{"id":2799,"date":"2002-11-15T00:00:00","date_gmt":"2002-11-15T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2799"},"modified":"2002-11-15T00:00:00","modified_gmt":"2002-11-15T00:00:00","slug":"non-audaci-pellegrini-ma-testimoni-di-solidarieta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-audaci-pellegrini-ma-testimoni-di-solidarieta\/","title":{"rendered":"Non audaci pellegrini ma testimoni di solidariet\u00e0"},"content":{"rendered":"
La firma del gruppo dei pellegrini della diocesi di Terni Narni Amelia \u00e8 solo la settima, registrata sul libro delle visite alla grotta della nativit\u00e0 di Betlemme, dall’inizio della seconda intifada in Israele, ossia dalla fine del 2000 a oggi. Un segno che evidenzia pi\u00f9 di ogni altro la situazione disperata in cui versa la Terra Santa, abbandonata all’odio e alla violenza, che, in questi due anni, hanno scoraggiato certamente la presenza degli occidentali. Ecco allora che il pellegrinaggio di solidariet\u00e0, pace e testimonianza in Terra Santa, organizzato dalla diocesi di Terni Narni Amelia, in collaborazione con l’Opera romana pellegrinaggi, \u00e8 stato solo il secondo dall’inizio del 2002. Un pellegrinaggio di cinque giorni, di ventisette persone, tra cui otto sacerdoti, vissuto intensamente tra Nazareth, Cafarnao, Betlemme e Gerusalemme, nell’incontro con i luoghi santi e con la storia sociale attuale di un popolo in guerra.Non coraggiosi o audaci pellegrini, ma testimoni di solidariet\u00e0 e vicinanza alla popolazione, alle diverse etnie costrette a convivere nella stessa citt\u00e0 e negli stessi quartieri, anche se ben delimitati, ma soprattutto costretti a convivere con la stessa paura. La parte pi\u00f9 coinvolgente e significativa del pellegrinaggio \u00e8 stato l’incontro quotidiano con la gente, con le loro storie e problemi, e assai edificante l’incontro con le autorit\u00e0 religiose e civili dei luoghi visitati, dal vescovo di Nazareth mons. Marcuzzo, al Patriarca cattolico latino di Gerusalemme Michel Sabb\u00e0, al custode di Terra Santa Padre Battistelli, al nunzio apostolico mons. Pietro Sambi, al Sindaco di Betlemme e al rappresentante della municipalit\u00e0 di Nazareth. Tutti indistintamente, ebrei e palestinesi, incontrati lungo la strada, hanno espresso in vari modi e con parole diverse il loro disagio e le loro difficolt\u00e0 per una situazione economica e sociale allo sbando e per una quotidianit\u00e0 drammatica. Una disperazione visibile ad ogni angolo della strada, in ogni sguardo e in ogni sorriso, ma una disperazione che spinge ancora di pi\u00f9 a fare e ad aiutare. Alcune migliaia di cristiani hanno abbandonato in questi ultimi anni la Terra Santa, a causa della guerra e della crisi economica, in un paese dove solo una famiglia su tre riesce ad avere un reddito decente e sicuro. La presenza dei pellegrini, amici giunti a portare un segno di speranza e di vicinanza, \u00e8 oggi pi\u00f9 che mai indispensabile, come la pace che tanto si auspica. La convivenza in una stessa citt\u00e0 dovrebbe essere possibile per tutti, anche con la presenza di religioni diverse, di culture diverse, di esperienze di vita diverse. La Terra Santa \u00e8, oggi, un paese abbandonato anche dai pellegrini, ma quanto pi\u00f9 la loro presenza torner\u00e0 ad essere forte tanto pi\u00f9 la speranza della pace si rafforzer\u00e0. Il pellegrinaggio diocesano di Terni \u00e8 stato fortemente voluto dal Vescovo e dalla comunit\u00e0 civile, rappresentata dall’assessore Bufi e dalla dott.ssa Diamanti, in vista anche dell’imminente gemellaggio della citt\u00e0 di Terni con quella di Hebron e alla cittadinanza onoraria gia conferita al Sindaco di Betlemme. Una positiva corrente di solidariet\u00e0 che proseguir\u00e0 durante tutto il periodo di avvento, in quanto le offerte raccolte saranno devolute per aiutare le popolazioni della Terra Santa e che continuer\u00e0 per tutto l’anno con altri pellegrinaggi per diffondere una cultura di pace e per rispondere a quel pressante invito fatto ai pellegrini dal popolo palestinese e israeliano: tornate! Elisabetta LomoroDa Terni pellegrini in Terra SantaLa scorsa settimana alcuni pellegrini della diocesi di Terni – Narni – Amelia sono andati in visita alla Terra Santa (vedi articolo alla pag. di Terni). Il viaggio di ritorno \u00e8 stato il momento per mettere insieme le impressioni raccolte nel corso dei