{"id":24532,"date":"2014-04-17T14:49:53","date_gmt":"2014-04-17T12:49:53","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=24532"},"modified":"2015-08-04T17:03:14","modified_gmt":"2015-08-04T15:03:14","slug":"quellimpareggiabile-papa-di-transizione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quellimpareggiabile-papa-di-transizione\/","title":{"rendered":"Quell\u2019impareggiabile Papa \u201cdi transizione\u201d"},"content":{"rendered":"
\"Giovanni<\/a>
Giovanni XXIII saluta i fedeli dal finestrino del treno durante il viaggio a Loreto, 4 ottobre 1962<\/figcaption><\/figure>\n

Che Papa Giovanni sia stato \u201cbuono\u201d lo dice innanzitutto la bonomia del suo tratto e dei suoi rapporti con tutti, sempre sorridente, pronto a vedere il lato migliore di persone e di avvenimenti, senza furbizie ma anche senza ingenuit\u00e0. Fu chiamato a succedere al grande Papa Pacelli, Pio XII, all\u2019apparenza inflessibile e rigoroso, il Papa degli anni terribili della guerra e di violenze inaudite. \u00c8 in questo scenario che Dio fece piovere il Suo segno di misericordia donando non solo alla Chiesa ma all\u2019umanit\u00e0 intera un Papa mite e buono, che dice e fa con semplicit\u00e0 cose grandiose, a cominciare dalla ricercata pace sociale e politica. Tale si rivel\u00f2 fin da subito Papa Giovanni, assumendo a ragione proprio quel nome, usato ben 22 volte dai predecessori e – se si vuole – piuttosto logoro. Il nuovo \u201cinquilino\u201d lo fece per\u00f2 rivivere in pienezza di significato, riproponendo nei comportamenti l\u2019apostolo prediletto da Ges\u00f9, quello che, come il Maestro, diceva cose che sapevano di amore.<\/p>\n

Gi\u00e0 nella sua prima scelta, Papa Giovanni, figlio e fratello di contadini d\u2019una terra italiana che sa coniugare bene lavoro e seriet\u00e0 di vita con l\u2019amore di Dio, fece capire di che stoffa fosse fatta la sua personalit\u00e0. Per muoversi a Venezia, sua prima diocesi, usava inevitabilmente barche e motoscafi; ma per visitare luoghi significativi della sua Chiesa, italiana e universale, scelse il treno, fosse pure bianco come la sua veste di Pastore. E in treno, atteso a ogni fermata da un subisso di gente plaudente, fece il suo primo viaggio in Umbria, ad Assisi, il 4 ottobre 1962, per rendere omaggio al Patrono d\u2019Italia e al pi\u00f9 santo degli italiani, Francesco d\u2019Assisi, e affidargli la protezione del Concilio. Era la prima volta che il Papa usciva dalla \u201cprigione dorata\u201d del Vaticano per tuffarsi familiarmente tra la gente, prigioniero solo del suo amore.<\/p>\n

Dopo quel viaggio, il rapporto tra Papa e popolo italiano non \u00e8 stato pi\u00f9 lo stesso: \u00e8 nata una confidenza e una immediatezza che \u00e8 andata sempre pi\u00f9 crescendo, per poi a rinnovarsi con Papa Francesco.<\/p>\n

Papa \u201cdi transizione\u201d<\/strong><\/p>\n

Quando Angelo Giuseppe Roncalli fu eletto Papa, tutti dissero che sarebbe stato un Papa di transizione perch\u00e9 era anziano. Lui stesso ne era convinto e lo scrisse nel suo diario (il \u201cgiornale dell\u2019anima\u201d cominciato a scrivere a 14 anni), dicendo che era stato scelto come Papa di \u201cprovvisoria transizione\u201d. Ma in quella \u201cprovvisoria transizione\u201d fece a tempo a fare parecchie cose e a provocare un ribaltone quasi incredibile con il Concilio Vaticano II, da lui promosso nel 1962 e condotto a termine dal suo successore Paolo VI nel 1965: quattro anni di riflessioni e di decisioni dei Vescovi di tutto il mondo, che dettero a santa Madre Chiesa un volto del tutto nuovo con l\u2019avvio d\u2019una pastorale evangelizzatrice, missionaria, integrata.<\/p>\n

