Cosa cambia nella diocesi?<\/strong><\/p>\n\u201cDal punto di vista strettamente operativo, il vescovo ausiliare \u00e8 vicario generale della diocesi, quindi il mio lavoro rimane lo stesso. Dal punto di vista della rappresentanza della diocesi, questo nuovo incarico comporter\u00e0 qualche impegno in pi\u00f9, come in occasione della visita pastorale in cui sar\u00f2 pi\u00f9 direttamente coinvolto\u201d.<\/p>\n
E c\u2019\u00e8 uno stato sacramentale nuovo\u2026<\/strong><\/p>\n\u201cS\u00ec, e implica una partecipazione diretta al collegio apostolico, il cui interesse va al di l\u00e0 della sola citt\u00e0 di Perugia, \u00e8 una fraternit\u00e0 e una responsabilit\u00e0 pi\u00f9 ampia. Vescovo ausiliare \u00e8 un modo diverso di aiutare il vescovo, un ausilio fraterno fondato sulla condivisione dell\u2019episcopato\u201d.<\/p>\n
Le sue parole ci introducono nel tema della comunione ecclesiale \u2026<\/strong><\/p>\n\u201cVolevo, infatti, insistere su questo fatto. A Perugia stiamo assistendo da diversi anni ad una visione collegiale della chiesa per quello che riguarda il modo di esercitare il ministero presbiterale con le unit\u00e0 pastorali che chiedono ai preti di non lavorare pi\u00f9 da soli, ma collaborare con i fratelli su uno stesso territorio. Abbiamo, anche con il Sinodo, una visione di chiesa collegiale nel suo insieme, dove tutta la comunit\u00e0 dei fedeli \u00e8 responsabile nella vita di comunione e missione della chiesa. Per questo avere a Perugia l\u2019immagine anche di un episcopato collegiale accredita ulteriormente questa visione collegiale su cui anche il Papa ha insistito molto parlando di una chiesa di popolo in cui tutto il popolo \u00e8 responsabile, in virt\u00f9 del battesimo, della vita e dell\u2019agire della comunit\u00e0 cristiana\u201d.<\/p>\n
Come si pu\u00f2 spiegare a chi non crede questa realt\u00e0 in cui tutte le parti cooperano seppure in modi diversi, ma che non si chiama democrazia?<\/strong><\/p>\n\u201cLa Chiesa \u00e8 una collegialit\u00e0 in cui non si vota, modellata sull\u2019immagine trinitaria, dal punto di vista teologico, e familiare, dal punto di vista antropologico. In una famiglia non si vota, per\u00f2 si decide insieme nel rispetto dei reciproci ruoli dove tutti sono coinvolti e protagonisti, anche i pi\u00f9 piccoli\u201d.<\/p>\n
\u00c8 stato un anno eccezionale per la nostra Chiesa che ha avuto un cardinale dopo un secolo e mezzo e un vescovo dopo diversi anni. Cosa vuol dire questo per una Chiesa?<\/strong><\/p>\n\u201cCredo voglia dire una maggior responsabilit\u00e0 nel rispondere a questi imprevedibili doni. Come tutti i regali sorprendono perch\u00e9 non legati ad un merito, ma all\u2019amore di chi li d\u00e0. Penso quindi che la nostra Chiesa \u00e8 chiamata ad essere pi\u00f9 collegiale e pi\u00f9 missionaria e a cogliere questo \u2018raddoppio\u2019 degli apostoli come una sollecitazione ad essere maggiormente apostolica, coinvolta nell\u2019\u2018essere in uscita\u2019, nel guardare al di fuori dei propri confini alla luce del Vangelo, come dice Papa Francesco\u201d.<\/p>\n
Si pu\u00f2 dire che lei \u00e8 un vescovo del Concilio perch\u00e9 \u00e8 nato in quegli anni e si \u00e8 formato con la teologia conciliare. Come \u00e8 nata la sua vocazione?<\/strong><\/p>\n\u201c\u00c8 nata nella parrocchia di Case Bruciate con don Antonello che, purtroppo, \u00e8 scomparso il 22 novembre scorso. \u00c8 nata nell\u2019ambito dell\u2019oratorio, nei campeggi, nel lavoro della pastorale giovanile come desiderio di servire soprattutto le nuove generazioni, e infatti dopo il Seminario ho studiato Pastorale giovanile. Ma \u00e8 nata anche nella riscoperta del valore della diocesi, negli anni in cui mons. Pagani, che per me \u00e8 stato molto importante, faceva la Consulta dei giovani e il primo convengo \u201cGiovani verso il Terzo millennio\u201d aiutando i giovani a vivere un nuovo senso di appartenenza e di responsabilit\u00e0 nella Chiesa diocesana. E don Antonello in questo era molto vicino a mons. Pagani e la sua era una parrocchia in cui i ragazzi avevano molto spazio\u201d.<\/p>\n
Poi \u00e8 entrato in Seminario\u2026<\/strong><\/p>\n\u201cE dopo il seminario ho chiesto di studiare pastorale giovanile e quando sono tornato sono stato incaricato della Pastorale giovanile diocesana, avendo peraltro sempre lavorato con i giovani. Ho seguito varie associazioni giovanili perugine come l\u2019Azione Cattolica, la Fuci, gli obiettori di coscienza della Caritas con cui ho vissuto per cinque anni a Montemorcino, finch\u00e9 non sono stato chiamato nel 2001 a Roma per diventare responsabile del Servizio di pastorale giovanile nazionale. Ci sono stato fino al 2007, ed \u00e8 stata un\u2019esperienza di grande spessore umano e spirituale\u201d.<\/p>\n
