{"id":2243,"date":"2002-03-01T00:00:00","date_gmt":"2002-03-01T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2243"},"modified":"2021-12-02T19:03:24","modified_gmt":"2021-12-02T17:03:24","slug":"matrimoni-nulli-perche-gli-sposi-non-sanno-cosa-vanno-a-fare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/matrimoni-nulli-perche-gli-sposi-non-sanno-cosa-vanno-a-fare\/","title":{"rendered":"Matrimoni nulli perch\u00e9 gli sposi non sanno cosa vanno a fare"},"content":{"rendered":"

IL Tribunale ecclesiastico regionale umbro inaugura l’anno, gioved\u00ec 28 febbraio, ed \u00e8 forse la prima volta che la prolusione \u00e8 tenuta non da un ecclesiastico, ma da uno psichiatra, Alvaro Paolacci perito del Tribunale umbro, e un avvocato della Rota Romana, Roberto Palombi. Il tema “Canone 1095: situazione attuale e prospettive, riflessioni medico-giuridiche e pastorali sul problema” \u00e8 gi\u00e0 una indicazione dell’andamento delle cause per il riconoscimento della nullit\u00e0 del sacramento celebrato: il matrimonio. Chi si rivolge al Tribunale ecclesiastico in genere lo fa perch\u00e9 vuole riaccostarsi alla comunione eucaristica. Spesso la coppia \u00e8 gi\u00e0 separata o divorziata e il coniuge che ricorre al Tribunale ecclesiastico risposato civilmente e per ragioni di fede vuole fare chiarezza anche sul sacramento celebrato. Non tutti coloro che con un matrimonio in crisi si rivolgono alTribunale ottengono il riconoscimento della nullit\u00e0. Nel 2001 su 97 cause 86 si sono chiuse con sentenza di riconoscimento della nullit\u00e0 del matrimonio, una percentuale del 90%, altissima, che si comprende solo se si considerano anche le consulenze gratuite fornite dall’avvocato stabile del Tribunale Giuseppe Carpita. Nel 2001 ha fatto 420 consulenze per 140 casi. Di questi solo 22, il 16%, si sono concluse con la decisione di avviare il processo. Il servizio di consulenza offre a chiunque lo desideri la possibilit\u00e0 di valutare la propria situazione. Sono colloqui in cui le persone si mettono a nudo, si conoscono le sofferenze e le difficolt\u00e0 umane e spirituali e si impara a vedere con minore intransigenza le situazioni. Lo ripete pi\u00f9 volte Carpita, ricordando la propria reazione quando svolgeva l’incarico di Difensore del vincolo e a prestare il servizio di consulenza, ogni giorno, era p.Giovanni Benedetti, morto nel marzo scorso. Ora Carpita comprende meglio la grande comprensione che mostrava p. Benedetti verso le debolezze e le fragilit\u00e0 delle persone che si rivolgevano a lui. Nella fase di consulenza prima di tutto viene verificato se c’\u00e8 una rottura definitiva del rapporto coniugale, una separazione o un divorzio civile. Quando si nota che c’\u00e8 ancora incertezza, non tanto sulla validit\u00e0 o meno del sacramento celebrato, quanto sulla volont\u00e0 di rompere il rapporto, l’avv. Carpita propone di fare chiarezza nella coppia suggerendo, se del caso, il servizio del consultorio cattolico. Non accade spesso, ma in alcuni casi la coppia ha deciso di non separarsi. La verifica della non validit\u00e0 del matrimonio viene fatta solo se la rottura \u00e8 definitiva. E’ a questo punto che con una serie di indagini il Tribunale deve accertarsi se il matrimonio celebrato manca dei requisiti che lo rendono valido. “Si parte sempre dal presupposto della validit\u00e0 del matrimonio” celebrato secondo il rito cattolico, spiega Carpita, quindi si deve verificare se nella celebrazione sono state rispettate non solo la forma ma anche la sostanza di quanto celebrato. Ed \u00e8 in questa verifica che il caso