{"id":27801,"date":"2014-09-04T15:50:54","date_gmt":"2014-09-04T13:50:54","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=27801"},"modified":"2014-09-04T15:50:54","modified_gmt":"2014-09-04T13:50:54","slug":"abat-jour-18","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/abat-jour-18\/","title":{"rendered":"Grande e meritata, la festa"},"content":{"rendered":"

\"DON<\/a>La notizia arriv\u00f2 come una bomba: Franchino compie 50 anni! Nooooo! S\u00ec\u00ec\u00ec\u00ec\u00ec!<\/p>\n

Eppure il tempo, per Franchino come per ognuno di noi, era avanzato con il passo di sempre: 60 secondi fanno un minuto, 60 minuti fanno un\u2019ora, 24 ore\u2026 Meravigliarsi alla notizia che anche per lui erano scoccati i fatidici 50 anni non aveva senso; ma noi della Comunit\u00e0 di Capodarco del\u2019Umbria, e con noi i tanti nostri amici, eravamo tutti rimasti fermi al 1974, al momento in cui era arrivato sul monte Ansciano, nell\u2019ex convento di San Girolamo dall\u2019ospedale pediatrico di Siena; piccolino, sorridente sulla carrozzina fatta per lui su misura; e poco dopo, su istigazione di quell\u2019uomo eccezionale che era il giudice del tribunale dei Minori di Perugia, Giorgio Battistacci, io l\u2019avevo adottato.<\/p>\n

Aveva 10 anni, allora, Franchino, sei dei quali passati in ospedale non perch\u00e9 soffrisse di qualche patologia particolare, tale da giustificare il ricovero, ma perch\u00e9 la mamma lo aveva depositato l\u00ec un giorno e poi non s\u2019era pi\u00f9 fatta viva. Era tetraparetico, soffriva di dislessia e di ritardo mentale (mentale, non affettivo!) di media gravit\u00e0, nulla per\u00f2 che giustificasse un ricovero in ospedale.<\/p>\n

Gi\u00e0, allora: ma da quell\u2019\u201callora\u201d sono passati 40 anni, e Franchino \u00e8 diventato\u2026 Francone. Li abbiamo vissuto sempre insieme, questi 40 anni. E da 28 anni dormiamo nella stessa camera. E i miei molti (troppi) libri di teologia e di antropologia teologica non sono riusciti a spiegarmi che cosa io abbia fatto per meritarmi una simile grazia.<\/p>\n

Abbiamo organizzato per lui una grande festa. Per lui e per Massimo Bongarzone, che compiva anche lui 50 anni ed \u00e8 venuto in comunit\u00e0 da Gualdo Tadino poco dopo l\u2019arrivo di Franco, anche lui portatore di una modesto handicap psico-fisico e di una formidabile capacit\u00e0 di amare.<\/p>\n

Perch\u00e9 lo snodo della questione \u00e8 tutto qui: nella grande capacit\u00e0 di amare che anche un disabile serio pu\u00f2 esprimere. Nell\u2019invito a far festa con noi, che per l\u2019occasione ho rivolto agli amici, dicevo: \u201cAl di l\u00e0 del chiasso che fanno tutti quelli che ne occupano la ribalta, il mondo \u00e8 pieno di persone perbene<\/em>, di donne e uomini per – bene<\/em>, di gente comune che vive per il bene<\/em>, cos\u00ec come la sua coscienza glielo rivela in modo silenzioso, profondo e imperativo. Massimo e Franco, con la loro coscienza che della vita percepisce nettamente l\u2019essenziale, la sua anima profonda, non l\u2019hanno mai dimenticato, il Bene, e momento per momento, nel cuore della Comunit\u00e0 di Capodarco dell\u2019Umbria, hanno vissuto per il Bene ogni giorno dei loro 50 anni.<\/p>\n

Quel Bene che per tutti \u00e8 il volto di Dio, anche per quelli che come loro non riescono nemmeno a pensare Dio, anche per quelli che Dio pensano di doverlo ignorare o ne negano l\u2019esistenza.<\/p>\n

Franco e Massimo se la meritano tutta, la festa che facciamo con loro e per loro\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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