cinque giorni. “Interessante \u00e8 stato l’incontro con i rappresentanti delle istituzioni e la gente comune, che ci hanno fatto ancor di pi\u00f9 comprendere la realt\u00e0 socio politica della Terra Santa” – hanno sottolineato Floris Bertini, Paolo De Santis, Fernando Novelli e Maria Neve Peroni – “interessante \u00e8 stato anche aver vissuto la Terra Santa oltre i ricordi”. L’ass. Stefano Bufi afferma “L’approccio religioso in questo territorio \u00e8 indispensabile. Da lontano si pensa che ci siano meno difficolt\u00e0, ma la situazione \u00e8 pesante e uscirne sar\u00e0 difficile perch\u00e8 ci sono troppe diversit\u00e0 e una crisi economica e sociale immensa”. Mauro De Angelis fa notare come sia evidente la vastit\u00e0 delle contraddizioni tra diversi gruppi culturali in un paese in continua trasformazione dove si nota la crescente forza dello stato di Israele e la progressiva diminuzione della presenza cristiana. E poi c’\u00e8 il fatto della straordinaria capacit\u00e0 dello Stato di Israele di modificare in meglio lo stato di degrado dei luoghi, ricorda Fernando Novelli. “Essere pellegrini \u00e8 certamente una situazione privilegiata – aggiungono Chiara Nenz e Giampaolo Passalacqua – che ci fa capire come queste due popolazione possono convivere dal punto di vista religioso, un po’ meno sotto l’aspetto politico e sociale, e perci\u00f2 la pace sar\u00e0 difficilmente raggiungibile”. Maria De Bruno, entusiasta del suo primo pellegrinaggio in Terra Santa, \u00e8 rimasta meravigliata dalle grandi strutture costruite sopra i luoghi sacri, diverse volte modificate, in cui si nota molto la grande divisione di spazi e luoghi tra le varie confessioni religiose. Fernando ed Angela Dominioni: ” La situazione \u00e8 certamente pi\u00f9 complicata di come si immagini, sia per le informazioni superficiali che giungono in Italia sia per i mille problemi che caratterizzano questa terra, il cui simbolo eloquente \u00e8 la divisione che regna all’interno del Santo Sepolcro”. “La povert\u00e0 che spesso rasenta la miseria \u00e8 evidente, ma spesso si fa molto poco o niente per aiutare sia materialmente che moralmente queste persone” afferma don Mario. “Un pellegrinaggio da ripetere e proporre senza nessun timore per una fascino tutto particolare che palestinesi ed ebrei riescono ad esercitare – afferma don Fabio. “La gioia che il nostro viaggio ha procurato alla popolazione, agli ordini religiosi e la luce di speranza portata a questi due popoli legati da un rapporto di amore e odio, \u00e8 quello che pi\u00f9 mi ha reso felice, afferma Wilma Meneghini, anche se il vuoto assoluto dei pellegrini \u00e8 preoccupante e i cristiani si sentono soli e abbandonati, versando in gravi condizioni economiche, aggiunge don Franco. “Per me \u00e8 stata una forte esperienza di fede perch\u00e9 li ti rendi conto come il cristianesimo sia fondato sulla persona viva che ha calpestato quella terra”, afferma Emanuela Manzi. Il messaggio di solidariet\u00e0, vicinanza e amicizia ai popoli che vivono in Israele, che era lo scopo del nostro pellegrinaggio, credo che sia stato pienamente raggiunto anche se credo nella ripercussione concreta che ci\u00f2 potr\u00e0 avere sullo stato di belligeranza che di fatto si vive in quella regione, afferma Fernando Novelli. Per molti sacerdoti presenti non \u00e8 stato il primo pellegrinaggio in Terra Santa ma don Francesco, don Antonio e don Carlo, don Fernando sono concordi sul fatto che il pellegrinaggio sia stato importante per i contatti avuti con il mondo religioso civile locale e con la gente comune, che ha permesso di aprire gli occhi alla conoscenza della drammatica situazione locale, invitando tutti all’impegno di sensibilizzazione una volta tornati nel proprio ambiente. Un’esperienza che ha rivelato quanto sia ancora difficile e lontana una soluzione del conflitto e quanto sia importante essere solidali e vicini anche come semplici pellegrini per aiutare questa gente. La situazione politica \u00e8 certamente critica, messa in luce dalle sopraffazioni che generano contro risposte, vedi ad esempio gli insediamenti israeliani alla periferia delle citt\u00e0 o nel deserto. Per tutti i pellegrini la soddisfazione grande \u00e8 stata quella di esserci e di aver portato una speranza di pace.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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