del Canone oggetto della prolusione ha assunto sempre maggiore rilievo in questi ultimi anni. Il Canone 1095 del Codice di diritto canonico \u00e8 quello che definisce il caso di persona “incapace” a contrarre il matrimonio: “coloro che mancano di sufficiente uso di ragione” (par. 1), “coloro che difettano gravemente di discrezione di giudizio circa i diritti e i doveri matrimoniali essenziali” (par.2), “coloro che per cause di natura psichica, non possono assumere gli obblighi essenziali del matrimonio” (par. 3). La ragione che ha portato alla scelta dei questo tema \u00e8 presto detta: nell’ultimo anno su 128 matrimoni riconosciuti nulli per 48 \u00e8 stata accertata l’incapacit\u00e0 di cui parla il canone 1095 ai paragrafi 2 e 3. Un dato in aumento, che ha superato i casi di esclusione della indissolubilit\u00e0 del vincolo (31) e quelli di esclusione della prole (43). In questa situazione il contributo dei “periti”, psicologi e psichiatri, \u00e8 sempre pi\u00f9 necessario per l’espletamento della causa. Il loro compito, spiega l’avvocato stabile del Tribunale, Giuseppe Carpita, \u00e8 quello di offrire ai giudici (tutti ecclesiastici) elementi per la valutazione della persona. “Non serve conoscere la piena maturit\u00e0, che sarebbe anche difficile da definire, ma \u00e8 sufficiente la ‘discrezione di giudizio’ richiesta dal Codice, ovvero la capacit\u00e0 di capire e volere ci\u00f2 che si va a celebrare”. Non si tratta di fare valutazioni della fede delle persone, osserva Carpita, cio\u00e8 non si giudica se e quanto i coniugi credono in Dio. E’ una valutazione che si svolge sul piano umano poich\u00e9 il consenso \u00e8 un atto umano composto da due elementi: intellettivo, cio\u00e8 la possibilit\u00e0 di conoscere e valutare ad esempio il fatto che il matrimonio \u00e8 un rapporto esclusivo e indissolubile tra due persone di sesso diverso;valutativo, ovvero valutare se quella unione concreta risponde al mio e suo bene. Il Tribunale con l’aiuto dei periti deve valutare se ci sono difetti di personalit\u00e0 o problemi comportamentali che abbiano portato ad una grave mancanza di “discrezione di giudizio”. Sono pochi i casi patologici. Per la maggior parte si tratta di persone apparentemente normali e non fa differenza il livello sociale o culturale (possono essere operai, impiegati, commercianti, imprenditori ma anche casalinghe o liberi professionisti). Varia \u00e8 anche la durata della convivenza: in 13 cause \u00e8 finita entro il primo anno, in 17 nell’anno successivo, 11 nel terzo anno, 19 tra il quarto e il quinto, 21 hanno convissuto tra i cinque e dieci anni e in 16 cause la convivenza \u00e8 durata pi\u00f9 di dieci anni con casi di venti o trenta anni di convivenza alle spalle. Impotenza affettiva nelle giovani coppieIl record di durata di matrimonio? Al Tribunale ecclesiastico \u00e8 di un mese. E dire che erano fidanzati da molti anni e che non avevano segreti dato che gi\u00e0 vivevano come marito e moglie. Non cercate di riconoscerli, perch\u00e9 il caso \u00e8 solo il risultato di tanti. L’esperienza del Tribunale ecclesiastico regionale umbro porta in evidenza un fatto: il matrimonio (che sia civile o religioso qui non incide molto) fa la differenza nella vita di coppia. Lunghi fidanzamenti e rapporti prematrimoniali di lunga data non garantiscono la riuscita, non costituiscono ‘prova’, si potrebbe dire. Perch\u00e9? “Quando il rapporto di coppia si carica di responsabilit\u00e0 il rapporto stesso cambia” un fatto che per l’avv.Carpita dimostra quanto l’insegnamento morale della Chiesa sia davvero frutto di