{"id":27281,"date":"2014-07-31T18:46:29","date_gmt":"2014-07-31T16:46:29","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=27281"},"modified":"2015-05-20T12:16:28","modified_gmt":"2015-05-20T10:16:28","slug":"commento-al-vangelo-29","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/commento-al-vangelo-29\/","title":{"rendered":"Un miracolo di condivisione"},"content":{"rendered":"
In questa domenica ci troviamo davanti a uno dei miracoli pi\u00f9 conosciuti dell\u2019intera vita di Ges\u00f9. Un accadimento riportato in tutti i Vangeli sinottici con dovizia di particolari (c\u2019erano 5.000 persone) e avvenuto – per chi ha avuto la fortuna di recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa – in un luogo preciso, o almeno identificabile con buona approssimazione. Chi ha avuto la pazienza di seguirci in queste settimane avr\u00e0 compreso che non siamo molto \u201cattratti\u201d, anzi sempre abbastanza scettici, nei confronti delle moderne forme di attrazione verso manifestazioni miracolistiche o soprannaturali. In questo siamo per\u00f2 confortati dall\u2019atteggiamento della Chiesa, da sempre molto cauta.<\/p>\n
Il Signore ci mette oggi davanti proprio una di queste forme, e ci scusiamo se il nostro approccio cercher\u00e0 di dare una lettura del racconto magari forzandolo un po\u2019. Ci appelliamo alla clemenza del Signore, ma anche a quella dei lettori. Il brano \u00e8 conosciuto come \u201cla moltiplicazione dei pani\u201d, ma in nessuno dei tre racconti (cf anche Mc<\/em> 6,32-44; Lc<\/em> 9,10-17) compare il termine \u201cmoltiplicazione\u201d. C\u2019\u00e8 un partire da quel pochissimo che si ha, cinque pani e due pesci, riuscendo per\u00f2 a saziare tutti. Ges\u00f9 ha saputo – secondo la narrazione di Matteo – che suo cugino Giovanni Battista \u00e8 stato ucciso, e si ritira in un luogo deserto. Le folle lo seguono, lasciano la comodit\u00e0 della citt\u00e0 per un luogo inospitale, attirati dalla sua presenza, e lui ne ha compassione.<\/p>\n Questo primo passaggio ci fa sentire Ges\u00f9 molto vicino; nel suo essere vero uomo, lo comprendiamo a fondo quando lo percepiamo particolarmente sensibile alla sofferenza umana, in questo momento in cui deve elaborare la perdita di un \u201cfamiliare\u201d. Il Cristo decide allora di guarire gli ammalati che altri probabilmente avevano trascinato fino a quel luogo: alleviare le loro sofferenze avr\u00e0 alleviato un po\u2019 anche la sua. Venuta la sera, i discepoli con umano pragmatismo lo avvicinano perch\u00e9 congedi le folle e lui risponde: \u201cDate voi stessi da mangiare a loro\u201d. Questa risposta potrebbe indicare che nei discepoli c\u2019\u00e8 gi\u00e0 la possibilit\u00e0 di compiere questo \u201cmiracolo\u201d. Potremmo essere anche portati a pensare che sia il loro sacrificio, loro stessi, a poter diventare sostentamento per tanti seguaci di quel Cristo che radunava tanta gente.<\/p>\n L\u2019indicazione di Ges\u00f9 \u201cdate voi stessi da mangiare\u201d ci ricorda l\u2019aspetto fondamentale di tutta la vita del cristiano, la carit\u00e0. A ognuno di noi \u00e8 chiesto di farci prossimo in maniera reale; tutta la nostra formazione, la nostra catechesi deve portare a questo, riconoscere Ges\u00f9 nei pi\u00f9 piccoli e nei sofferenti e portargli soccorso, dargli da mangiare, da bere e di che vestirsi (Mt<\/em> 25,35-40). Dobbiamo fare molta attenzione perch\u00e9 la nostra formazione non sia a compartimenti stagni: chi prega e chi fa le opere. La carit\u00e0 \u00e8 compito di tutti, non di alcuni \u201cprofessionisti del settore\u201d.<\/p>\n Ma torniamo al testo. I discepoli mettono a disposizione quanto hanno, sinceramente molto poco, ma qui inizia una serie di azioni che ricordano in maniera forte l\u2019istituzione dell\u2019eucaristia. Ges\u00f9 prende i pani, alza gli occhi al cielo, pronuncia la preghiera di benedizione, li spezza, li consegna ai discepoli, e i discepoli alle folle. \u00c8 in questo passaggio che avviene qualcosa. Come fare oggi a replicare il miracolo dei pani? Vorremmo concentrarci sulla circolazione di questi pani tra la folla.<\/p>\n E se il miracolo di Ges\u00f9 (non ce ne voglia!) fosse stato, grazie alla sua misericordia, quello di scatenare l\u2019altruismo della gente accorsa? E se, visto che i discepoli avevano messo tutto nella mani del Signore, ognuno dei presenti avesse fatto altrettanto con quanto aveva nella borsa e non avesse tenuto nulla per s\u00e9, condividendo i loro viveri con quanti erano usciti di casa senza portare nulla, per dimenticanza o per povert\u00e0? Durante il passaggio di mano in mano, ci piace pensare che qualcuno abbia preso e che tanti abbiano condiviso con chi non conoscevano quello che avevano portato, attivati, in questo moto di grande generosit\u00e0, da Ges\u00f9 e dai discepoli.<\/p>\n Questa dinamica di una Chiesa, di un popolo di Dio che si apre, che diventa missionario, che mette a disposizione quanto ha senza troppi calcoli, \u00e8 la Chiesa cara a Papa Francesco, che tanta breccia pare stia facendo nel cuore di tanti cristiani della nostra nazione un po\u2019 narcotizzata da una mentalit\u00e0 troppo utilitaristica. Se prendiamo come possibile questa opzione, anche noi oggi potremmo sentirci discepoli a cui viene chiesto di dare da mangiare alla gente e a cui viene chiesto di mettere a disposizione quel poco che possiedono.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" In questa domenica ci troviamo davanti a uno dei miracoli pi\u00f9 conosciuti dell\u2019intera vita di Ges\u00f9. 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