{"id":22252,"date":"2014-02-13T18:14:59","date_gmt":"2014-02-13T16:14:59","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=22252"},"modified":"2015-08-03T16:28:03","modified_gmt":"2015-08-03T14:28:03","slug":"diritti-dellinfanzia-accuse-inconsistenti-dellonu-al-vaticano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/diritti-dellinfanzia-accuse-inconsistenti-dellonu-al-vaticano\/","title":{"rendered":"Diritti dell\u2019infanzia: accuse \u201cinconsistenti\u201d dell\u2019Onu al Vaticano"},"content":{"rendered":"
\"Sede<\/a>
Sede del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra<\/figcaption><\/figure>\n

“Inconsistenti\u201d: a valutare in questi termini i rilievi mossi alla Santa Sede dal Comitato Onu per i diritti dell\u2019infanzia, che ha pubblicato le sue Osservazioni conclusive sui Rapporti della Santa Sede relativi all\u2019applicazione della Convenzione sui diritti del fanciullo<\/em>, \u00e8 Giuseppe Dalla Torre<\/strong>, rettore della Lumsa ed esperto di Diritto canonico.<\/p>\n

\u201cLa Commissione – si legge nel rapporto dell\u2019organismo delle Nazioni Unite – \u00e8 profondamente preoccupata per il fatto che la Santa Sede non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi, non abbia adottato le misure necessarie per gestire i casi di abusi sessuali su minori e proteggere i bambini, e abbia adottato politiche pratiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi e all\u2019impunit\u00e0 dei colpevoli\u201d.<\/p>\n

Pronta la replica della Santa Sede, che in un comunicato definisce \u201calcuni punti\u201d del documento del Comitato delle Nazioni Unite \u201cun tentativo d\u2019interferire nell\u2019insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignit\u00e0 della persona umana e nell\u2019esercizio della libert\u00e0 religiosa\u201d, ribadendo il suo impegno \u201ca difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui diritti del fanciullo<\/em> e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica\u201d.<\/p>\n

Nel dettaglio, la Santa Sede \u201cprende atto delle Osservazioni conclusive<\/em> sui propri Rapporti, le quali saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami nel pieno rispetto della Convenzione nei differenti ambiti presentati dal Comitato secondo il diritto e la pratica internazionale, come pure tenendo conto del pubblico dibattito interattivo con il Comitato\u201d, svoltosi il 16 gennaio a Ginevra.<\/p>\n

La Santa Sede \u00e8 stata una dei primissimi Stati a ratificare la Convenzione sui diritti del fanciullo<\/em> il 20 aprile 1990, a nome proprio e dello Stato della Citt\u00e0 del Vaticano. Il 2 marzo 1994 ha presentato il suo Rapporto<\/em> iniziale e il 27 settembre 2011 ha presentato il suo secondo Rapporto<\/em>, sulla base dei quali il Comitato ha proposto alla Santa Sede una serie di domande per ulteriore informazione. Il 16 gennaio scorso, a Ginevra, l\u2019incontro con la delegazione della Santa Sede.<\/p>\n

Secondo il Comitato dell\u2019Onu, il Vaticano non ha fatto abbastanza per contrastare gli abusi sui minori: \u00e8 cos\u00ec, prof. Dalla Torre?<\/strong><\/p>\n

\u201cDal punto di vista giuridico, si tratta di un rilievo inconsistente. Gi\u00e0 nel Codice di diritto canonico<\/em> era prevista una sanzione, anche pesante, nei confronti dell\u2019abuso commesso da un chierico nei confronti di un minore. Da quando per\u00f2 la Santa Sede ha firmato la Convenzione, nel 1990, \u00e8 stata emanata la lettera apostolica di Giovanni Paolo II Sacramentorum sanctitatis tutela<\/em>, nel 2001. A questo provvedimento, che rimetteva alla Congregazione per la dottrina della fede la proscrizione di questi delitti, seguirono altri interventi – nel 2002, nel 2003 e nel 2004 – posti a rafforzare quanto previsto dalla lettera di Giovanni Paolo II, fino ad arrivare agli ultimi provvedimenti nel 2010. Un decennio, dunque, costellato di provvedimenti che, partendo dalla ratifica della Convenzione<\/em>, hanno rafforzato e implementato la repressione degli abusi, peraltro gi\u00e0 sanzionati nella legislazione ordinaria, fin dal Codice di diritto canonico<\/em> del 1917. Nel decennio 2000-2010, indubbiamente, c\u2019\u00e8 stato un ulteriore rafforzamento, indice della condivisione da parte della Santa Sede delle preoccupazioni dell\u2019opinione pubblica e della societ\u00e0 per la piaga della pedofilia. E c\u2019\u00e8 una straordinaria continuit\u00e0 nel magistero dei Papi, da Giovanni Paolo II fino a Papa Francesco\u201d.<\/p>\n

Come rispondere all\u2019obiezione, mossa dal Comitato, secondo la quale la Santa Sede si sarebbe preoccupata pi\u00f9 della \u201cprotezione\u201d del clero che dei minori?<\/strong><\/p>\n

\u201cBisogna decrittare cosa si intende per \u2018protezione\u2019: nessun chierico \u00e8 sottratto alla giurisdizione dello Stato, o immune da essa. La Chiesa ha una sua giustizia interna che fa il suo corso, ma ci\u00f2 non significa che i chierici non vengano perseguiti dallo Stato. Legge canonica e legge civile sono due cose distinte, cos\u00ec come sono distinte le rispettive sanzioni. Per quanto riguarda, poi, l\u2019obbligo di denuncia, ci\u00f2 varia da ordinamento a ordinamento: nel nostro Paese, ad esempio, non c\u2019\u00e8 nessun obbligo di denuncia alle autorit\u00e0 civili. \u00c8 assurdo inoltre imputare alla Santa Sede i fatti commessi da sacerdoti o religiosi dei quali la Santa Sede non ha mai saputo niente: la Santa Sede ha il compito di dettare norme e prendere i dovuti accorgimenti per contrastare questo fenomeno, fornendo indicazioni ed emanando linee-guida per le diocesi\u201d.<\/p>\n

Nel documento di Ginevra si denuncia il \u201ccodice del silenzio\u201d.<\/strong><\/p>\n

\u201c\u00c8 una forzatura. Bisogna tener conto che i casi di pedofilia sono gravi, complessi e delicati: spesso sono le stesse famiglie delle vittime a chiedere la riservatezza, proprio come forma di \u2018protezione\u2019 del minore, finch\u00e9 non vengano fuori elementi sicuri. Molto spesso i casi vengono fuori dopo 30-40 anni. \u00c8 il fatto in s\u00e9 che richiede riservatezza, nell\u2019interesse delle persone coinvolte, e quindi anche come forma di tutela dei minori. Non dimentichiamo, inoltre, che ci sono stati casi in cui alcuni preti si sono uccisi, salvo poi a venire assolti dopo morti\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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