{"id":2730,"date":"2002-10-11T00:00:00","date_gmt":"2002-10-11T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2730"},"modified":"2021-12-02T19:03:23","modified_gmt":"2021-12-02T17:03:23","slug":"un-vero-artista-e-un-autentico-francescano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/un-vero-artista-e-un-autentico-francescano\/","title":{"rendered":"Un vero artista e un autentico francescano"},"content":{"rendered":"
Il 5 ottobre 2002 presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola si sono svolte le esequie di padre Diego Donati ofm. Il sacro rito \u00e8 stato presieduto da mons. Giuseppe Chiaretti, Arcivescovo di Perugia – Citt\u00e0 della Pieve, alla presenza di numerosi confratelli, dei parenti e degli amici. Era presenti il sindaco di Perugia, Renato Locchi, con il confalone della citt\u00e0, e altre autorit\u00e0 civili, tra cui l’assessore regionale alla cultura Gianfranco Maddoli che ha ricordato “l’artista, l’amico, il maestro di tante generazioni” e “l’interprete forse pi\u00f9 autentico della spiritualit\u00e0 francescana attraverso l’arte”. Con padre Diego, ha aggiunto Maddoli, abbiamo perso “un punto di riferimento umano ed intellettuale che per decenni, al convento di Monteripido e all’Accademia di belle arti, ma da ultimo anche nel doloroso rifugio per malattia in Santa Maria degli Angeli, ha fatto incontrare persone e sensibilit\u00e0 delle pi\u00f9 diverse provenienze e radici”. P.Diego \u00e8 passato al Signore, all’et\u00e0 di 92 anni, il 3 ottobre 2002, nell’infermeria provinciale presso la Porziuncola. Fr. Diego era nato a Grotte di Castro (VT) il 5 dicembre 1910, aveva ricevuto il saio francescano a 15 anni presso il convento della Spineta di Todi ed era stato ordinato sacerdote nel 1933. Il suo itinerario francescano lo vede presente in diversi conventi dell’Umbria ma anche in missione: nel 1937 parte per Dessi\u00e8 (Etiopia), nel 1938 \u00e8 a Addis Alem – Oletta nell’opera di fondazione della missione alle dipendenze di mons. Castellani. Dal 1939 al 1941 \u00e8 parroco a Dessi\u00e8, parrocchia del S. Cuore; nel 1942 patisce in Etiopia un breve periodo di prigionia. Nel 1943 rientra in Italia, \u00e8 a Todi fino all’ottobre 1946, poi a Perugia fino al 1948. E’ poi di nuovo a Chiesa Nuova in Assisi fino al 1951, poi a Perugia Monteripido fino al 6 gennaio 2000, giorno del suo trasferimento all’infermeria della Porziuncola. Nel giorno in cui la famiglia francescana celebrava il Transito, la Pasqua di san Francesco alla Porziuncola, fra Diego ha compiuto la sua Pasqua. Quando io, come ministro provinciale, insieme ai frati e ai familiari, ipotizzavo il suo cambiamento di sede e non tutti si era concordi nell’effettuarlo, fra Diego mi disse: “Decidi come credi pi\u00f9 opportuno, io far\u00f2 l’obbedienza, non vi dar\u00f2 noie; nella mia vita quando ho fatto l’obbedienza mi sono sempre trovato bene. Poi alla Porziuncola ci vengo volentieri, \u00e8 il luogo che Francesco amava, \u00e8 il luogo dove \u00e8 morto”. Questi ultimi tre anni vissuti alla Porziuncola sono stati un esempio per tutti; accettava serenamente le sue sofferenze e quasi desiderava di vedere il volto del Padre. Aveva mantenuto il suo umorismo, la sua lucidit\u00e0 mentale, il suo stile fraterno e amico anche nei confronti di chi non crede. Si entusiasmava per tutto ci\u00f2 che aveva a che fare con la bellezza, con il bene. I suoi occhi erano sempre capaci di osservare, di meravigliarsi, come un bambino di fronte alla grandezza della vita, del creato, della novit\u00e0 che lo supera. Ha vissuto quest’ultimo tempo nella fede, con la preghiera, lasciandosi accudire e trasmettendo a chi lo incontrava quella pace che aveva nel cuore. Non \u00e8 possibile ripercorrere in queste brevi note i passi del suo itinerario artistico, spirituale e intellettuale; ci soffermiamo