui ha parlato il Sinodo sono questioni nuove nella storia del magistero della Chiesa che non sia magistero pontificio. E alla luce della storia della Chiesa recente, \u00e8 chiaro che le risposte date nel post-Concilio non sono esaurienti e definitive. Il Concilio Vaticano II, cinquant\u2019anni fa, venne celebrato prima che queste questioni fossero parte della vita di tutte le Chiese locali nella Chiesa globale. In questo senso, \u00e8 un passaggio cruciale, perch\u00e9 il dibattito sinodale deve riprendere dalle questioni pi\u00f9 difficili, su cui non c\u2019\u00e8 un consenso prestabilito sulle soluzioni pastorali da adottare\u201d.<\/p>\n

In che modo verranno colte le sfide poste dalla Relatio Synodi<\/em>?<\/strong><\/p>\n

\u201cCredo che il modo in cui si \u00e8 svolto il dibattito sinodale dell\u2019ottobre 2014 avr\u00e0 un ruolo nel dibattito nella Chiesa universale che inizia adesso: la decisione di Papa Francesco di pubblicare la Relatio<\/em> con i voti ricevuti per ogni singolo paragrafo \u00e8 una decisione diretta a fornire una chiave interpretativa a quel documento e alle sue singole parti. Come \u00e8 stato detto pi\u00f9 volte in conferenza stampa, le due celebrazioni del Sinodo a un anno di distanza ricordano per dinamica le intersessioni conciliari, ovvero il periodo gennaio-agosto che intercorse tra le quattro sessioni del Concilio Vaticano II: in quelle intersessioni, i documenti discussi dai vescovi a Roma ricevettero contributi essenziali per la loro maturazione\u201d.<\/p>\n

In definitiva, come vivr\u00e0 la seconda fase questo Sinodo sulla famiglia?<\/strong><\/p>\n

\u201cMolto dipender\u00e0 dal Papa, da come imposter\u00e0 i prossimi dodici mesi. Papa Francesco ha un disegno ampio in mente, e i due Sinodi sono momenti essenziali di questo disegno di riapertura della Chiesa al mondo – quale \u00e8 – nel segno della misericordia e dei poveri. Ma molto dipender\u00e0 anche dalle Chiese locali, specialmente dai vescovi, ovvero se intendono far vivere di sinodalit\u00e0 anche le loro Chiese locali oppure no. Dall\u2019America, il Paese in cui vivo, vengono segnali contrastanti: il neo-arcivescovo di Chicago, ad esempio, \u00e8 chiaramente in sintonia con Papa Francesco, ma molti altri vescovi, nominati da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, vedono questo pontificato come un elemento di disturbo per una dottrina che considerano consolidata in tutti i suoi dettagli e non soggetta ad alcuno sviluppo. La cosa sorprendente \u00e8 che non si fanno scrupolo di criticare apertamente il Papa, di fomentare la confusione e la divisione nella Chiesa (come di recente hanno fatto Tobin del Rhode Island e Chaput di Philadelphia). Per loro sinodalit\u00e0 \u00e8 sinonimo di parlamentarismo o di \u2018protestantesimo\u2019 (inteso in senso negativo). La sfida che attende Papa Francesco e la Chiesa \u00e8 appena iniziata\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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