{"id":23615,"date":"2014-03-13T16:44:53","date_gmt":"2014-03-13T14:44:53","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=23615"},"modified":"2015-05-04T12:37:00","modified_gmt":"2015-05-04T10:37:00","slug":"perugia-il-segreto-per-rendere-un-borgo-bello","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/perugia-il-segreto-per-rendere-un-borgo-bello\/","title":{"rendered":"Perugia: il segreto per rendere un Borgo Bello"},"content":{"rendered":"
\"Turisti,<\/a>
Turisti, passanti e bancarelle in Corso Cavour<\/figcaption><\/figure>\n

Questa del Borgo Bello \u00e8 una storia diversa. Il centro storico di Perugia si sta svuotando: negozi che chiudono, residenti che se ne vanno lasciando campo libero a spacciatori e gente poco raccomandabile. Nel Borgo Bello non \u00e8 cos\u00ec. I prezzi delle case non sono crollati, anzi. Se un negozio chiude, ne arriva subito un altro. Vi abitano le famiglie, con i figli che vanno a scuola e gli anziani impegnati in tante attivit\u00e0 ricreative, culturali e sociali. E la sera nei tanti locali c\u2019\u00e8 la \u201cmovida\u201d dei pi\u00f9 giovani, ma senza troppi eccessi. I cittadini si prendono cura dei giardini, dei vicoli, dell\u2019arredo urbano. Affrontando e cercando di risolvere i problemi senza aspettare che sia qualcun altro a farlo. Ed \u00e8 proprio questo il segreto del Borgo Bello, che lo rende diverso dall\u2019acropoli che si svuota. \u201cPerch\u00e9 \u00e8 soprattutto nei momenti di crisi che non ci si pu\u00f2 chiudere nei propro spazi\u201d dice Orfeo Ambrosi<\/strong>, uno dei fondatori e presidente dell\u2019associazione \u201cBorgo Bello\u201d, che oggi ha circa 300 soci e che \u00e8 l\u2019anima del rione di porta San Pietro.<\/p>\n

Un quartiere cresciuto nei secoli lungo la strada che portava a Roma e che da sempre per i perugini e i suoi abitanti \u00e8 il Borgo Bello. Quasi due chilometri, dall\u2019acropoli alla campagna, tra i palazzi della borghesia perugina, oratori, conventi e chiese monumentali. Due facolt\u00e0 universitarie, l\u2019osservatorio sismologico Bina, il Museo archeologico e quello di palazzo della Penna, tre teatri (il Teatro di figura di Mirabassi, la sala Cutu del Teatro di Sacco, il nuovo Canguasto di Mariella Chiarini), il cinema Zenith e tante associazioni culturali. Ci sono anche due auditorium: il Frescobaldi e quello di Sant\u2019Anna. Un quartiere ricco di botteghe artigiane, negozi tipici, ristoranti, osterie. Qui sono tornate ad abitare anche famiglie che in tempi passati avevano lasciato il Borgo per i palazzi pi\u00f9 moderni delle periferie.<\/p>\n

\u201cQuando nel 2005 \u00e8 nata la nostra associazione – spiega Ambrosi – questo fuoco della voglia di stare insieme per fare vivere il borgo gi\u00e0 ardeva sotto la cenere\u201d e cos\u00ec nove commercianti di corso Cavour e quattro residenti si ritrovano davanti a un notaio. Nasce l\u2019associazione Borgo Bello la cui ragione sociale \u00e8 quella di \u201crivitalizzare il quartiere\u201d.<\/p>\n

Con la collaborazione del Comune – dice Ambrosi – si \u00e8 messa in moto la macchina che oggi ha fatto dell\u2019abitare nel Borgo Bello \u201cquasi uno status symbol\u201d. Comincia il recupero di edifici, pubblici e privati, come il complesso dell\u2019ex Ipsia dove si realizzano 40 appartamenti. Il \u201cmiracolo\u201d \u00e8 per\u00f2 soprattutto nella cura che si prendono i cittadini delle \u201cpiccole cose – continua Ambrosi – che bisogna recuperare e rendere pi\u00f9 belle. Perch\u00e9 la bellezza produce bellezza e il degrado porta altro degrado\u201d. E cos\u00ec i soci, che nel frattempo crescono (\u201cNon soci passivi, ma protagonisti\u201d sottolinea il presidente) non si limitano a partecipare alle tradizionali cene collettive per il Natale e la festa di San Lorenzo, ai viaggi o alle visite guidate alla scoperta del borgo, ma diventano architetti, muratori, artigiani. Con la collaborazione del Comune e altre istituzioni, vengono restaurati l\u2019edicola della Madonna del fuoco e il loggiato di via del Cortone. Via del Canterino, che porta all\u2019antica fornace Angeletti-Biscarini, diventa una sorta di galleria all\u2019aperto, cos\u00ec come via del Deposito con la casa del pittore Gerardo Dottori.<\/p>\n

