{"id":25647,"date":"2014-06-20T13:51:17","date_gmt":"2014-06-20T11:51:17","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=25647"},"modified":"2015-08-04T16:06:56","modified_gmt":"2015-08-04T14:06:56","slug":"labbazia-di-santa-croce-di-sassovivo-tra-scavi-e-restauri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/labbazia-di-santa-croce-di-sassovivo-tra-scavi-e-restauri\/","title":{"rendered":"L\u2019abbazia di Santa Croce di Sassovivo tra scavi e restauri"},"content":{"rendered":"
\"L'area<\/a>
L’area degli scavi a Sassovivo<\/figcaption><\/figure>\n

Anche il famoso fotografo statunitense Steve McCurry, girando in lungo e in largo per l\u2019Umbria, ne ha scoperto l\u2019affascinante bellezza. Arroccata in un paesaggio naturale che ha pochi eguali, l\u2019abbazia di Santa Croce di Sassovivo (Foligno) \u00e8 infatti protagonista di due dei 100 scatti che fanno parte della mostra \u201cSensational Umbria\u201d in esposizione a Perugia: il chiostro romanico e un momento di vita comunitaria dei monaci Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, che gestiscono l\u2019abbazia dal 1979 su mandato del Vescovo di Foligno.<\/p>\n

Il complesso di recente \u00e8 stato oggetto di una campagna di scavi archeologici condotta da 21 laureati della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio dell\u2019Universit\u00e0 La Sapienza di Roma, sotto la direzione di Maria Romana Picuti e sotto l\u2019alta sorveglianza della Soprintendenza ai beni archeologici dell\u2019Umbria e per i beni architettonici e paesaggistici dell\u2019Umbria. Lavori resi possibili grazie ai fondi dell\u2019Universit\u00e0 e della rinata \u201cAssociazione degli amici dell\u2019abbazia di Sassovivo\u201d.<\/p>\n

Lo scavo, che ha interessato l\u2019area esterna del sagrato, ha riservato delle scoperte \u201cin parte attese, ma certamente interessanti\u201d – spiega la dott.ssa Picuti. Sono infatti venute alla luce possenti strutture murarie (risalenti al XIII secolo) che sembrano essere un prolungamento della chiesa, \u201cuna specie di avancorpo relativo all\u2019originaria struttura medievale dell\u2019abbazia benedettina, che nel corso dei secoli sub\u00ec dei rifacimenti e che probabilmente doveva essere molto pi\u00f9 grande dell\u2019attuale\u201d sottolinea. Al centro \u00e8 stata rinvenuta una fornace ottocentesca.<\/p>\n

Lo scavo rimarr\u00e0 aperto fino a settembre: \u201cL\u2019intenzione \u00e8 di allargare l\u2019area da indagare e di approfondire i livelli per andare alle fasi pi\u00f9 antiche\u201d prosegue Picuti. Nei mesi di luglio e agosto sar\u00e0 possibile visitare l\u2019area con visite guidate (in fase di definizione).<\/p>\n

Intanto dal marzo scorso sono ripresi i lavori di restauro del complesso abbaziale. Si tratta del terzo cantiere di lavoro dopo i gravi danni subiti dalla struttura a seguito del terremoto del 1997. Il primo ha interessato il recupero dell\u2019ala della Fraternit\u00e0, il secondo, iniziato nel 2002, la chiesa, il chiostro, la biblioteca e altri annessi. Oggi, grazie anche all\u2019interessamento dell\u2019Associazione amici di Sassovivo (ricostituitasi nel 2011) – di cui \u00e8 presidente l\u2019archeologa Roberta Taddei – e all\u2019interessamento del vescovo di Foligno mons. Gualtiero Sigismondi, del direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici Francesco Scoppola e dell\u2019arch. Battoni, responsabile della sezione Beni culturali della Protezione civile della Regione dell\u2019Umbria, \u201ci fondi residui – spiega Taddei – rimasti bloccati in Regione sono stati svincolati, cos\u00ec che si sono potuti riappaltare i lavori di restauro interrotti nel 2006 per il fallimento della ditta al tempo esecutrice dei lavori. Sar\u00e0 cos\u00ec possibile portare a termine i restauri del chiostro cosmatesco, oltre a fare il necessario collaudo dei nuovi impianti di riscaldamento ed elettrico\u201d.<\/p>\n

L\u2019abbazia, la cui propriet\u00e0 \u00e8 divisa tra la diocesi, lo Stato e un privato, \u00e8 gestita dalla comunit\u00e0 dei Piccoli Fratelli: in tutto sono 7 religiosi che si dedicano alla preghiera, all\u2019accoglienza e all\u2019organizzazione delle varie attivit\u00e0 culturali.<\/p>\n

L\u2019ABBAZIA<\/strong><\/p>\n

L’abbazia di Sassovivo – spiega Roberta Taddei -, fondata dal monaco eremita Mainardo intorno al 1070, \u00e8 centro di una formidabile potenza religiosa, politica ed economica. Gi\u00e0 nel 1138 Innocenzo II le concesse il privilegium protectionis et exemptionis, cio\u00e8 il privilegio di dipendere direttamente dalla Chiesa di Roma, decretandone l\u2019esenzione dalla giurisdizione vescovile. I suoi possedimenti si estendevano da Roma a Spoleto, Orte, Amelia, Bagnoregio, Orvieto, Todi, Perugia, Assisi e Camerino. Una prova dell\u2019eccezionale fioritura della congregazione \u00e8 anche la costruzione, nel 1229, del mirabile chiostro cosmatesco. Il complesso nasce come castello fortificato, donato dai conti Monaldi, di stirpe longobarda, a Mainardo. L\u2019identificazione del perimetro della residenza\/fortezza, che rappresenta il nucleo originario sul quale si imposteranno le varie fasi costruttive dell\u2019abbazia, \u00e8 di eccezionale importanza per la conoscenza dell\u2019architettura longobarda e sta in parte emergendo grazie anche ai recenti scavi\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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