{"id":23604,"date":"2014-03-13T16:20:05","date_gmt":"2014-03-13T14:20:05","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=23604"},"modified":"2015-07-31T12:04:29","modified_gmt":"2015-07-31T10:04:29","slug":"una-presenza-cattolica-meno-forte-ma-piu-diffusa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-presenza-cattolica-meno-forte-ma-piu-diffusa\/","title":{"rendered":"Una presenza cattolica meno forte ma pi\u00f9 diffusa"},"content":{"rendered":"

\"processione-fedeli\"<\/a>In Italia tramontano le vocazioni, diminuiscono i battesimi, i matrimoni religiosi sono sempre meno diffusi e il numero delle scuole cattoliche va riducendosi. Sono i risultati del IX Rapporto sulla secolarizzazione in Italia<\/em>, curato dalla Fondazione Critica liberale e dalla Cgil – Nuovi diritti. Franco Garelli<\/strong>, ordinario di Sociologia all\u2019Universit\u00e0 di Torino, commentando i dati parla di un \u201ccambio di passo\u201d che pu\u00f2 avere risvolti anche sorprendentemente positivi: \u201cNessun automatismo\u201d, la fede \u00e8 sempre pi\u00f9 questione \u201cdi scelta e non di etichette\u201d, ma la Chiesa \u00e8 ancora una presenza rilevante nel nostro Paese, e il calo delle vocazioni pu\u00f2 essere affrontato puntando sulla \u201cqualit\u00e0\u201d della testimonianza, in una societ\u00e0 in cui la domanda religiosa \u00e8 molto pi\u00f9 \u201cselettiva\u201d rispetto al passato. Senza contare l\u2019\u201ceffetto Francesco\u201d, che ancora nessuna statistica ha rilevato…<\/p>\n

Professor Garelli, come giudica dal punto di vista scientifico il Rapporto?<\/strong><\/p>\n

\u201cI dati si riferiscono agli ultimi vent\u2019anni, un arco di tempo abbastanza lungo per i tempi che stiamo vivendo. Gli anni dal 1991 a oggi sono stati anni di grandi trasformazioni sociali, alcune prevedibili e altre meno. Siamo passati da una societ\u00e0 in cui le figure religiose erano molte – e molte di pi\u00f9 nei decenni passati – a una societ\u00e0 in cui le figure e le strutture religiose sono ancora rilevanti, ma meno presenti. Contemporaneamente, le associazioni ecclesiali o i gruppi di base sono presenti in maniera proporzionalmente pi\u00f9 intensa, pi\u00f9 forte, pi\u00f9 ramificata rispetto a 20 o 30 anni fa, dove la presenza cattolica era \u2018di punta\u2019. In una parola, viviamo in una societ\u00e0 pi\u00f9 pluralistica, in cui si \u00e8 ormai passati da un cattolicesimo diffuso e dato per scontato per quote ampie di popolazione a un tipo di appartenenza che si mantiene numericamente abbastanza elevata, ma con una quota di popolazione che aderisce in modo diverso. Di fronte a questo scenario, la questione religiosa \u00e8 sempre pi\u00f9 una questione di scelta e non di etichette\u201d.<\/p>\n

Con quali conseguenze?<\/strong><\/p>\n

\u201cIn questi vent\u2019anni si \u00e8 assistito a un vero e proprio cambio di passo. La nostra \u00e8 oggi una societ\u00e0 in cui c\u2019\u00e8 una quota minoritaria di cattolici convinti, che io definisco \u2018sub-cultura\u2019 cattolica; poi c\u2019\u00e8 una quota rilevante di persone che vivono l\u2019appartenenza religiosa \u2018a maglie pi\u00f9 larghe\u2019 rispetto al passato; infine ci sono coloro che si pongono ai margini del discorso religioso, che si identificano, cio\u00e8, a prescindere da esso. In questo scenario, il ruolo della Chiesa \u00e8 ancora rilevante, ma deve trovare nuove modalit\u00e0 di presenza rispetto al passato\u201d.<\/p>\n

