{"id":28174,"date":"2014-09-26T14:14:35","date_gmt":"2014-09-26T12:14:35","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=28174"},"modified":"2015-05-13T15:31:05","modified_gmt":"2015-05-13T13:31:05","slug":"editoria-in-allarme-la-fisc-al-governo-attenuare-i-tagli-sostenere-le-voci-libere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/editoria-in-allarme-la-fisc-al-governo-attenuare-i-tagli-sostenere-le-voci-libere\/","title":{"rendered":"Editoria in allarme. La Fisc al Governo: attenuare i tagli sostenere le voci libere"},"content":{"rendered":"

\"Settimanali-Fisc\"<\/a>Non sappiamo se sia stato troppo pessimista il presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), Francesco Zanotti<\/strong>, quando la mattina di gioved\u00ec 25 settembre alla Camera dei Deputati, intervenendo all\u2019incontro \u201cGarantire il pluralismo dell\u2019informazione. Appello urgente al Governo e al Parlamento\u201d, ha detto: \u201cLa stampa diocesana che rappresento, con le sue 189 testate, sta vivendo un momento veramente difficile. Si naviga a vista, senza sapere cosa accadr\u00e0 domani. Quasi non ci sono pi\u00f9 lacrime per piangere e ci domandiamo se nei confronti della stampa locale in genere, qualcuno voglia la nostra morte\u201d. Il tono con cui ha pronunciato queste parole era accorato ma non disperato. Il fatto di aver indetto un incontro per presentare l\u2019appello al governo, con alcune proposte concrete, denota la volont\u00e0 di opporsi a una crisi che sta toccando un po\u2019 tutto il mondo dell\u2019informazione: dalle reti televisive alle grandi societ\u00e0 editoriali (Rizzoli, Mondadori, Repubblica, Stampa, Sole 24 Ore ecc.) fino alle societ\u00e0 editrici pi\u00f9 piccole. Se le testate giornalistiche nazionali hanno i loro canali per valutare la situazione e fare le loro proposte (la Fieg, anzitutto), per le testate a diffusione regionale e locale, la rappresentanza \u00e8 affidata a strutture pi\u00f9 snelle. Cos\u00ec l\u2019incontro del 25 settembre \u00e8 stato promosso da un cartello di organismi e associazioni in cui convergono oltre alla Fisc, la File (Federazione italiana liberi editori), \u201cAlleanza delle Cooperative italiane per la cooperazione\u201d (che fa capo a Confcooperative), \u201cMediacoop\u201d (nella Legacoop), la Fnsi (sindacato giornalisti), l\u2019Uspi (stampa periodica), fino ad \u201cArticolo21\u201d e altre.<\/p>\n

I pesanti dati della crisi odierna<\/strong>. Questo composito mondo della stampa regionale, provinciale, locale, dei piccoli editori di libri e riviste varie, delle giovani cooperative di giornalisti che si cimentano con la comunicazione in rete e con iniziative d\u2019avanguardia (web 2.0), un tempo magari diviso da storia, tradizione e visioni ideologiche antagoniste, oggi \u00e8 invece accomunato da un destino che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di giornali e riviste dalla storia lunga e gloriosa, ma con crescenti difficolt\u00e0 economiche. I dati forniti all\u2019incontro sono allarmanti: meno 22% le vendite in edicola negli ultimi cinque anni, meno 50% la pubblicit\u00e0, 3000 posti di lavoro persi nelle redazioni delle testate maggiori, 1000 in quelle dei giornali pi\u00f9 piccoli e dei territori. \u201cLa situazione \u00e8 gravissima \u2013 ha spiegato Zanotti – perch\u00e9 la pubblicit\u00e0 da sola non basta per tenere in piedi i giornali, che pure hanno sempre avuto e oggi ancora di pi\u00f9 organici ridotti all\u2019osso, con stipendi magri. Per questo abbiamo ideato questo incontro col quale chiediamo a Governo e Parlamento di rivedere i criteri con i quali vengono distribuiti i sempre pi\u00f9 scarsi fondi all\u2019editoria\u201d.<\/p>\n

Gli aiuti all\u2019editoria in altri paesi Ue<\/strong>. Dello stesso tenore gli altri interventi. \u201cNegli ultimi dieci anni i contributi pubblici all\u2019editoria sono scesi da 120 a 55 milioni di euro\u201d, ha ricordato Roberto<\/strong> Calari<\/strong>, di \u201cAlleanza cooperative italiane\u201d. \u201cCos\u00ec non si pu\u00f2 proseguire. Dopo i 32 giornali che hanno chiuso negli ultimi due anni altre decine di testate locali rischiano di scomparire \u2013 ha proseguito -. Si tratta di giornali radicati nel territorio che sono un elemento essenziale della democrazia e del pluralismo dell\u2019informazione\u201d. \u201cLa crisi \u00e8 di tutto il sistema editoriale \u2013 ha affermato Franco Siddi<\/strong>, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) \u2013 e oltre alla perdita dei posti di lavoro, siamo di fronte a un netto dimagrimento dell\u2019offerta e della qualit\u00e0\u201d. Caterina Bagnardi<\/strong>, rappresentante della File (quotidiani locali) ha descritto i provvedimenti di sostegno all\u2019editoria in alcuni paesi europei: l\u2019Austria con 500mila euro a testata oltre a una quota variabile in funzione delle copie vendute; Danimarca con fondi fino a un massimo di 2 milioni di euro; la Francia con provvidenze varie; la Germania con fondi erogati dai \u201clander\u201d; la Gran Bretagna senza alcun aiuto specifico e totale libert\u00e0 di stampa entro la \u201cCommon Law\u201d.<\/p>\n

Ridurre i tagli ai giornali non-profit<\/strong>. La richiesta formulata da Zanotti a nome della Fisc parte dal fatto che \u201cnegli ultimi due anni abbiamo subito tagli di circa il 60% dei contributi mentre il resto dell\u2019editoria che usufruisce dei contributi sulla legge 250\/90 ha subito un taglio di circa il 30% – ha spiegato -. Quindi, per evitare di dover assistere a chiusure di testate, chiediamo che anche nei nostri confronti si porti il \u2018taglio\u2019 al 30%, cos\u00ec da lasciare un po\u2019 di respiro ai giornali diocesani\u201d. \u201cLa questione – ha aggiunto – non \u00e8 una battaglia per conservare dei \u2018privilegi\u2019, anzi \u00e8 esattamente il contrario: si tratta di poter usufruire di quel minimo di sostegno che permette di mantenere in vita queste voci libere\u201d. Tre gli \u201cappelli\u201d che sono stati rivolti al Governo: avviare un tavolo di confronto con gli operatori del settore per definire obiettivi e strategie per una vera \u201criforma dell\u2019editoria\u201d da tempo attesa; accelerare la revisione delle norme sull\u2019emittenza televisiva e radiofonica; provvedere con la prossima legge di stabilit\u00e0 a garantire le risorse adeguate agli strumenti di intervento che la legge gi\u00e0 oggi prevede per l\u2019editoria non-profit, cooperativa, di idee e di testimonianza (tra cui rientrano in particolare le testate diocesane).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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