{"id":2358,"date":"2002-04-19T00:00:00","date_gmt":"2002-04-19T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2358"},"modified":"2002-04-19T00:00:00","modified_gmt":"2002-04-19T00:00:00","slug":"posso-dire-di-essermi-davvero-innamorato-di-questa-diocesi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/posso-dire-di-essermi-davvero-innamorato-di-questa-diocesi\/","title":{"rendered":"“Posso dire di essermi davvero innamorato di questa diocesi”"},"content":{"rendered":"
“Vorrei presiedere le liturgie della Settimana santa tutte in Cattedrale a Terni”: fu il primo desiderio di mons. Paglia, prima ancora del suo ingresso in diocesi. Era un primo segnale del suo orientamento di fare della cattedrale il fulcro del suo insegnamento e il luogo primo delle celebrazioni da Lui presiedute. Un “segno” seguito da altri impegni per rendere la cattedrale bella, accogliente, la “casa di tutti”. Subito dopo cominci\u00f2 a parlare della domenica come “giorno che salva”, motivo primario del ritrovarsi come cristiani, indicazione di speranza per tutti gli abitanti del territorio. Segu\u00ec, nei giorni dell’ingresso in diocesi, la visita all’ospedale e al carcere, l’impegno in vari modi a favore dei poveri. Motivo di stupore fu, negli stessi giorni, l’idea di far giungere a ogni abitante della diocesi il Vangelo di Luca da lui stesso commentato: “a tavola”, disse, “ognuno per mangiare ha il suo piatto, cos\u00ec il Vangelo deve arrivare a ogni persona”. Seguirono altri gesti e iniziative, sempre di particolare significato. S\u00ec, perch\u00e9 i gesti e le parole di mons. Paglia vanno visti con questa categoria: essere “segno” di un cammino da percorrere, di un volto di Chiesa da manifestare. Esprimendo cordiali auguri a mons. Paglia in questa occasione, facciamo sentiti auguri anche a noi, perch\u00e9 possiamo sempre cogliere in modo adeguato il suo linguaggio fatto di “segni” importanti per il nostro cammino. Antonio ManieroVicario generale della diocesiSono passati due anni dal suo ingresso a Terni; come \u00e8 cambiato il mondo in questo periodo? E come \u00e8 cambiata la Chiesa? Lo abbiamo chiesto al vescovo di Terni mons.Vincenzo Paglia.”Innanzitutto siamo entrati in un nuovo secolo e in un nuovo millennio. Da una parte c’\u00e8 stato l’invito del Papa con il Giubileo a “prendere il largo”: un’energia positiva, quindi, a radunare i popoli in una prospettiva nuova, nel sogno insieme ingenuo e ambizioso di una fraternit\u00e0 universale. Ma c’\u00e8 anche chi dice che il nuovo millennio sia veramente iniziato l’11 settembre. E’ indubbio che quell’ avvenimento ha fatto emergere improvvisamente sulla scena del mondo il mistero del male che sembra sempre pi\u00f9 guadagnare spazio. Cos\u00ec ci troviamo di fronte ad un vero e proprio scontro tra la forza del bene e quella del male. Il Papa riferendosi alla Terra Santa ha detto che si sta facendo “guerra alla Pace”. Qui in Umbria la tradizione spirituale va da San Benedetto a San Francesco e allora dobbiamo lavorare tutti perch\u00e9 trionfino la pace e il dialogo in ogni luogo, a partire da quello in cui viviamo. Perch\u00e9 \u00e8 nel cuore che nasce la vera pace quando riusciamo ad abbattere i nostri pregiudizi e le nostre piccole e grandi intolleranze”. In questi due anni ha fatto tante cose. Di quale va pi\u00f9 fiero? “In questi due anni posso dire di essermi davvero innamorato di questa diocesi e di questa terra. Voglio bene alla citt\u00e0 e ai paesi e da questa prospettiva posso dire che non c’\u00e8 niente di quello che ho fatto pi\u00f9 importante di un altro. La cosa pi\u00f9 importante per me era trasmettere il messaggio di salvezza di Ges\u00f9 a tutti, anche a chi non crede; e allora in questo senso un suo primato ce l’ha il Vangelo che ho regalato a tutti i cittadini, cos\u00ec come particolarmente simbolico \u00e8 stato il restauro della Cattedrale, segno esterno di un restauro molto pi\u00f9 profondo. Io vorrei che la Chiesa di Terni Narni Amelia risplendesse sempre di pi\u00f9 della luce del Vangelo. Questa bellissima facciata della nostra cattedrale deve darci i tratti della facciata ancor pi\u00f9 bella che deve essere quella della comunit\u00e0 dei cristiani”. Di lei si dice che “non parla come un prete”. Quale pensa debba essere il terreno di incontro tra laici e credenti? “Io ho solo un desiderio: la felicit\u00e0 di tutti, e quindi voglio che la dimensione evangelica venga compresa non in modo parziale ma come qualcosa che riguarda ogni uomo: in questo senso credo che si possa e si debba trovare un incontro tra credenti e laici, proprio perch\u00e9 ci troviamo di fronte ad una situazione culturale e sociale in cui sembra prevalere sempre pi\u00f9 l’individualismo; invece c’\u00e8 un grande bisogno di fraternit\u00e0, di comunione, di una prospettiva pi\u00f9 alta. Ecco allora la necessit\u00e0 di trovare non solo ideali comuni ma anche momenti e impegni per far crescere in senso pi\u00f9 solidale questa nostra societ\u00e0 che rischia di continuare solo ad innalzare barriere”. Secondo lei di cosa hanno bisogno i ternani? “Hanno bisogno di un sogno pi\u00f9 ampio, di sapersi allontanare dal grigiore quotidiano, di saper andare oltre gli interessi personali o di categoria. C’\u00e8 bisogno che la citt\u00e0 ritrovi tutta intera un soggetto che sappia battere all’unisono per una prospettiva che le apra i confini. Terni ha bisogno di un grande sogno e ha tutte le energie per realizzarlo”. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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