Con la preparazione delle Gmg \u00e8 stato a contatto con realt\u00e0 di altri continenti. Che cosa le \u00e8 rimasto?<\/strong><\/p>\n\u201cInnanzitutto che non ci possiamo lamentare di casa nostra, perch\u00e9 c\u2019\u00e8 chi sta peggio. Poi mi ha fatto crescere vedere modi diversi di essere Chiesa, a partire dalle esperienze degli italiani all\u2019Estero tra tradizioni antiche e aperture alle realt\u00e0 in cui sono inseriti. Le Gmg sono stati momenti molto preziosi, al di l\u00e0 della fatica e delle difficolt\u00e0 organizzative\u201d.<\/p>\n
Poi dal 2007 \u00e8 rientrato in diocesi \u2026<\/strong><\/p>\n\u201cSono diventato parroco di Ponte San Giovanni , dove ho trovato gi\u00e0 una realt\u00e0 giovanile molto viva. Qui sono stato incaricato di fare l\u2019unit\u00e0 pastorale. C\u2019era gi\u00e0 una collaborazione strutturata con Balanzano e Pieve di Campo ma ho portato avanti questo modo nuovo di essere presenti come chiesa sul territorio, con qualche fatica ma anche con la gioia di vedere condivise dalla gente tante scelte e tanti percorsi. Sono stati per me, come prete, gli anni pi\u00f9 belli. E questo finch\u00e9 nel 2010 il cardinale Bassetti che mi ha chiamato a diventare vicario generale. Ho comunque sempre continuato a fare il prete in parrocchie che per varie vicissitudini non lo avevano\u201d.<\/p>\n
Una filo rosso della sua vita \u00e8 il pellegrinaggio, soprattutto a piedi.<\/strong><\/p>\n\u201cIl pellegrinaggio l\u2019ho scoperto soprattutto grazie all\u2019attivit\u00e0 giovanile e alle GMG. Dal 1994 ad oggi non \u00e8 passato un anno senza che facessi un\u2019esperienza di questo tipo: a piedi, in bicicletta e, anche, in canoa! Credo che sia un\u2019esperienza molto significativa, ho anche teorizzato quali sono le dinamiche che vi si innescano dal punto di vista antropologico e spirituale\u201d.<\/p>\n
Siamo quasi al trentennale del convegno \u201cI giovani verso il Terzo millennio\u201d. Quell\u2019intuizione di mons. Pagani cosa ha lasciato?<\/strong><\/p>\n\u201cQuell\u2019intuizione non \u00e8 mai morta perch\u00e9 da essa \u00e8 nata la Pastorale giovanile diocesana di Perugia, che non ha mai smesso di attenzionare i giovani con le risorse disponibili sia umane che economiche. Ed \u00e8 nata l\u2019idea di portare avanti la pastorale giovanile a livello diocesano perch\u00e8 non basta al giovane l\u2019orizzonte della sua parrocchia. Pagani aveva idee molto lungimiranti sui giovani che devono essere protagonisti della missione della Chiesa e della presenza nel mondo e su questo dobbiamo insistere di pi\u00f9 per rendere i giovani non solo buoni cristiani, ma anche onesti cittadini. Lo stesso Papa Francesco ha parlato ai giovani di impegno sociale, politico, di un\u2019evangelizzazione di vita negli ambienti dove vivono, lavorano, studiano\u201d.<\/p>\n
Uno degli incarichi che le sono stati affidati \u00e8 quello di direttore di Umbria Radio.<\/em> Quanto \u00e8 importante la comunicazione in una diocesi?<\/strong><\/p>\n\u201c\u00c8 importantissima, perch\u00e8 tutto quello che \u00e8 la missione della Chiesa passa attraverso la relazione, sia quello che si vive gomito a gomito nelle parrocchie, sia attraverso i media, che sono un modo per far raggiungere la voce della Chiesa al maggior numero di persone. Non si vive solo di relazioni fisiche, ma anche virtuali\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Non \u00e8 usuale che un Vescovo eletto si prepari all\u2019ordinazione episcopale camminando. Che lo faccia don Paolo Giulietti non sorprende chi lo conosce, chi sa della sua passione che ha tradotto anche in termini teologici e antropologici per spiegare il valore e il significato del pellegrinaggio. Cos\u00ec, nell\u2019intervista rilasciata a La Voce e a Umbria […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[1],"tags":[1188,1287,1094,1108,1125,2137,2213,2225,1282,1535,3096,2175,1392,2022],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27511"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=27511"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27511\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":27584,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27511\/revisions\/27584"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=27511"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=27511"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=27511"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}