{"id":28530,"date":"2014-10-17T15:03:59","date_gmt":"2014-10-17T13:03:59","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=28530"},"modified":"2015-07-21T14:12:40","modified_gmt":"2015-07-21T12:12:40","slug":"a-servizio-della-chiesa-e-di-tutto-lumano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/a-servizio-della-chiesa-e-di-tutto-lumano\/","title":{"rendered":"A servizio della Chiesa e di tutto l\u2019Umano"},"content":{"rendered":"

\"paolo-VI\"<\/a>In che senso la santit\u00e0 vissuta da un Papa pu\u00f2 essere un modello per tutti i cristiani? Ci\u00f2 \u00e8 possibile perch\u00e9 anche un Papa \u00e8 e rimane prima di tutto un cristiano, un credente, un discepolo del Signore. Ed \u00e8 questa radice comune della santit\u00e0 che tutti i fedeli possono riconoscere anche in chi ha vissuto in uno stato di vita e in un ministero completamente diverso dal proprio.<\/p>\n

A tutti i fedeli, dunque, Paolo VI – che verr\u00e0 beatificato questa domenica, 19 ottobre<\/strong> – \u00e8 presentato come un credente che ha testimoniato una fede limpida e incrollabile nel Signore Ges\u00f9 e, al tempo stesso, si \u00e8 fatto compagno di viaggio dell\u2019umanit\u00e0 immersa in una cultura che rendeva spesso difficile riconoscere i segni della manifestazione di Dio. Ai Pastori, Papa Montini offre l\u2019esempio di una dedizione senza riserve al servizio della Chiesa, anche nei momenti pi\u00f9 tempestosi della sua vita e a prezzo di grande sofferenza.<\/p>\n

Servire la Chiesa<\/strong><\/p>\n

Chiunque voglia individuare le linee della santit\u00e0 di Paolo VI non pu\u00f2 fare a meno di ricordare che il servizio alla Chiesa ne rappresenta una dimensione fondamentale. Nel Pensiero alla morte<\/em> il Papa afferma che questo \u00e8 stato il motivo unificante di tutta la sua vita: \u201cPer essa, non per altro, mi pare d\u2019aver vissuto\u201d, confessa Paolo VI. L\u2019amore per la Chiesa \u00e8 stata infatti la ragione della sua scelta di vita: \u201cFu il suo amore che mi trasse fuori dal mio gretto e selvatico egoismo e mi avvi\u00f2 al suo servizio\u201d.<\/p>\n

Come accade a tanti Pastori, anche per Paolo VI questo ministero ha spesso incontrato l\u2019incomprensione. Nel momento in cui il suo cammino terreno volge al termine, egli manifesta perci\u00f2 la volont\u00e0 di fare della sua morte un estremo dono d\u2019amore alla Chiesa e il desiderio che la Chiesa sappia quale \u00e8 stato il principio ispiratore della sua vita e del suo servizio: \u201cVorrei che la Chiesa lo sapesse; e che io avessi la forza di dirglielo, come una confidenza del cuore, che solo all\u2019estremo momento della vita si ha il coraggio di fare. Vorrei finalmente comprenderla tutta nella sua storia, nel suo disegno divino, nel suo destino finale, nella sua complessa, totale e unitaria composizione, nella sua umana e imperfetta consistenza, nelle sue sciagure e nelle sue sofferenze, nelle debolezze e nelle miserie di tanti suoi figli, nei suoi aspetti meno simpatici, e nel suo sforzo perenne di fedelt\u00e0, di amore, di perfezione e di carit\u00e0\u201d.<\/p>\n

Nella meditazione di Paolo VI sul ministero di Pastore della Chiesa universale che gli \u00e8 stato affidato, la figura di Pietro occupa ovviamente un posto di primo piano. Oltre che come modello di esercizio dell\u2019autorit\u00e0 ecclesiale, la figura dell\u2019apostolo \u00e8 presentata come paradigma del Pastore che, chiamato a guidare il gregge, deve a sua volta lasciarsi guidare dal Maestro che lo chiama a seguirlo. Paolo VI ritorna con insistenza sul passo evangelico in cui Ges\u00f9 annuncia a Pietro che, quando sar\u00e0 vecchio, sar\u00e0 \u201ccondotto da altri dove lui non vuole\u201d. Proprio in questa condizione Pietro diviene il modello del Pastore che, dopo aver confessato il suo amore per Ges\u00f9 e aver ricevuto il compito di pascere il gregge, non pu\u00f2 fare altro che affidarsi totalmente a Lui e lasciarsi condurre su una strada che non conosce, ma che lo porter\u00e0 a realizzare una perfetta comunione di destino con il Signore, fino al sacrificio della vita.<\/p>\n

