{"id":2413,"date":"2002-05-10T00:00:00","date_gmt":"2002-05-10T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2413"},"modified":"2002-05-10T00:00:00","modified_gmt":"2002-05-10T00:00:00","slug":"giovenale-torna-oggi-ad-indicarci-la-via-della-felicita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giovenale-torna-oggi-ad-indicarci-la-via-della-felicita\/","title":{"rendered":"“Giovenale torna oggi ad indicarci la via della felicit\u00e0”"},"content":{"rendered":"
Non si pu\u00f2 certo dire che la festa di San Giovenale, primo vescovo di Narni, sia stata quest’anno un’edizione scontata. Gi\u00e0 dalla sera della vigilia, il due di maggio, il vescovo mons. Vincenzo Paglia, successore di San Giovenale, ha inteso ricondurre l’intera citt\u00e0 alle coordinate autentiche della fede e della carit\u00e0. Alla ormai tradizionale offerta dei ceri da parte dei vari Castelli del circondario e da parte delle Arti e mestieri, quest’anno si intendeva riprendere, per iniziativa del laborioso Ente Corsa, un’antica tradizione: la liberazione di un carcerato o di un condannato a morte. Il vescovo Paglia ha preso alla lettera la proposta, proponendo che il prossimo anno l’intera citt\u00e0 di Narni si faccia carico di una autentica liberazione di uno o pi\u00f9 schiavi della nostra epoca che, come in Sudan, vengono venduti per 50 dollari e promuova le azioni necessarie per scongiurare una condanna a morte, ancora prevista in molte parti del mondo. La proposta \u00e8 stata accolta da un caloroso applauso, segno che tutti vogliono intendere la festa del Patrono non semplicemente come un fatto folcloristico, ma come una concretizzazione attualizzata di quella carit\u00e0 che \u00e8 stata oggetto della predicazione e dell’esperienza di san Giovenale. Ma nell’omelia del giorno della festa, in una cattedrale gremita e attenta, il Vescovo ha proseguito la sua forte e stimolante azione pastorale: dopo la carit\u00e0 ha messo a tema la virt\u00f9 della fede. E’ partito da un dato statistico: nella citt\u00e0 di Narni, solamente una persona su dieci partecipa alla messa domenicale e, quindi, all’ascolto del Vangelo. Da qui la preoccupazione del Vescovo, non la preoccupazione per un precetto non rispettato in quanto il problema \u00e8 ben pi\u00f9 profondo: “Se a Narni solo 10 persone su cento frequentano la messa, se 90 persone su mille non sanno dare neppure un’ora della loro settimana a Dio, \u00e8 inesorabile che cresca una citt\u00e0 egoista, indifferente, litigiosa, invidiosa, maldicente, divisa, che non sa guardare oltre il proprio piccolo o grande potere senza avere la capacit\u00e0 di pensare al bene comune di tutti”.Una preoccupazione che, ha confidato con cuore aperto il Vescovo, nasce dall’amore e dall’impegno che ha manifestato per Narni: “Voglio molto bene a Narni. Voi sapete quanto mi sia adoperato per il mondo del lavoro, per alleviare i danni del terremoto, arricchire il patrimonio culturale. Ma soprattutto sapete quanta energia ho speso perch\u00e9 il Vangelo fosse annunciato, perch\u00e9 i deboli e i malati fossero consolati”.Narni si \u00e8 sentita fortemente interpellata dal successore di san Giovenale e si \u00e8 resa ancor pi\u00f9 conto che quell’evangelizzazione, iniziata nel 368 dal primo Vescovo e testimoniata nei secoli da tanti segni di santit\u00e0 e di arte, stava ricevendo nuovo vigore dal successore di san Giovenale. Il Vescovo stava indicando la strada per una autentica felicit\u00e0, andando oltre ogni passeggera e isolata emozione: “Giovenale torna oggi ad indicarci la via della felicit\u00e0. Egli continua a dirci che \u00e8 felice chi ama il Signore e chi spende generosamente la propria vita per gli altri, per la crescita della comunit\u00e0 civile e religiosa. E per primo ce ne ha dato l’esempio, spendendo tutta la sua vita per amare il Signore e per amare i suoi concittadini di Narni, nessuno escluso”.Non solo da parte dei fedeli che gremivano la Cattedrale, ma la parola del Vescovo \u00e8 stata subito commentata per le strade della Citt\u00e0. L’orgoglio narnese si \u00e8 sentito fortemente stimolato dal suo Vescovo a dare una risposta per una evangelizzazione nuova, ad accogliere il Vangelo per uscire dagli idoli dell’egocentrismo e della superficialit\u00e0, a far risplendere Narni di luce nuova, della luce dell’amore, della luce della misericordia, della luce di un cuore largo come \u00e8 largo il mondo. L’omelia del Vescovo non poteva toccare le varie coordinate interessate al problema, per cui ha rimandato ad una prossima riflessione sulle cause – ovviamente molteplici – della situazione, come pure seguiranno le necessarie linee pastorali. Una riflessione pastorale che sicuramente andr\u00e0 oltre la Citt\u00e0 di Narni. Ma gi\u00e0 mons. Paglia ha dato un fondamentale orientamento: per camminare in questo nuovo millennio con un cuore pi\u00f9 largo e pi\u00f9 generoso e per avere la lampada dell’amore accesa, occorre alimentare l’amore ogni domenica, perch\u00e9 solamente la messa salver\u00e0 da una vita triste e ripiegata su se stessi e salver\u00e0 la vita stessa di Narni. Quest’anno, dunque, un San Giovenale che esce fuori dalle file del corteo storico per diventare tempo di grazia. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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