{"id":28665,"date":"2014-10-24T14:04:26","date_gmt":"2014-10-24T12:04:26","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=28665"},"modified":"2015-07-21T10:34:32","modified_gmt":"2015-07-21T08:34:32","slug":"concistoro-i-cristiani-perseguitati-attendono-risposte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/concistoro-i-cristiani-perseguitati-attendono-risposte\/","title":{"rendered":"Concistoro: i cristiani perseguitati attendono risposte"},"content":{"rendered":"
\"Rifugiati<\/a>
Rifugiati siriani entrano in territorio giordano<\/figcaption><\/figure>\n

“Un\u2019adeguata risposta anche da parte della comunit\u00e0 internazionale\u201d di fronte alle persecuzioni subite dai cristiani in Medio Oriente \u00e8 stata chiesta da Papa Francesco<\/strong> luned\u00ec mattina, 20 ottobre, in occasione del Concistoro ordinario dei cardinali. \u00c8 stata una \u201criunione partecipata – ha detto il direttore della Sala stampa, padre Lombardi<\/strong>. – Tutti hanno manifestato grande gratitudine per i continui interventi sul tema realizzati dal Santo Padre\u201d.<\/p>\n

I Patriarchi hanno passato in rassegna la situazione dei Paesi dai quali provengono, in particolare Iraq, Siria, Terra Santa, Palestina, Giordania e Libano. Si \u00e8 parlato in particolare dell\u2019ascolto e dei buoni rapporti con le altre confessioni religiose e con i Patriarchi ortodossi. Si \u00e8 cercato di trovare soluzioni fondate sul dialogo con l\u2019islam, a partire dall\u2019educazione dei giovani nelle scuole e nelle famiglie.<\/p>\n

\u201cCome ho avuto occasione di ribadire a pi\u00f9 riprese – ha sottolineato il Papa -, non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Ges\u00f9. Gli ultimi avvenimenti, soprattutto in Iraq e in Siria, sono molto preoccupanti. Assistiamo a un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili. Tanti nostri fratelli sono perseguitati, e hanno dovuto lasciare le loro case anche in maniera brutale. Sembra che si sia persa la consapevolezza del valore della vita umana; sembra che la persona non conti e si possa sacrificare ad altri interessi. E tutto ci\u00f2, purtroppo, nell\u2019indifferenza di tanti\u201d.<\/p>\n

Da parte sua il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin<\/strong>, ha offerto un\u2019articolata considerazione sulla situazione della Chiesa nei Paesi del Medio Oriente. \u201cAbbiamo ascoltato – ha detto – con commozione e grande preoccupazione la testimonianza delle atrocit\u00e0 inaudite perpetrate da pi\u00f9 parti nella regione, ma in particolare dai fondamentalisti del gruppo denominatosi \u2018Stato islamico<\/strong>\u2019, un\u2019entit\u00e0 che calpesta il diritto e adotta metodi terroristici per tentare di espandere il suo potere: uccisioni di massa, decapitazione di chi la pensa diversamente, vendita di donne al mercato, arruolamento di bambini nei combattimenti, distruzione dei luoghi di culto… Ci\u00f2 ha costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case e cercare rifugio altrove in condizioni di precariet\u00e0, sottoposte a sofferenze fisiche e morali\u201d.<\/p>\n

In riferimento poi alla situazione politica in quell\u2019area del mondo (Siria, Iraq<\/strong>…) ha affermato: \u201cRisulta sempre pi\u00f9 chiaro che i conflitti che si vivono nella regione costituiscono una delle pi\u00f9 serie minacce alla stabilit\u00e0 internazionale, cos\u00ec come i conflitti che avvengono in altri luoghi hanno anche un influsso diretto sul Medio Oriente. La pace in Medio Oriente va cercata non con scelte unilaterali imposte con la forza, ma tramite il dialogo che porti a una soluzione \u2018regionale\u2019 e comprensiva, la quale non deve trascurare gli interessi di nessuna delle parti\u201d.<\/p>\n

