{"id":2253,"date":"2002-03-01T00:00:00","date_gmt":"2002-03-01T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2253"},"modified":"2002-03-01T00:00:00","modified_gmt":"2002-03-01T00:00:00","slug":"continuero-nella-mia-missione-senza-farmi-intimidire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/continuero-nella-mia-missione-senza-farmi-intimidire\/","title":{"rendered":"“Continuer\u00f2 nella mia missione senza farmi intimidire”"},"content":{"rendered":"

Il dovere pastorale di richiamare i fedeli al rispetto dei principi che definiscono il concetto di famiglia, secondo il dettato dalla Chiesa cattolica ancorato all’insegnamento evangelico, ha ispirato il “richiamo” operato dal vescovo mons. Pietro Bottaccioli subito dopo la proposta di un registro comunale per il riconoscimento e la formalizzazione delle coppie di atto, avanzata dal consigliere di Rifondazione comunista Gabriele Tognoloni. Le valutazioni del Presule erano state riepilogate in un “Messaggio” diffuso e fatto conoscere in tutte le chiese diocesane durante le celebrazioni di domenica 10 febbraio. La nuova scesa in campo di mons. Bottaccioli \u00e8 stata motivata dalla necessit\u00e0 di rettificare accuse pesanti e rilievi critici operati da un non meglio precisato “Comitato direttivo dei teologi del centro studi teologici di Milano”, coordinato dal prof. Giovanni Felice Mapelli. Comitato che, secondo quanto appurato dal Presule consultando fonti ufficiali, \u00e8 risultato essere costituito o quasi dal solo firmatario. Lo stesso non ha rapporti n\u00e9 \u00e8 riconosciuto dalla Chiesa lombarda ed \u00e8 sprovvisto per altro di qualsiasi titolo teologico (Laurea, Licenza o Corso di studi). Il “Centro” aveva contestato aspramente il Presule eugubino accusandolo, in sintesi, di discriminazione, di mancanza di carit\u00e0 cristiana e di non rispettare, sostanzialmente, le direttive della Chiesa. Rilievi pesanti, fatti propri da qualche organo di informazione, che hanno costretto il successore di S.Ubaldo a meglio ed ulteriormente esplicitare il proprio pensiero. Anzitutto il Vescovo, nel corso di una conferenza stampa, ha tenuto a sottolineare che i contenuti della sua presa di posizione riepilogata nel “Messaggio” reso pubblico, sono in linea con l’insegnamento della Chiesa. Richiama al proposito il documento “Famiglia, matrimonio ed unioni di fatto” del 26.7.2000, nonch\u00e9 le direttive del Comitato episcopale lombardo (Cel), massima autorit\u00e0 teologica milanese, contenute nella lettera “Seguire Ges\u00f9 nelle strade dell’amore e della vita” (8.9.01). La citazione di quest’ultimo documento “smonta” da sola i rilievi del Comitato milanese rafforzando l’iniziativa del Vescovo della diocesi di Gubbio. La Famiglia, tra l’altro, \u00e8 il tema delle riflessioni sviluppate in occasione delle “stazioni” in fase di svolgimentoper tutto il periodo Qquaresimale. Mons. Bottaccioli ha respinto ogni critica di discriminazione (“ho doverosamente operato distinzioni, senza discriminare alcuno; la Chiesa infatti \u00e8 aperta e segue tutti con identico affetto”), invadenza (“devo riaffermare con chiarezza le indicazioni del Vangelo e di aver pronunciato tanto meno anatemi (“\u00e8 mio dovere richiamare la dottrina della Chiesa, restando vicino a tutti, senza escludere alcuno”). Ha quindi proseguito: “Rifiuto di portare un discorso cos\u00ec importante su livelli diversi da quello dell’insegnamento che discende dai principi richiamati dal Vangelo; \u00e8 un’occasione per operare una azione di opportuna chiarezza”. Ha quindi concluso: “Continuer\u00f2 nella mia missione senza farmi intimidire o condizionare”. Frase in realt\u00e0 un po’ sibillina. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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