solo su alcuni accenti caratteristici. Da un confratello, padre Leone Bracaloni, riceve ancora studente di teologia i primi rudimenti della pittura e dell’arte. A Dessi\u00e8, in Etiopia, realizza tre pale d’altare per la chiesa Cattedrale e inizia la sua pratica come incisore. Nel 1946 realizza la sua prima mostra personale a Todi, nel 1947 si diploma in pittura murale all’Istituto Bernardino di Betto di Perugia. E’ poi assistente del prof. Pietro Parigi a Perugia, e dal 1962 al 1976 \u00e8 titolare della cattedra di incisione dell’Accademia di Belle Arti a Perugia. E’ stato autore di numerose pale d’altare: a Grotte di Castro, a Monteripido, a S. Agostino di Perugia; e di pregevoli cartelle grafiche e illustrazioni di volumi. Dal 1946 al 1995 ha effettuato numerose mostre personali, e altre collettive, non solo in Italia, ma anche in Svizzera, in Germania, in Argentina, Francia, Spagna, Iugoslavia. Le sue incisioni, le xilografie, le acqueforti, le acquetinte, sono state riconosciute e premiate, anche per il suo stile innovativo. Nel 1995 le sue opere sono state esposte in una mostra antologica presso la Rocca Paolina di Perugia ed il nome di padre Donati \u00e8 stato iscritto nell’Albo d’oro della stessa citt\u00e0; due xilografie sono entrate a far parte del prestigioso Gabinetto delle Stampe di Salisburgo. Nel 2000, l’Accademia delle Belle Arti di Perugia ha conferito a padre Diego la medaglia di merito quale “prestigioso e impareggiabile maestro delle tecniche e dell’arte dell’incisione”. Padre Diego \u00e8 certamente uno dei pi\u00f9 rappresentativi Maestri incisori del Novecento. Nel 2001 ha effettuato un’ultima mostra, sul suo itinerario artistico, alla Porziuncola. L’arte era per padre Donati uno sguardo luminoso e sereno di contemplazione, era lasciare risuonare dentro di s\u00e9 la bellezza del creato e degli uomini, per poi farla rifluire nelle sue incisioni, xilografie, acqueforti. Cos\u00ec egli si esprime nella sua breve autobiografia: nel 1976, “non essendo impegnato con la scuola, potevo ora dedicare molte pi\u00f9 ore alla mia professione grafico-incisoria e a cantare le tantissime bellezze della nostra Umbria, segnatamente di Perugia. Il bello \u00e8 l\u00ec, profuso a piene mani. Basta spalancare una finestra. Se ne sta nascosto tra gli alberi, le acque e le case; cammina con le persone. Non ci vuole molto a scoprirlo e a catturarlo e … senza clamore … farne un messaggio per l’umanit\u00e0. Gi\u00e0 … ma proprio questo \u00e8 l’arte!”. Tutto questo cammino artistico \u00e8 stato accompagnato anche da una grande operosit\u00e0, una concreta sapienza, un’amicizia rivolta alle persone pi\u00f9 intime, ai confratelli, ai tanti alunni e discepoli che da lui hanno preso le mosse per diventare a loro volta grafici, incisori, pittori. Questo cammino non lo ha allontanato dalla fedelt\u00e0 alla vocazione che aveva ricevuto dal Signore, anzi, la prima \u00e8 stata il punto di partenza per far crescere il suo spirito, per guardare alle realt\u00e0 della vita con umilt\u00e0, sapienza e meraviglia: in tutto \u00e8 emersa la sua tenacia di uomo riconciliato, di cristiano, di francescano. Talvolta ha dovuto sottomettersi all’obbedienza e offrire, sull’altare della sequela evangelica, anche il suo genio artistico: ma tutto questo non ha fatto che rafforzarlo nel bene e nella creativit\u00e0. Le prime opere di carattere pi\u00f9 religioso, di iconografia sacra, lasceranno il posto – nell’evoluzione spirituale di fra Diego – alla rappresentazione della bellezza di Dio nel creato e dei paesaggi medievali. Grazie fra Diego per la tua umanit\u00e0, per la tua fede sincera, per la tua vocazione francescana vissuta in letizia, sapienza e semplicit\u00e0 di cuore.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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