Scriveva da nunzio apostolico, nel suo Giornale dell\u2019anima<\/em> (paragrafo 824):\u201dIl mio temperamento e l\u2019educazione ricevuta mi aiutano nell\u2019esercizio dell\u2019amabilit\u00e0 con tutti, della indulgenza, del garbo, della pazienza. Non receder\u00f2 da questa vita: san Francesco di Sales \u00e8 il mio grande maestro. Oh!, lo rassomigliassi davvero e in tutto!… Io lascio a tutti la sovrabbondanza della furberia e della cosiddetta destrezza diplomatica, e continuo ad accontentarmi della mia bonomia e semplicit\u00e0 di sentimenti, di parola, di tutto. Le somme, infine, tornano sempre a vantaggio di chi resta fedele alla dottrina e agli esempi del Signore!\u201d. Questi erano i sentimenti del card. Angelo Giuseppe Roncalli, e questi furono i comportamenti di Giovanni XXIII, che oggi proclamiamo gioiosamente santo per solenne definizione di Papa Francesco, che molto gli assomiglia.<\/p>\n

La \u201cMater et Magistra\u201d<\/strong><\/p>\n

Nel suo prolungato servizio di nunziatura ebbe sempre cura della verit\u00e0 e della carit\u00e0, nel linguaggio e nei gesti, dall\u2019aiuto agli ebrei ai soccorsi per gli ortodossi, a Sofia in Bulgaria come a Istanbul in Turchia, o nella Parigi del generale De Gaulle, il quale non voleva persone compromesse con il regime di P\u00e9tain, e per questo rifiut\u00f2 malamente il nunzio Valerio Valeri. Anche la Chiesa cattolica aveva i suoi problemi disciplinari e dottrinali, muovendosi tra i postumi del dopoguerra e le violenze del mondo comunista, con l\u2019urgenza ormai improrogabile di una nuova evangelizzazione.<\/p>\n

Papa Giovanni, turbato dalle rovine fisiche, morali, sociali prodotte dall\u2019ingiustizia, che faceva da moltiplicatore delle rovine non ancora recuperate del lungo dopoguerra, cogliendo l\u2019occasione del 70\u00b0 anniversario della Rerum novarum<\/em> di Leone XIII, offr\u00ec il 20 maggio 1961 agli operatori pastorali il supporto d\u2019un rilancio aggiornato della dottrina sociale cristiana con l\u2019enciclica Mater et Magistra<\/em> \u201csui recenti sviluppi della questione sociale\u201d, ribadendo che \u201cla dottrina sociale cristiana \u00e8 parte integrante della concezione cristiana della vita\u201d (n. 206), particolarmente necessaria in questa nostra epoca, \u201cpercorsa da errori radicali, straziata e sconvolta da disordini profondi\u201d (n. 238) che hanno provocato notevoli squilibri. L\u2019enciclica, com\u2019\u00e8 noto, suscit\u00f2 vasta eco nella stampa mondiale. Scrisse il quotidiano francese Le Monde<\/em>: \u201c\u00c8 rivolta verso l\u2019azione e l\u2019attualit\u00e0. \u00c8 adatta all\u2019epoca, conforme all\u2019esigenza delle giovani generazioni, che non vogliono discorsi accademici e non apprezzano le astrazioni dottrinali\u201d. L\u2019enciclica riscosse favorevoli consensi anche nell\u2019opinione pubblica dei Paesi in via di sviluppo, in particolare India e Paesi arabi.<\/p>\n

Il Concilio<\/strong><\/p>\n

Venne finalmente l\u2019ora del nuovo Concilio, dai pi\u00f9 non creduto possibile, da molti temuto, dai \u201cprofeti\u201d atteso come segno di un nuovo impulso per l\u2019evangelizzazione. Papa Giovanni stesso ne dette l\u2019annuncio con il mirabile radiomessaggio dell\u201911 settembre 1962 ai fedeli di tutto il mondo. Lo qualific\u00f2 subito come \u201cuna primavera della Chiesa\u201d, paragonandolo alla valenza liturgica del Cero pasquale, che \u00e8 lumen Christi, lumen ecclesiae, lumen gentium<\/em>: una \u201cvera letizia per la Chiesa universale, Chiesa di tutti, particolarmente Chiesa dei poveri\u201d.<\/p>\n

All\u2019annuncio segu\u00ec la solenne apertura del Concilio l\u201911 ottobre 1962, con un discorso particolarmente energico per \u201cdissentire dai profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la fine del mondo\u201d. La Chiesa, invece, \u201cguarda con realismo al presente\u201d, e anzi \u201cnon ha assistito indifferente al mirabile progresso delle scoperte dell\u2019umano ingegno, e non ha lasciato mancare la giusta estimazione\u201d. In ogni caso, dinanzi ai tanti errori che si fanno, la Chiesa \u201cpreferisce oggi la medicina della misericordia\u201d.<\/p>\n