Pannelli e installazioni varie anche sulle scale mobili della stazione di Sant\u2019Anna e adesso il progetto di fare diventare via Fiorenzuola, in una delle zone pi\u00f9 difficili del borgo, una \u201cVia del fiore\u201d, con tante fioriere perch\u00e9 la gente sia invogliata a passeggiarvi. \u201cDove c\u2019\u00e8 movimento infatti – dice Ambrosi – c\u2019\u00e8 anche una sorta di controllo sociale del territorio\u201d. Tra le ultime iniziative dell\u2019associazione, il Gam (Gruppo autorganizzato di manutenzione). Con la collaborazione del Comune, la prima domenica del mese una ventina di soci (non tutti residenti nel borgo) si ritrovano con zappe, pale e scope, per la manutenzione dei giardini pubblici di viale Indipendenza.<\/p>\n

\u00c8 troppo lungo l\u2019elenco delle attivit\u00e0 e iniziative dell\u2019associazione per poterle citare tutte. Cominciando da quelle ormai storiche, come \u201cNon solo affitto ma anche affetto\u201d: un aperitivo durante il quale gli studenti-inquilini si incontravano con il loro padroni di casa e la gente del quartiere. Poi ci sono i corsi e i laboratori (dal cucito all\u2019insegnamento delle lingue straniere), i mercatini e tante iniziative per aiutare chi ha bisogno, come l\u2019adozione di un bambino brasiliano, i soldi raccolti per i terremotati de L\u2019Aquila e i tornei di burraco per gli anziani ospiti della Fondazione Fontenuovo di cui Ambrosi \u00e8 presidente dal 2009. Diverse anche le pubblicazioni riguardanti la storia e i personaggi del borgo, promosse e curate dall\u2019associazione che ha un sito internet e un bollettino cartaceo mensile. Con iniziative cui partecipano anche carabinieri e pompieri (le loro caserme sono nel borgo) e i bambini delle scuole.<\/p>\n

Tanti i progetti anche per il futuro<\/strong>. Ambrosi li definisce \u201csogni\u201d che per\u00f2 nei nove anni di vita della associazione si sono quasi tutti avverati. Dunque nei programmi futuri ci sono il restauro di porta San Pietro e l\u2019apertura al pubblico delle soffitte e del campanile di San Domenico, la ripresa del presepe vivente di San Domenico sospeso da un paio di anni e le infiorate per la processione del Corpus Domini. Poi c\u2019\u00e8 il sogno pi\u00f9 bello e forse pi\u00f9 difficile da realizzare: il \u201ctour delle tre torri\u201d. Un itinerario turistico nella citt\u00e0 tra il Cassero di porta Sant\u2019Angelo, la torre degli Sciri e il campanile di San Domenico. Un percorso anche simbolico nella storia della citt\u00e0 tra una torre militare (il Cassero), una civica (quella degli Sciri) e un edificio religioso.<\/p>\n

Il centro storico di Perugia rischia di morire? Con una sinergia tra residenti, commercianti e istituzioni – dice Ambrosi – questo processo si pu\u00f2 invertire. Infatti come avvenuto a Borgo Bello il \u201cfuoco arde sotto la cenere\u201d con il fiorire di associazioni di cittadini: \u201cRivivi il borgo\u201d in corso Bersaglieri, \u201cVivi il borgo\u201d in corso Garibaldi, \u201cFiorivan le viole\u201d in via della Viola. E poi a Monteluce e in piazza Grimana. Associazioni che si sono riunite in un coordinamento. \u201cL\u2019acropoli ormai \u00e8 cinta d\u2019 assedio – scherza Ambrosi – e sono sicuro che vinceremo\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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