Il valore dell\u2019Umano<\/strong><\/p>\n

Quando ci si accosta a Giovanni Battista Montini, ci si rende conto che l\u2019ispirazione religiosa da cui \u00e8 stato guidato il suo agire non \u00e8 mai andata a scapito della capacit\u00e0 di riconoscere l\u2019importanza dell\u2019Umano in tutte le sue dimensioni: l\u2019intelligenza che si interroga sul mondo e la scienza che ne scruta i segreti, la cultura e l\u2019arte che nobilitano e rendono bella la vita umana, la capacit\u00e0 di dare forma al mondo attraverso il lavoro e di costruire una convivenza sociale pacifica e prospera attraverso l\u2019impegno politico.<\/p>\n

Anche su questo, \u00e8 prezioso il Pensiero alla morte<\/em>: \u201cQuesta vita mortale \u00e8, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducit\u00e0, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno d\u2019essere cantato in gaudio e in gloria: la vita, la vita dell\u2019uomo! N\u00e9 meno degno d\u2019esaltazione e di felice stupore \u00e8 il quadro che circonda la vita dell\u2019uomo: questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondit\u00e0\u201d.<\/p>\n

Il paradigma del Concilio<\/strong><\/p>\n

Il servizio pastorale alla Chiesa ha dunque come ultimo scopo che la Chiesa possa compiere il suo servizio all\u2019umanit\u00e0.<\/p>\n

\u00c8 questo il tema che Paolo VI propone con forza al termine del Vaticano II, nel discorso rivolto all\u2019assemblea conciliare il 7 dicembre 1965: \u201cLa Chiesa del Concilio, s\u00ec, si \u00e8 assai occupata, oltre che di se stessa e del rapporto che a Dio la unisce, dell\u2019uomo, dell\u2019uomo quale oggi in realt\u00e0 si presenta: l\u2019uomo vivo, l\u2019uomo tutto occupato di s\u00e9, l\u2019uomo che si fa soltanto centro d\u2019ogni interesse, ma osa dirsi principio e ragione d\u2019ogni realt\u00e0. Tutto l\u2019uomo fenomenico, cio\u00e8 rivestito degli abiti delle sue innumerevoli apparenze, si \u00e8 quasi drizzato davanti al consesso dei Padri conciliari, essi pure uomini, tutti Pastori e fratelli, attenti perci\u00f2 e amorosi: l\u2019uomo tragico dei suoi propri drammi, l\u2019uomo superuomo di ieri e di oggi, e perci\u00f2 sempre fragile e falso, egoista e feroce; poi l\u2019uomo infelice di s\u00e9, che ride e che piange; l\u2019uomo versatile pronto a recitare qualsiasi parte, e l\u2019uomo rigido cultore della sola realt\u00e0 scientifica, e l\u2019uomo com\u2019\u00e8, che pensa, che ama, che lavora\u201d.<\/p>\n

Il Concilio – sottolinea Paolo VI – ha raccolto la sfida lanciata alla Chiesa dall\u2019umanesimo laico, che intende realizzare una pienezza umana indipendentemente da Dio, e ha proposto con forza, ma senza lanciare anatemi, l\u2019umanesimo cristiano come alternativa: \u201cLa religione del Dio che si \u00e8 fatto uomo s\u2019\u00e8 incontrata con la religione (perch\u00e9 tale \u00e8) dell\u2019uomo che si fa Dio. Che cosa \u00e8 avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere; ma non \u00e8 avvenuto.<\/p>\n

L\u2019antica storia del samaritano \u00e8 stata il paradigma della spiritualit\u00e0 del Concilio. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto pi\u00f9 grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l\u2019attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi pi\u00f9 di tutti, siamo i cultori dell\u2019Uomo\u201d.<\/p>\n

 <\/p>\n

La biografia<\/h3>\n

Giovanni Battista Montini nasce a Concesio (Brescia) il 26 settembre 1897 da una famiglia borghese: il padre, giornalista e avvocato, \u00e8 stato direttore del giornale cattolico Il Cittadino di Brescia e parlamentare per tre legislature del Partito popolare, guidato da don Sturzo. Dopo gli studi classici, prima in un collegio gesuita poi in un liceo statale, Giovanni Battista nel 1916 entra in seminario. Viene ordinato sacerdote nel 1920 e si trasferisce a Roma per seguire i corsi di Diritto civile e Diritto canonico alla Pontificia universit\u00e0 gregoriana, e di Lettere e filosofia all\u2019Universit\u00e0 statale. Tre anni dopo, d\u00e0 avvio alla sua attivit\u00e0 diplomatica, collaborando alla Segreteria di Stato vaticana. \u00c8 del 1954 la sua proclamazione, a opera di Pio XII, ad arcivescovo di Milano; nel 1958 \u00e8 creato cardinale da Giovanni XXIII. Alla morte di Roncalli nel 1963, il Conclave, il 21 giugno, elegge Montini, che assume il nome di Paolo VI. Del suo pontificato si ricorda anzitutto il proseguimento e la chiusura, l\u20198 dicembre 1965, del Concilio Vaticano II. Muore il 6 agosto 1978 per un edema polmonare nella residenza di Castel Gandolfo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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