{"id":28629,"date":"2014-10-24T12:09:23","date_gmt":"2014-10-24T10:09:23","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=28629"},"modified":"2014-10-24T12:09:23","modified_gmt":"2014-10-24T10:09:23","slug":"stavolta-stringo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/stavolta-stringo\/","title":{"rendered":"Stavolta stringo"},"content":{"rendered":"

\"DON<\/a>L’ho fatta lunga con Elio de Barognola, l\u2019amico che non c\u2019\u00e8 pi\u00f9, Elio Cecchetti all\u2019anagrafe? Stavolta stringo, ma solo dopo aver raccontato il delitto che compimmo insieme.<\/p>\n

Ancora 1974. Tocca a me il compito di trasportare sul monte Ansciano, a S. Girolamo, i 15 quintali di cemento che un giorno s\u00ec e l\u2019altro pure ci regalano i Colaiacovo e i Barbetti. Il Ford Transit \u00e8 gaiardo, ma – ahim\u00e9! – troppo largo: appena aggirata la scalea circolare della chiesa di S. Marziale, all\u2019altezza della casa dei Minelli, sommi artigiani del legno a tarsie, il camioncino deve fermarsi: ambedue i suoi specchietti retrovisori toccavano il muro, da una parte l\u2019abside della chiesa, dall\u2019altra l\u2019ultimo metro delle mura medievali, a filo con la casa dei Minelli. E io\u2026 prima spegnere il motore, poi ingranare la prima marcia, poi tirare il freno a mano, forte, come dovessi strozzare un bue, poi scendere dal camioncino, piegare verso l\u2019interno ambedue gli specchietti, risalire\u2026 \u201cElio, non ci avresti una mezza idea per come evitarmi questa tiritera quotidiana?\u201d.<\/p>\n

Tra gli operatori dalla ditta Cecchetti ce n\u2019era uno che soffriva di una leggera forma di spasticit\u00e0: raramente, s\u00ec, ma ogni tanto gli scappava il movimento sgarbato. Sal\u00ec a S. Girolamo, il ruspista spastico, si mise alla guida di una pala meccanica con la benna di piccole dimensioni, ma in grado di rifilare sberle forti; tra i saluti pi\u00f9 cordiali, prese a scendere verso Gubbio. Proprio all\u2019altezza dell\u2019ultimo tratto delle mura medievali, un attacco di spasticit\u00e0 lo colp\u00ec e avvent\u00f2 sacrilegamente la benna contro quelle vetuste vestigia: un tre\/quattro metri della nostra antica grandezza volarono via. Corremmo in Comune, disperati come se lo fossimo sul serio, \u201c\u00e8 tutta colpa nostra, ricostruiamo subito quei tre o quattro metri profanati, subito, con le stesse pietre\u201d.<\/p>\n

Subito, con le stesse pietre, s\u00ec, ma 80 cm pi\u00f9 all\u2019interno rispetto alla casa dei Minelli. Ebbe cos\u00ec fine la mia quotidiana tiritera, e altri mezzi meccanici poterono salire a S. Girolamo<\/p>\n

Elio, amico mio, saltuario frequentatore di chiese, convinto assertore della \u201cdottrina\u201d che preferisce \u201cun moccolo a tempo a un Paternostro fuori tempo\u201d, amico di tanta altra gente, alla quale hai fatto del bene solo perch\u00e9 aveva bisogno che tu le facessi del bene. Elio, oggi che direbbe di te Ges\u00f9? Si limiterebbe a chiamarti una persona perbene, una persona che ha vis-su-to per il be-ne? S\u00ec, certo direbbe anche questo, ma ridirebbe (Mt<\/em> 9,20-22) anche le parole rivolte alla donna cananea sfinita dalle sue interminabili perdite di sangue: \u201cLa tua fede<\/em> ti ha salvata!\u201d. E proporrebbe ancora (Mt<\/em> 8,1-13) ci\u00f2 che ud\u00ec la gente presente a Cafarnao al suo dialogo con il centurione che l\u2019implorava per un suo milite moribondo: \u201cIo vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede<\/em> cos\u00ec grande!\u201d.<\/p>\n

E a noi \u201caddetti ai lavori\u201d, a noi che ci portiamo dentro lo sfragh\u00ecs dell\u2019Ordine sacro, quel Ges\u00f9, quel tuo Ges\u00f9, chiederebbe di ripensare a fondo quale fede Lui vuole dall\u2019uomo per prenderlo con s\u00e9.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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