<\/a>Una data storica: il 18 giugno 2014 ricorre il 75\u00b0 anniversario della proclamazione di san Francesco d\u2019Assisi e santa Caterina da Siena Patroni d\u2019Italia. La decisione fu presa da Pio XII (2 marzo 1939 – 9 ottobre 1958) pochi mesi dopo la sua elezione, con un solenne documento, Breve pontificio, firmato dal cardinale segretario di Stato Luigi Maglione.<\/p>\nSiamo in piena epoca fascista, al culmine della sua tracotante sicurezza. In Germania domina Hitler, che il 1 settembre 1939 decreta l\u2019aggressione della Polonia e determina a catena la Seconda guerra mondiale che far\u00e0 milioni di morti e disastrose rovine in tutta Europa. Anche l\u2019Italia, dopo circa due anni di incertezze, sciaguratamente si lascia trascinare nella guerra a fianco della Germania. Sembra che per un presagio celeste il Papa abbia sentito il bisogno di chiamare in causa due grandi santi come patroni e difensori della patria. Sapeva che san Francesco e santa Caterina avevano fama e ammirazione da parte di tutti, anche dei fascisti che in queste figure vedono una gloria dell\u2019Italia sia per la santit\u00e0 sia per il lustro che recano al Paese presso tutte le nazioni del mondo cattolico ed anche per la loro opera letteraria e per l\u2019arte che hanno suscitato. \u00c8 stata pi\u00f9 volte ripetuta, ad esempio, la frase attribuita contemporaneamente a Pio XII e a Mussolini secondo cui san Francesco \u00e8 \u201dil pi\u00f9 santo degli italiani e il pi\u00f9 italiano dei santi\u201d. Per Pio XII per\u00f2 era pi\u00f9 importante additare queste due straordinarie figure, nella eccezionalit\u00e0 della loro esperienze religiosa, come veri patrocinatori della causa della pace e del benessere per l\u2019Italia e come modelli di vita per tutti, perch\u00e9 cresca il fervore religioso e la piet\u00e0 nel popolo cristiano.<\/p>\n
Secondo l\u2019intenzione di Papa Pacelli i Patroni assegnati alle \u201cgenti d\u2019Italia\u201d, ai \u201cnostri connazionali, presso il Signore\u201d hanno la funzione di \u201ccustodi e difensori\u201d del popolo. Non esiste d\u2019altra parte nessuna nazione che sia orfana di patroni e protettori.<\/p>\n
In antico il clero e il popolo, d\u2019accordo con i pubblici poteri, si preoccupavano anche di avere i corpi dei santi o almeno le loro reliquie da custodire devotamente in santuari posti ai confini del territorio della citt\u00e0 per svolgere la funzione di difensori della sicurezza e della pace contro gli assalti dei nemici. \u00c8 evidente che la fede cattolica e la santit\u00e0 non hanno confini e soffrono ad essere ristretti in una dimensione nazionale. Sappiamo dello spirito e della vocazione universalistica di Francesco che va dal sultano d\u2019Egitto, scrive una lettera ai reggitori del mondo e a tutti i fedeli della terra e cos\u00ec santa Caterina che si adopera e riesce a convincere Papa Gregorio XI a lasciare la sede di Avignone e ritornare a Roma. Ma \u00e8 pur vero che Francesco e Caterina sono esempi di lingua e letteratura italiana, appartenevano ad un citt\u00e0 e ad un territorio e si adoperavano per la pace tra le citt\u00e0 e le fazioni cittadine.<\/p>\n
Per quanto riguarda Francesco e il suo essere dichiarato Patrono d\u2019Italia per noi umbri \u00e8 un vanto e un motivo di adesione concreta al suo insegnamento e al suo esempio.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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