{"id":2733,"date":"2002-10-18T00:00:00","date_gmt":"2002-10-17T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2733"},"modified":"2015-07-16T15:17:45","modified_gmt":"2015-07-16T13:17:45","slug":"quarantanni-dal-concilio-ricordi-attualita-attese","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quarantanni-dal-concilio-ricordi-attualita-attese\/","title":{"rendered":"Quarant’anni dal Concilio: ricordi, attualit\u00e0, attese"},"content":{"rendered":"

“Persino la luna si \u00e8 affrettata a guardare…” Con le indimenticabili ed emozionanti parole di Giovanni XXIII alla sera dell’11 ottobre 1962, giornata di apertura del Concilio, \u00e8 stata avviata, a Gubbio, una tavola rotonda sul tema “A quarant’anni dal Concilio: ricordi, attualit\u00e0, attese”.<\/p>\n

Affollata la sala: non pi\u00f9 giovani che ricordavano, non senza un pizzico di nostalgia, quel grande evento, ma anche giovani che della “nuova Pentecoste della Chiesa” (cfr. Enzo Bianchi su Avvenire del 10\/10\/02) avevano solo letto o sentito parlare. Non una rievocazione, ma la lettura di un fatto di 40 anni fa che si \u00e8 rivelato dirompente per la Chiesa e che ancora oggi \u00e8 non solo attuale, ma in molta parte non ancora realizzato.<\/p>\n

La serata si \u00e8 aperta con un filmato, appositamente montato con brani dell’epoca. \u00c8\u00a0stata cos\u00ec evidenziata l’importanza di cogliere la collocazione storica del grande fatto della Chiesa. Erano gli anni delle grandi paure (nucleare, guerra fredda,..) ma anche delle grandi speranze (primi segnali di disgelo), delle prime esplorazioni dello spazio ma anche dei tentativi, almeno in Italia, di utilizzare i nuovi strumenti per una alfabetizzazione di massa (hanno commosso gli spezzoni del maestro Manzi e del suo “Non \u00e8 mai troppo tardi”).<\/p>\n

E poi il muro di Berlino, la crisi di Cuba, il boom economico e, sempre per l’Italia, le forti emigrazioni interne. Attraverso il filmato i partecipanti hanno colto l’annuncio a sorpresa del Concilio dopo soli tre mesi di pontificato del Papa, i preparativi, la giornata di apertura dal “Gaudet mater ecclesia<\/em>” ai “profeti di sventura”, le resistenze all’interno della curia romana. E poi la morte di Giovanni, la ripresa del Concilio con Paolo VI e la sua conclusione nel 1965. Un documento filmico davvero importante e certamente per molti, delle immagini mai vedute.<\/p>\n

Ha avviato la tavola rotonda il vescovo di Gubbio mons. Bottaccioli che era presente ai lavori del Concilio (anche se non a quelli “ufficiali”) in qualit\u00e0 di giovane segretario dell’allora vescovo Ubaldi. Mons. Bottaccioli ha ricordato fatti inediti di quella grande giornata e ha poi affrontato le motivazioni di fondo di quell’assise, la pi\u00f9 grande assemblea deliberante della storia con gli oltre 2500 padri conciliari.<\/p>\n

\u00c8\u00a0seguito l’intervento di mons. Vittorio Peri, preside della facolt\u00e0 teologica di Assisi e “divulgatore” delle gioie e delle speranze conciliari tra i giovani sportivi del Csi del quale \u00e8 Assistente nazionale. Don Peri ha evidenziato lo “stravolgimento conciliare” ma soprattutto si \u00e8 soffermato sul non realizzato, su quanto, cio\u00e8, la Chiesa deve ancora attuare degli insegnamenti conciliari. In particolare, il relatore ha ricordato il coinvolgimento attivo dei laici, il ruolo della donna nella Chiesa, il funzionamento reale dei vari organismi partecipativi ai vari livelli.<\/p>\n

In chiusura del suo intervento, sviluppato in termini di straordinaria chiarezza, mons. Peri ha indicato alcuni passaggi essenziali per cogliere in pieno tutte le indicazioni emerse dal Concilio: una intensa pastorale di evangelizzazione; un laicato pi\u00f9 corresponsabile con una “Chiesa pi\u00f9 laicale e meno clericale”; una comunit\u00e0 pi\u00f9 fraterna e meno burocratizzata, una Chiesa pi\u00f9 centrata sulle cose da fare; una chiesa con una fede meno interiorizzata, ma pi\u00f9 incarnata nel tempo: una fede adulta pi\u00f9 consapevole; una chiesa meno maschilista e pi\u00f9 aperta alle donne.<\/p>\n

Una serata davvero molto bella ed interessante, conclusa dal coordinatore con le parole della Gaudium et Spes cos\u00ec forte e impegnative per tutti: “Il futuro dell’umanit\u00e0 \u00e8 riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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