{"id":2805,"date":"2002-11-22T00:00:00","date_gmt":"2002-11-22T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2805"},"modified":"2015-07-01T16:34:39","modified_gmt":"2015-07-01T14:34:39","slug":"davanti-al-trono-di-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/davanti-al-trono-di-dio\/","title":{"rendered":"Davanti al trono di Dio"},"content":{"rendered":"
Con questa domenica si chiude l’anno liturgico. Per un intero anno, dall’inizio dell’Avvento, siamo stati accompagnati dalla Parola di Dio alla conoscenza e alla partecipazione a tutta la vicenda di Ges\u00f9. Il Vangelo di questa domenica ce lo presenta alla fine della storia, come re dell’universo, nel momento del giudizio universale. La scena \u00e8 grandiosa. Ges\u00f9, sul trono regale, \u00e8 “accompagnato da tutti i suoi angeli”. Davanti a lui sono convocate “tutte le genti”. Tutti, cristiani e non cristiani, credenti e non credenti, appartenenti a questa e quella razza, vissuti prima e dopo Cristo. Tutti i popoli sono l\u00ec, senza distinzione alcuna.<\/p>\n
S\u00ec, davanti al trono di Dio non ci sar\u00e0 nessuna distinzione, salvo una, che verr\u00e0 riconosciuta dal Figlio dell’Uomo nella sua veste di giudice universale. Una divisione di cui magari neppure ci si accorgeva, a tal punto era deconsiderata. Il giudice la vede e la manifesta. Scrive il Vangelo che Ges\u00f9 divider\u00e0 gli uni dagli altri, come il pastore divide le pecore dai capri. E metter\u00e0 gli uni a destra e gli altri a sinistra. La divisione non passa tra un popolo e l’altro, ma all’interno degli stessi popoli, come pure non divide i credenti dai non credenti, ma all’interno dei due gruppi, e passer\u00e0 – se cos\u00ec si pu\u00f2 dire – all’interno delle stesse persone; per cui accade che una parte di noi stessi star\u00e0 a sinistra e un’altra parte a destra di Ges\u00f9.<\/p>\n
Il criterio della divisione non si basa sulle diversit\u00e0 ideologiche, culturali, e neppure religiose, ma sul rapporto che ognuno ha avuto con i poveri-cristi. E di noi si salver\u00e0 quella parte e quel tempo di vita che ci hanno visti dare da mangiare a chi aveva fame, dare da bere a chi aveva sete, vestire chi era nudo, visitare chi era carcerato. Ges\u00f9 stesso dice: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere…”. Il dialogo tra il giudice e gli interlocutori dei due gruppi mette a fuoco quest’aspetto sconcertante: il giudice universale che tutti, buoni e cattivi, credenti e non credenti, riconoscono come Re e Signore, aveva il volto di quel barbone fastidioso e puzzolente, di quell’anziano arteriosclerotico che non ti dava pace, di quel bambino a tal punto sfigurato da non attirare l’attenzione di nessuno, di quei tanti extracomunitari rispediti indietro (magari a morire) perch\u00e9 qui non possiamo dargli un sostentamento sufficiente.<\/p>\n
L’elenco ognuno pu\u00f2 continuarlo; basta aprire un po’ gli occhi. Certo \u00e8 che il confronto decisivo tra noi e Dio, non avviene in una cornice di gesti eroici e straordinari, ma nella quotidianit\u00e0 e nella banalit\u00e0 degli incontri con i deboli e i poveri. Pertanto il criterio decisivo della salvezza, secondo il Vangelo che ci viene annunciato, \u00e8 l’amore per i poveri, non importa se sai o non sai che in loro \u00e8 presente lo stesso Ges\u00f9. La presenza di Ges\u00f9, il suo identificarsi con loro, \u00e8 un fatto oggettivo. Essi sono sacramento di Cristo, non perch\u00e9 sono buoni e onesti, ma unicamente perch\u00e9 poveri.<\/p>\n
\u00c8\u00a0lontana dalla sensibilit\u00e0 evangelica la ricorrente pretesa che i poveri siano onesti per poter dare loro l’aiuto. \u00c8\u00a0solo un’ottima scusa alla nostra avarizia. Essi vanno amati perch\u00e9 sono nella debolezza. E chiunque pu\u00f2 amarli. Secondo la pagina evangelica non \u00e8 necessaria neppure la fede esplicita. Potremmo dire che \u00e8 un Vangelo che riguarda anche i “laici”. Quelli che stanno alla “destra” dicono esplicitamente che non hanno riconosciuto il Cristo in quei poveri che hanno aiutato. Ma questo non conta; quel che conta \u00e8 la compassione e l’aiuto, si sappia o no che in quel povero c’era lo stesso Ges\u00f9. L’aiuto ai poveri decide la nostra salvezza. Quella dei singoli, ma anche della societ\u00e0, e sin da oggi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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