Uno dei dati salienti del rapporto \u00e8 il calo delle vocazioni…<\/strong><\/p>\n

\u201cI dati degli ultimi due decenni fanno registrare una certa diminuzione del personale religioso, ma direi che 408 nuove vocazioni all\u2019anno non sono poche: in vent\u2019anni, se si dovesse confermare questa tendenza, sarebbero poco meno di 10 mila nuove unit\u00e0, che di certo non riescono a sostituire le \u2018uscite\u2019 per le morti o per l\u2019invecchiamento del clero, ma non sono tuttavia un dato trascurabile. Bisogna uscire da un discorso sempre riferito al passato. Quella di oggi \u00e8 una Chiesa che restringe un po\u2019 le proprie fila, ma anche la domanda religiosa \u00e8 molto diversa rispetto a quella di un tempo: \u00e8 numericamente ridotta, ma molto pi\u00f9 selettiva\u201d.<\/p>\n

La sua proposta \u00e8, quindi, di puntare sulla \u201cqualit\u00e0\u201d?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl cattolico impegnato, molto attivo e convinto, che vuole la socializzazione e l\u2019educazione religiosa per i propri figli, che vive con intensit\u00e0 e continuit\u00e0 la propria fede e testimonia la sua identit\u00e0 religiosa nelle scelte di vita, \u00e8 minoritario, ieri come oggi. Il vero problema \u00e8 se il clero \u00e8 capace di una presenza nella societ\u00e0 italiana e nelle nostre comunit\u00e0 che sia davvero rigenerante. Ci vuole pi\u00f9 specializzazione, pi\u00f9 preparazione per vivere in un contesto in cui i \u2018vicini\u2019 sono pi\u00f9 esigenti e i \u2018lontani\u2019 sono attenti solo se il livello della proposta \u00e8 alto. Siamo passati dall\u2019unificazione religiosa, dalla domanda diffusa, a un contesto in cui la gente vuole scegliere tra diverse possibilit\u00e0, o decide di non incamminarsi su un cammino di fede perch\u00e9 non lo ritiene necessario pi\u00f9 per la vita. In passato, c\u2019era un\u2019unica alternativa: credere o non credere. Era plausibile credere. Oggi \u00e8 quasi pi\u00f9 plausibile non credere\u201d.<\/p>\n

L\u2019\u201ceffetto Francesco\u201d pu\u00f2 invertire questa tendenza?<\/strong><\/p>\n

\u201cAl di l\u00e0 degli effetti che questo papato gi\u00e0 straordinario sta producendo, il vero problema che i dati del Rapporto<\/em> ci consegnano \u00e8 che c\u2019\u00e8 una tenuta del tessuto cattolico, che per\u00f2 indubbiamente si riscopre minoritario nella societ\u00e0. Per invertire la tendenza, bisogna superare l\u2019idea che la fede sia legata a iniziative eccezionali o estemporanee: occorre stare dentro le parrocchie, nel vissuto quotidiano delle persone, altrimenti il rischio \u00e8 che la Chiesa al tempo di internet sia legata ad eventi eccezionali o spettacolari ma non riesca pi\u00f9 a parlare il linguaggio della gente, ad intercettarne le domande. Soprattutto quelle dei giovani, che altrimenti rischiano di restare senza proposte\u201d.<\/p>\n

Chi \u00e8 Franco Garelli<\/h3>\n

Franco Garelli dopo aver insegnato Sociologia della conoscenza all\u2019Universit\u00e0 di Torino, \u00e8 attualmente professore ordinario di Religioni nel mondo globalizzato e di sociologia della religione. Dirige il Dipartimento di Culture, Politica e Societ\u00e0 dello stesso ateneo. I suoi studi hanno riguardato principalmente il mondo giovanile i fenomeni religiosi nella societ\u00e0 contemporanea. \u00c8 membro dell\u2019Associazione Italiana di Sociologia e del Direttivo dell\u2019International Society for the Sociology of Religion. Collabora in modo stabile con La Stampa<\/em> e con Il Mulino<\/em> come esperto di temi religiosi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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