{"id":2781,"date":"2002-11-08T00:00:00","date_gmt":"2002-11-08T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2781"},"modified":"2021-03-26T16:53:05","modified_gmt":"2021-03-26T14:53:05","slug":"sanita-e-casa-e-ancora-gli-ultimi-dubbi-sulla-regolarizzazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sanita-e-casa-e-ancora-gli-ultimi-dubbi-sulla-regolarizzazione\/","title":{"rendered":"Sanit\u00e0 e casa e ancora gli ultimi dubbi sulla regolarizzazione"},"content":{"rendered":"
Da qualche settimana, allo sportello per l’immigrazione della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia si stanno rivolgendo molti extracomunitari in attesa di essere regolarizzati per motivi di lavoro, per chiedere informazioni sulla possibilit\u00e0 di usufruire di assistenza sanitaria. La risposta \u00e8 appena arrivata dalla Regione dell’Umbria che, a differenza di quanto fatto dalle vicine Regioni del Lazio e della Toscana, si \u00e8 mossa in maniera piuttosto guardinga. Forse troppo. Infatti su proposta dell’assessore regionale alla Sanit\u00e0, Maurizio Rosi, la Giunta regionale dell’Umbria ha adottato una delibera che prevede per gli stranieri non appartenenti all’Unione europea ed in attesa di regolarizzazione per motivi di lavoro, l’attribuzione del codice ‘stp’ (straniero temporaneamente presente). Questo consente, secondo quanto stabilito dal governo regionale, l’erogazione agli extracomunitari dell’assistenza sanitaria fino all’accoglimento della richiesta di regolarizzazione: in caso di accettazione della domanda, il cittadino straniero verr\u00e0 regolarmente iscritto al servizio sanitario regionale. In realt\u00e0, l’Umbria non ha modificato nulla rispetto a qualche mese fa, ossia rispetto a quando – anche nella piena clandestinit\u00e0 – gli immigrati avevano comunque diritto all’assistenza sanitaria di emergenza, comprensiva dell’accesso al Pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri d’emergenza e senza pagamento: niente accesso, invece, alle prestazioni erogate dal medico di base. Gi\u00e0 dal 17 ottobre scorso, il Lazio e la Toscana iscrivono invece al servizio sanitario nazionale, per tre mesi o comunque fino al completamento della procedura di regolarizzazione, quei cittadini extracomunitari che hanno avviato il procedimento di emersione dalla clandestinit\u00e0. Altra questione molto “calda” affrontata proprio in questi ultimi giorni della “sanatoria” per gli immigrati, come conferma il responsabile dello sportello immigrazione della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, l’avv. Giorgio Pallucco, \u00e8 costituita dal problema degli alloggi per gli extracomunitari irregolari: chi affitta loro un appartamento o ospitano a titolo gratuito uno straniero clandestino ha l’obbligo, entro l’11 novembre prossimo, di denunciare all’autorit\u00e0 di Pubblica sicurezza la presenza dell’extracomunitario. In caso di non adempimento di tale segnalazione, la legge prevede una “multa” per i trasgressori che parte da 160 euro e che pu\u00f2 arrivare a 1.100 euro. “Il nostro lavoro – afferma l’avvocato Pallucco – \u00e8 molto grande, proprio in queste ore: stiamo infatti contattando tutti i proprietari delle case di Spoleto e dintorni o gli stessi immigrati che hanno presentato la domanda di regolarizzazione avvalendosi della nostra intermediazione per allertarli sugli ultimi adempimenti relativi alla casa previsti nel quadro della nuova legge ‘Bossi-Fini'”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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