profonda conoscenza della nostra umanit\u00e0 e non freddo e imperioso moralismo fine a se stesso. Ed \u00e8 cos\u00ec che in gran parte dei casi di rotture del matrimonio si hanno problemi di sessualit\u00e0.Incredibile in questa societ\u00e0 del libero sesso! Capita che dopo il matrimonio uno dei coniugi soffra d’improvviso di “impotenza affettiva”, che \u00e8 impotenza sessuale ma anche incapacit\u00e0 di vivere l’intimit\u00e0 del rapporto affettivo: classica la scena di lui che dorme davanti alla televisione. Molte coppie vanno in crisi quando si trovano a vivere una relazione interpersonale impegnativa, non pi\u00f9 diluita nello spazio e nel tempo. E’ un dato sociologico che conferma la fragilit\u00e0 delle nuove generazioni cresciute in una cultura che non aiuta ad affrontare la vita.E per la Chiesa si pone di nuovo il problema di quale pastorale, di quale preparazione chiedere prima del matrimonio in Chiesa. Non sono sufficienti, n\u00e9 nella quantit\u00e0 n\u00e9 nella qualit\u00e0, i corsi di preparazione al matrimonio che tutte le coppie seguono prima di pronunciare il fatidico s\u00ec davanti al prete. Il Tribunale ecclesiastico: un servizio per i fedeli accessibile a tuttiIl Tribunale ecclesiastico regionale umbro esiste dal 1938. Sono quindi ben 64 anni che la “Sacra Rota” romana non \u00e8 pi\u00f9 l’unico tribunale competente per il riconoscimento di nullit\u00e0 dei matrimoni cattolici. Una precisazione che l’avvocato “stabile” del Tribunale Giuseppe Carpita, tiene a fare per chiarire le voci che continuano a definire il riconoscimento di nullit\u00e0 dei matrimoni come un privilegio riservato solo a chi se lo pu\u00f2 permettere economicamente. Anche sul fronte dei costi, aggiunge Carpita, dal 1998 ci sono precise direttive della Conferenza episcopale italiana nelle quali sono stabilite sia le spese processuali per l’introduzione della causa e il processo di primo grado presso il Tribunale, sia l’onorario minimo e massimo dell’avvocato per il processo di primo grado e d’appello. Al tribunale, dunque, vanno versati 414 Euro; all’avvocato spetta un onorario di patrocinio nel processo di primo grado e nel processo d’appello, compreso tra un minimo di 1.330 Euro ed un massimo di 2.660. Se poi il soggetto non \u00e8 in grado di affrontare tali spese ha sempre la possibilit\u00e0 di chiedere al Tribunale il “gratuito patrocinio” (un avvocato pagato dal Tribunale) e l’esonero dalle spese processuali. Il Tribunale offre anche un servizio gratuito di consulenza che era svolto da padre Giovanni Benedetti con grande disponibilit\u00e0 e umanit\u00e0. Dalla morte di p. Giovanni il servizio \u00e8 stato affidato all’avvocato Giuseppe Carpita. Il senso di questi provvedimenti \u00e8 di ribadire che il riconoscimento della nullit\u00e0 del matrimonio prima ancora che essere un fatto giuridico \u00e8 un fatto pastorale, di attenzione della Chiesa verso verso le persone. Le difficolt\u00e0 economiche non possono essere un ostacolo al diritto di veder riconosciuto la inesistenza del sacramento del matrimonio. Il Tribunale Ecclesiastico regionale umbro \u00e8 presieduto dal Moderatore, l’arcivescovo di Perugia mons.Giuseppe Chiaretti. Fanno parte del Tribunale il vicario giudiziale, mons.Pierluigi Rosa, e don Pietro Vispi (vic. giud. aggiunto); il Promotore di giustizia, don Francesco Buono, tre Difensori del vincolo, due Uditori, il Cancelliere don Rino Valigi, tre Notai, nove Giudici, un Avvocato stabile, Giuseppe Carpita.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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