\u201cIn particolare – ha aggiunto – \u00e8 stata rilevata la necessit\u00e0 e l\u2019urgenza di favorire una soluzione politica, giusta e duratura, al conflitto israelo-palestinese<\/strong> come un contributo decisivo per la pace nella regione e per la stabilizzazione dell\u2019area intera. Al riguardo, si erano aperte speranze di pace con il pellegrinaggio del Santo Padre in Terra santa e il successivo incontro di preghiera in Vaticano con i Presidenti israeliano e palestinese. Il recente conflitto a Gaza ricorda che la situazione \u00e8 grave e difficile, ma bisogna rinnovare gli sforzi diplomatici per una soluzione giusta e duratura, che rispetti i diritti di ambedue le parti in conflitto\u201d.<\/p>\n

Un ruolo particolare dovrebbe spettare all\u2019Iran<\/strong>: tra l\u2019altro, il suo \u201ccoinvolgimento, la moltiplicazione e il miglioramento delle sue relazioni con la comunit\u00e0 internazionale contribuiranno a favorire anche una soluzione soddisfacente alla questione nucleare\u201d.<\/p>\n

Quanto al Libano<\/strong>: \u201cAlleanze e forti interessi dei grandi Paesi mettono a rischio la reale indipendenza e sovranit\u00e0 del Paese dei cedri. La Santa Sede ha sempre sostenuto presso la comunit\u00e0 internazionale l\u2019idea di un Libano indipendente, sovrano, integro e libero, che sia un \u2018messaggio\u2019 di convivenza dei diversi gruppi che lo compongono, come diceva san Giovanni Paolo II\u201d.<\/p>\n

Infine, \u201cvorrei aggiungere solo un tema che \u00e8 stato e continua a essere oggetto di un\u2019attenzione particolare anche da parte della stampa. Mi riferisco al dibattito sull\u2019uso della forza<\/strong> per fermare le aggressioni e per proteggere i cristiani e gli altri gruppi vittime della persecuzione. Al riguardo, si \u00e8 ribadito che \u00e8 lecito fermare l\u2019aggressore ingiusto, sempre per\u00f2 nel rispetto del diritto internazionale, come ha affermato anche il Santo Padre. Tuttavia si \u00e8 visto con chiarezza che non si pu\u00f2 affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare. Esso va affrontato pi\u00f9 approfonditamente a partire delle cause che ne sono all\u2019origine e vengono sfruttate dall\u2019ideologia fondamentalista. Per quanto riguarda il cosiddetto Stato islamico, va prestata attenzione anche alle fonti che sostengono le sue attivit\u00e0 terroristiche attraverso un pi\u00f9 o meno chiaro appoggio politico, nonch\u00e9 tramite il commercio illegale di petrolio e la fornitura di armi e di tecnologia\u201d.<\/p>\n

D. R.<\/strong><\/p>\n

Prossimo viaggio<\/h3>\n

La Sala stampa vaticana ha reso noti gli appuntamenti che scandiranno la visita apostolica di Papa Francesco in Turchia dal 28 al 30 novembre<\/strong>. Prima tappa sar\u00e0 ad Ankara, dove il Papa giunger\u00e0 alle 13 di venerd\u00ec 28, atteso da una visita al Mausoleo di Atat\u00fcrk e da una serie di incontri istituzionali con il Presidente e le autorit\u00e0 del Paese. La mattina del giorno dopo, 29 novembre, il Papa decoller\u00e0 alla volta di Istanbul, dove visiter\u00e0 il Museo di Santa Sofia e la moschea Sultan Ahmet<\/em>, per poi presiedere la messa nella cattedrale dello Spirito Santo, seguita dalla preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di San Giorgio e da un incontro privato con il Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I. Domenica 30 novembre, Francesco sar\u00e0 presente alla liturgia nella chiesa di San Giorgio, conclusa dalla benedizione ecumenica e dalla firma della Dichiarazione congiunta<\/em> con il Patriarca Bartolomeo I. Il rientro a Roma avverr\u00e0 nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, con atterraggio previsto allo scalo di Ciampino per le 18.40. La presenza del Papa a Istanbul, il 30 novembre, coincide con la festa di Sant\u2019Andrea, patrono della Chiesa di Costantinopoli, giorno in cui una delegazione vaticana \u00e8 solita prendere parte alle celebrazioni del Patriarcato. In modo analogo, una rappresentanza ortodossa ogni anno \u00e8 presente a Roma nel giorno della solennit\u00e0 dei santi Pietro e Paolo il 29 giugno.<\/p>\n

Fonte: Radio Vaticana<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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