{"id":2282,"date":"2002-03-15T00:00:00","date_gmt":"2002-03-15T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2282"},"modified":"2015-07-01T11:27:28","modified_gmt":"2015-07-01T09:27:28","slug":"lamore-che-supera-la-morte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lamore-che-supera-la-morte\/","title":{"rendered":"L’amore che supera la morte"},"content":{"rendered":"

Il Vangelo ci conduce nel villaggio di Betania, quasi alle porte di Gerusalemme. Ges\u00f9 aveva qui una famiglia amica, quella di Marta, Maria e Lazzaro. Spesso si recava da loro per riposarsi. Questa volta era venuto perch\u00e9 gli avevano detto che il suo amico Lazzaro era malato. Ges\u00f9 non voleva stargli lontano, anche se questo poteva significare per lui la morte.I discepoli non mancano di farglielo notare. Anzi tentarono di fermarlo, una volta saputo che Lazzaro era ormai morto.<\/p>\n

Che senso aveva rischiare la morte per nulla? Ancora una volta i discepoli non avevano compreso la grandezza dell’amore del Signore, venuto non per salvare se stesso, ma gli altri! Essi volevano tenerlo lontano da Lazzaro, lontano da quell’uomo su cui ormai tutti avevano posto una pietra sopra. Non possiamo non pensare ai tanti uomini e alle tante donne sui quali ancora oggi \u00e8 posta sopra una pietra pesante. Talora sono popoli interi ad essere oppressi dalla pesante pietra della guerra, della fame, della ingiustizia. E i discepoli di Ges\u00f9, anche oggi, molto spesso vogliono tenersi lontano, stare a distanza dai tanti Lazzaro sepolti e oppressi.<\/p>\n

Magari anch’essi come Marta rivolgono a Ges\u00f9 una sorta di rimprovero: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!” Chiediamoci piuttosto dove siamo noi, mentre tanti muoiono di fame, o tanti annegano nel Mediterraneo, o tanti sono soli e abbandonati. Ebbene, vicino a costoro troviamo Ges\u00f9. Solo lui sta l\u00ec accanto, e piange su di loro, come su Lazzaro. Ges\u00f9 sta da solo davanti a Lazzaro, e spera contro tutto e tutti. Persino le sorelle cercano di dissuaderlo: “Signore, gi\u00e0 manda cattivo odore, poich\u00e9 \u00e8 di quattro giorni”, gli dice Marta. Ma Ges\u00f9 non si ferma. Il suo affetto per Lazzaro \u00e8 molto pi\u00f9 forte della rassegnazione delle sorelle. L’amore del Signore non conosce confini, neppure quelli della morte; vuole l’impossibile. Quella tomba, perci\u00f2, non \u00e8 l’abitazione definitiva degli amici di Ges\u00f9.<\/p>\n

Per questo grida: “Lazzaro, vieni fuori!” L’amico sente la voce di Ges\u00f9, appunto, come sta scritto: “le pecore conoscono la sua voce” (Gv<\/em> 10,3) E il profeta Ezechiele aveva detto: “Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio” (37,12). Lazzaro ascolta, ed esce. Ges\u00f9 non parla ad un morto, ma ad un vivo, semmai ad uno che dorme. E invita gli altri a sciogliere le bende all’amico. Ma sciogliendo Lazzaro “morto”, Ges\u00f9 in verit\u00e0 scioglie ognuno di noi dal nostro egoismo. Ges\u00f9 \u00e8 la vita, \u00e8 la nostra vita. Marta con delusione risponde a Ges\u00f9 che sa bene che Lazzaro resusciter\u00e0 l’ultimo giorno. Ma \u00e8 lontano, quel giorno. E Ges\u00f9, che forse comprende la delusione di Marta, le risponde: “Io sono la resurrezione e la vita!” In queste parole \u00e8 raccolto il segreto di questa pagina evangelica.<\/p>\n

Ges\u00f9 non viene a prolungare la nostra vita fisica, bens\u00ec a comunicarci la “vita”, ossia Lui stesso. Chi lo accoglie, accoglie in s\u00e9 la vita. “Chi crede in me, anche se muore, vivr\u00e0; chiunque vive e crede in me, non morir\u00e0 mai”, dice Ges\u00f9. Per questo, sorelle e fratelli, ancora oggi \u00e8 possibile il miracolo di Lazzaro, ancora oggi \u00e8 possibile che i morti risorgano, che i cuori freddi come ghiaccio si sciolgano e riprendano la vita divenendo dolci, teneri, amorevoli, come fu per Lazzaro, amico del Signore.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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