{"id":25894,"date":"2014-07-01T15:53:16","date_gmt":"2014-07-01T13:53:16","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=25894"},"modified":"2015-07-27T11:19:59","modified_gmt":"2015-07-27T09:19:59","slug":"commento-al-vangelo-25","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/commento-al-vangelo-25\/","title":{"rendered":"Il Padre si rivela ai \u201cpiccoli\u201d"},"content":{"rendered":"
Nelle letture di questa domenica ci viene proposta una delle due preghiere fatte direttamente da Ges\u00f9, presenti nel Vangelo di Matteo<\/em>; la seconda \u00e8 quella che verr\u00e0 recitata nell\u2019Orto degli ulivi. Ges\u00f9 inizia lodando il Padre perch\u00e9 nella sua benevolenza ha nascosto queste cose ai \u201csapienti e ai dotti\u201d per \u201crivelarle ai piccoli\u201d. Un elogio chiaro e forte alla semplicit\u00e0 e all\u2019umilt\u00e0 del cuore, e una presentazione altrettanto esplicita delle dinamiche che animano Dio Padre e di ci\u00f2 che a Lui piace.<\/p>\n Non poteva essere diversamente, oseremmo dire, in quanto il nostro \u00e8 un Dio che si \u00e8 fatto piccolo, si \u00e8 fatto uomo, nato in una semplice famiglia, cresciuto in mezzo ad artigiani e \u201cdonne di casa\u201d. Ancora oggi non sempre accettiamo facilmente n\u00e9 riusciamo a giustificare, davanti a tanti fatti, che il nostro Dio – il re \u201cgiusto e vittorioso\u201d (Zc<\/em> 9,9) della prima lettura, che estende il Suo dominio da \u201cmare a mare\u201d (Zc<\/em> 9,10) – possa presentarsi vestendo i panni del figlio di un falegname che resta sottomesso alla sua famiglia e utilizza i suoi primi trent\u2019anni per crescere in \u201csapienza, et\u00e0 e grazia davanti a Dio e agli uomini\u201d (Lc<\/em> 2,52) senza sfruttare da subito i suoi \u201csuper-poteri\u201d.<\/p>\n Una riflessione ci sorge spontanea come genitori, in questo momento in cui il mondo ci sembra aver accelerato rispetto alle attese nei confronti dei figli. Quante aspettative, quante pressioni, quanta \u201cansia da prestazione\u201d anche da parte dei genitori cristiani rispetto ai figli! Come se la felicit\u00e0, la realizzazione, passassero sempre dall\u2019essere sapienti e dotti, belli e realizzati socialmente. Dobbiamo aiutarci a tornare all\u2019essenziale della vita, discernere quella \u201cparte migliore\u201d che non ci \u201csar\u00e0 tolta\u201d (Lc<\/em> 10,42) evitando la tristezza che scaturisce dalla ricerca malata di piaceri superficiali (Papa Francesco, EG<\/em> 2)<\/p>\n L\u2019affermazione \u201chai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli\u201d (Mt<\/em> 11,25) potrebbe sembrare una discriminazione verso una certa classe di intellettuali, ma cos\u00ec non \u00e8: siamo noi che a volte, indipendentemente dai titoli, mettiamo solo la nostra forza, le nostre conoscenze per cercare di capire i messaggi di Dio e i segni dei tempi. Quante volte ci approcciamo alla sacra Scrittura da studiosi, usando solo l\u2019intelletto – che \u00e8 necessario, ma, se utilizzato da solo, non permette al cuore di presentare le proprie impressioni, il proprio sentire, non permette di emozionarsi, di rendere lode a Dio per la Sua benevolenza, ch\u00e9 anzi spesso non viene nemmeno riconosciuta (vedi il n.153 della EG<\/em> di Papa Francesco). I sapienti e i dotti a cui si riferisce Ges\u00f9 in questo brano sono coloro che, attraverso una serie di precetti che rendono schiavi della legge, hanno giudicato Giovanni il Battista come \u201cindemoniato\u201d (Mt<\/em> 11,18) o Ges\u00f9 stesso come \u201cmangione e beone, amico di pubblicani e peccatori\u201d (11,19).<\/p>\n Un primo esame di coscienza andrebbe fatto su questo punto, a cui ci richiama spesso il Papa: quanto giudichiamo e quanto ci sentiamo una comunit\u00e0 di bravi, di buoni, di perfetti? Il Padre ha donato a Ges\u00f9 tutto, con la libert\u00e0 di utilizzarlo come voleva. Ha salvato altri e avrebbe anche potuto salvare se stesso (Mt<\/em> 27,42), avrebbe potuto utilizzare la sua potenza ed essere infedele alla sua missione ma la grandezza del \u201cFiglio dell\u2019uomo\u201d e la nostra salvezza passano dalla sua fedelt\u00e0 al progetto, dal bere fino in fondo il calice che il Padre gli aveva dato (Gv<\/em> 18,11). Non \u00e8 un atteggiamento buonista: se ripassiamo la nostra vita, quante soddisfazioni, gratificazioni e insegnamenti abbiamo avuto ogni volta che siamo riusciti a fare esperienza di umilt\u00e0, a essere miti, magari davanti a chi si proponeva a noi con forza e prepotenza.<\/p>\n Ges\u00f9, come il Padre, \u201cpreferisce\u201d gli umili e i piccoli, coloro che non hanno voce. Se lui si \u00e8 fatto umile e mite, anche noi dobbiamo assumere questo atteggiamento, perch\u00e9 possiamo avere il ristoro dato dal seguire il Signore. Non ci verr\u00e0 tolto il \u201cgiogo\u201d ma ne verr\u00e0 alleggerito il peso. Il giogo della Legge non opprime pi\u00f9 il cristiano, ma rende dolce il perseguirla, perch\u00e9 \u00e8 una legge fondata sull\u2019amore.<\/p>\n Questa \u00e8 una grande consolazione perch\u00e9 \u00e8 come se la nostra vita fosse destinata – come spesso accade – a diventare fragile, stanca, povera, malata, ma anche allora potremo avere la certezza di essere vicini al Signore. Egli potr\u00e0 comprenderci, e non ci far\u00e0 mancare il Suo ristoro.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Nelle letture di questa domenica ci viene proposta una delle due preghiere fatte direttamente da Ges\u00f9, presenti nel Vangelo di Matteo; la seconda \u00e8 quella che verr\u00e0 recitata nell\u2019Orto degli ulivi. Ges\u00f9 inizia lodando il Padre perch\u00e9 nella sua benevolenza ha nascosto queste cose ai \u201csapienti e ai dotti\u201d per \u201crivelarle ai piccoli\u201d. 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