{"id":2500,"date":"2002-06-21T00:00:00","date_gmt":"2002-06-20T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2500"},"modified":"2015-07-28T16:17:16","modified_gmt":"2015-07-28T14:17:16","slug":"nel-solco-della-tradizione-ritorna-umbria-jazz-a-perugia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nel-solco-della-tradizione-ritorna-umbria-jazz-a-perugia\/","title":{"rendered":"Nel solco della tradizione ritorna Umbria jazz a Perugia"},"content":{"rendered":"

Dal 12 al 21 luglio ritorna Umbria jazz. Quest’anno sar\u00e0 un’edizione da ‘puristi’, come l’ha definita il Direttore artistico Carlo Pagnotta, un omaggio al jazz senza contaminazioni e sconfinamenti in territori affini ma diversi, con l’intenzione, forse ambiziosa, di fare il punto sullo stato di questa musica nelle sue forme pi\u00f9 pure. Per un anno, quindi, non ci saranno artisti brasiliani (una costante nelle ultime edizioni del festival) o popstar. E un’edizione, quella del 2002, che si propone di precedere il grande appuntamento con i trent’anni di storia del festival, che saranno festeggiati nell’edizione 2003, con una sorta di ritorno alle origini. Non si tratta comunque di una edizione di transizione, ma di una stagione di altissima qualit\u00e0, un ‘programma originale, ma nello stesso tempo una conferma, integro e vivo, nuovo e consolidato’ ha affermato il Presidente della Fondazione Uj Furio Colombo. Nel solco della tradizione di Umbria jazz, il filo che lega i diversi avvenimenti resta quello della qualit\u00e0. La formula resta comunque quella di sempre: tutto o quasi si svolge nel centro storico di Perugia. L’acropoli perugina diventa ancora una volta un palcoscenico totale in cui la musica va in scena praticamente ad ogni ora del giorno fino a tarda notte. Il programma \u00e8 un mix di spettacoli al chiuso, nei teatri e nei club, e all’aperto, nelle piazze e nelle strade del centro. Questi ultimi sono tutti gratuiti. Ed \u00e8 gratuito, per la prima volta, anche il concerto della Heineken Night, tradizionale appuntamento con il pubblico pi\u00f9 giovane e con le nuove tendenze della musica. Per un cartellone da puristi Umbria jazz ha scelto gli spazi pi\u00f9 consoni ad un approccio alla musica pi\u00f9 riflessivo e meditato. Vi sono coinvolti i principali teatri cittadini (il pi\u00f9 capiente, il Turreno, ed il pi\u00f9 storico, il Morlacchi) l’Oratorio di Santa Cecilia, che esord\u00ec fra le location di Umbria jazz l’anno scorso dopo un attento restauro in parte finanziato da Heineken, ed alcuni piccoli locali che si prestano a diventare i club notturni (quest’anno Uj sar\u00e0 orfana dei Giardini del Frontone). Ma l’ambiente pi\u00f9 suggestivo \u00e8 senza dubbio la Sala Podiani della Galleria nazionale dell’ Umbria uno dei maggiori musei italiani. L’aspetto che caratterizza il cartellone \u00e8 senza dubbio la contemporanea presenza delle pi\u00f9 importanti big band del jazz moderno: la Living time orchestra di George Russel, la big band di Carla Bley, la Mingus big band, e la Vienna art orchestra. Praticamente manca solo la Gil Evans Orchestra, ascoltata per\u00f2 diffusamente nelle ultime edizioni di Perugia e Orvieto. Poi un quartetto favoloso con Joe Lovano, John Scofield, Dave Holland e Al Foster; Chick Corea da solo e in duo e tanti altri. E l’Italia? Un omaggio a Fred Buscaglione, indimenticabile coolster della Bovisa, presentato da un manipolo di jazmen con alla testa Enrico Rava, non nuovo a queste rivisitazioni della musica leggera italiana del passato insieme a Giammaria Testa. Non mancheranno le ‘voci’ dal jazz: tre signore che provengono da altrettanti angoli del mondo accomunate dalla musicalit\u00e0 e dalla padronanza del linguaggio jazzistico: l’americana Jane Monheit, la norvegese Silje Nergaard e la cilena Claudia Acuna.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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