La gente di Roma corse ad ascoltare e ad applaudire il Papa in piazza San Pietro, e ad essa egli parl\u00f2 con giovialit\u00e0 \u201ca braccio\u201d, ammirando la bella luna che splendeva sulla citt\u00e0, quasi a mostrare la gioia anche del Cielo. E termin\u00f2 quel suo saluto con la celebre \u201ccarezza\u201d da portare a tutti i bambini.<\/p>\n

La \u201cPacem in terris\u201d<\/strong><\/p>\n

Altro fatto da ricordare si ebbe con la pubblicazione dell\u2019altra sua mirabile enciclica, Pacem in terris<\/em>, l\u201911 aprile 1963, che fu il suo testamento sociale e religioso. Fu definita come la \u201cNona Sinfonia della pace\u201d, paragonando alle cinque parti dell\u2019opera di Beethoven (i quattro movimenti pi\u00f9 il coro finale) i cinque temi portanti dell\u2019enciclica: la pace universale<\/em> fondata sui diritti e i doveri della persona umana; lo Stato di diritto<\/em> come garanzia di pace all\u2019interno d\u2019ogni comunit\u00e0 politica; una pace duratura<\/em> basata sui quattro pilastri della verit\u00e0, della giustizia, della solidariet\u00e0, della libert\u00e0; una garanzia di vera pace in un efficace governo mondiale<\/em> della grande famiglia umana; un dialogo<\/em> sincero e fecondo tra tutti come radice e salvaguardia della pace, distinguendo sempre tra errore ed errante, e facendo leva su ci\u00f2 che unisce, non su ci\u00f2 che divide.<\/p>\n

Ricordiamo tutti il tragico contesto in cui l\u2019enciclica nacque: era in atto una vera guerra fredda, cio\u00e8 la crisi per i missili russi a Cuba. Nel marzo 1963 Papa Giovanni aveva concesso un\u2019udienza ad A. Ajubej, genero di Krusch\u00ebv, che valse anche ad ammorbidire i rapporti tra Chiesa cattolica perseguitata e dittatura comunista (quanti credenti e quanti sacerdoti e vescovi, martiri dell\u2019et\u00e0 moderna, languivano nelle carceri della Russia e dei Paesi satelliti!). Questo fatto cre\u00f2 le premesse per un forte rilancio del tema della pace, parlando sia dei diritti che dei doveri delle singole persone, e delle comunit\u00e0 politiche anche a livello mondiale, secondo il principio di sussidiariet\u00e0. In quel contesto Giovanni XXIII ebbe parole di compiacimento anche per l\u2019Organizzazione delle Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti umani<\/em> (del 10 dicembre 1948).<\/p>\n

L\u2019eredit\u00e0 spirituale<\/strong><\/p>\n

Era ormai vicina la conclusione della sua vita terrena. Il Papa di transizione, che aveva 82 anni, fu aggredito da un tumore maligno che provoc\u00f2 una lunga agonia, vissuta momento per momento dalla gente che seguiva direttamente l\u2019evolversi della situazione in piazza San Pietro attraverso i mass media<\/em>. Il \u201cPapa buono\u201d mor\u00ec il 3 giugno 1963 con grande rimpianto di tutti, credenti e non credenti, cattolici e di altre confessioni religiose.<\/p>\n

Aveva scritto nel suo Giornale dell\u2019anima<\/em>: \u201cLa senescenza, che \u00e8 pure grande dono del Signore, deve essere per me motivo di silenziosa gioia interiore e di quotidiano abbandono nel Signore stesso, al quale mi tengo rivolto come un bambino verso le braccia aperte del padre. La mia umile e ormai lunga vita si \u00e8 sviluppata come un gomitolo nel segno della semplicit\u00e0 e della purezza. Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo un bel niente! Il Signore mi ha fatto nascere da povera gente e ha pensato a tutto: io l\u2019ho lasciato fare. Da giovane sacerdote mi ha colpito l\u2019oboedientia<\/em> et pax<\/em> del padre Cesare Baronio, con la testa chinata al bacio sul piede della statua di san Pietro. E ho lasciato fare, e mi sono lasciato condurre, in perfetta conformit\u00e0 alle disposizioni della Provvidenza\u201d (par. 897-898).<\/p>\n

Ora per volont\u00e0 di Papa Francesco sar\u00e0 proclamato santo insieme a Giovanni Paolo II: due fiaccole d\u2019amore nell\u2019attuale \u201cinequit\u00e0\u201d, come la chiama Papa Francesco, qualificandola come \u201cla radice dei mali sociali\u201d (Evangelii gaudium<\/em>, n. 202). E anzi, \u201cfinch\u00e9 non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all\u2019autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della inequit\u00e0, come l\u2019ha chiamata anche Papa Benedetto XVI, non si risolveranno i problemi del mondo, e in definitiva non si risolver\u00e0 nessun problema\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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