{"id":2221,"date":"2002-02-15T00:00:00","date_gmt":"2002-02-15T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2221"},"modified":"2021-12-02T19:03:25","modified_gmt":"2021-12-02T17:03:25","slug":"pastore-buono-e-saggio-a-servizio-della-diocesi-dal-1982-al-1991","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/pastore-buono-e-saggio-a-servizio-della-diocesi-dal-1982-al-1991\/","title":{"rendered":"Pastore buono e saggio a servizio della diocesi dal 1982 al 1991"},"content":{"rendered":"

Marted\u00ec 4 febbraio presso la cattedrale di San Lorenzo di Perugia si sono svolte le esequie di mons. Carlo Urru. Il giorno seguente, marted\u00ec alle ore 15.30, alla presenza di numerosi fedeli e la partecipazione di tutto il clero diocesano, si \u00e8 svolta la concelebrazione presso la cattedrale di Citt\u00e0 di Castello presenti mons. Sergio Goretti, mons. Giuseppe Chiaretti e mons. Pellegrino Tomaso Ronchi. Qui pubblichiamo il testo del saluto di mons. Ronchi e dell’omelia pronunciata dal vescovo Goretti.Cari fratelli e sorelle, \u00e8 con cuore commosso, ma gioioso, che celebriamo questa Eucaristia di lode e di ringraziamento alla santissima Trinit\u00e0 per il dono del vescovo Carlo Urru, pastore buono e saggio della nostra diocesi dal 1982 al 1991. La nostra Chiesa, pure nel dolore della separazione terrena, \u00e8 nella gioia perch\u00e9 sa che in Paradiso ha un altro vescovo che intercede per noi tutti e ci protegge. Al termine di questa celebrazione, come da suo esplicito desiderio, mons.Urru verr\u00e0 tumulato in questa “sua” cattedrale dove gi\u00e0 riposano, in attesa della risurrezione finale, altri suoi santi predecessori. La Chiesa tifernate lo ringrazia per la dedizione e l’amore forte, e delicato allo stesso tempo, con cui, come pastore l’ha guidata e sorretta, e per la grande testimonianza di semplicit\u00e0, di serenit\u00e0, di povert\u00e0. A motivo di una salute cagionevole, ha percorso un calvario lento e faticoso, con una forte coscienza della fragilit\u00e0 umana, guardando unicamente al Signore Crocifisso e Risorto, ma sempre con pazienza e umilt\u00e0, senza mai lamentarsi. E’ morto lucido fino alla fine, rispondendo, anche solo con l’espressione degli occhi, ai gesti di affetto e di piet\u00e0 che, a gara, sacerdoti, parenti e fedeli, hanno voluto donargli nell’ultima tappa della sua esistenza. A nome della diocesi, esprimo viva gratitudine a mons. Sergio Goretti, figlio di questa diocesi, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e presidente della Conferenza episcopale umbra, che presiede questa liturgia esequiale. Un grazie, altrettanto cordiale, a mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve, il nostro metropolita, il quale ieri sera nella Cattedrale di Perugia ha presieduto una solenne concelebrazione con tutti i vescovi della regione e alcuni della Sardegna. A lui il nostro grazie anche per la generosa ospitalit\u00e0 nel suo vescovado a mons.Urru in questi ultimi anni, coadiuvato nell’assistenza dal suo vicario generale mons. Mario Ceccobelli. E’ pure con noi mons. Ivo Baldi, vescovo di Huaraz nel Per\u00f9, anche lui tifernate. Impossibilitato dall’essere presente fisicamente, mons. Pietro Fiordelli, vescovo Emerito di Prato, ha inviato un messaggio molto bello. Saluto e ringrazio vivamente le Autorit\u00e0 civili e militari qui convenute o che si sono rese presenti con telegrammi.Cari amici, in questo momento avvalori la nostra preghiera di suffragio per “Don Carlo” la Vergine Madre di Cristo: lei che per prima gli ha dato il benvenuto il giorno del suo ingresso in diocesi nel Santuario di Canoscio, ora lo accolga maternamente nell’ultima e pi\u00f9 felice dimora. In una lettera del 18 giugno 1992 mons. Urru, rispondendo al mio invito a celebrare in questa cattedrale il suo 50’di ordinazione sacerdotale, cos\u00ec mi scriveva: “Le sono riconoscente per il suo invito e, in attesa di rivederci in Cattedrale il prossimo 28 giugno mi rifugio presso Nostra Signora del Transito per ottenere misericordia. E in Lei, Eccellenza carissima, saluto e venero tutto il Presbiterio e il buon Popolo di Dio, che incessantemente benedico”. Grazie, don Carlo! ‘Pellegrino Tomaso Ronchi vescovoL’omelia di mons.GorettiCome \u00e8 stato ricordato, circa dieci anni fa, mentre lasciava, per raggiunti limiti di et\u00e0, la guida di questa sua Chiesa, mons. Carlo Urru davanti a tutti, con semplicit\u00e0 e spontaneit\u00e0, espresse questo desiderio: “Riservatemi un posto nella cripta della cattedrale”. Ritengo che in quel momento abbia provato gli stessi sentimenti che ebbe Abramo, quando cap\u00ec che il Signore gli chiedeva di lasciare tutto, casa beni amici, e di affidarsi a lui per andare nel paese che gli avrebbe indicato. Ritornava nella sua Perugia, nella chiesa che lo aveva allevato ed educato nella fede e che lui aveva servito con amore e fedelt\u00e0, ma il suo cuore restava qui in questa chiesa che lo aveva avuto pastore, in questa cattedrale da cui aveva annunciato il Vangelo, vicino ai suoi figli che aveva amato con cuore di padre. Oggi, nella sofferenza del distacco, siamo lieti di esaudire questo suo desiderio e di averlo ancora con noi, vicino ai suoi venerati predecessori. Mi piace che la sua salma sia accolta da questa notevole presenza di popolo e dalla partecipazione delle autorit\u00e0 civili. Nei confronti di un fratello cos\u00ec prezioso, chiamato dal Signore a svolgere compiti e ruoli di particolare importanza, abbiamo innanzi tutto il dovere del ringraziamento. (…) Mons. Urru accoglieva con bont\u00e0 e fermezza, ascoltava con rispetto e trepidazione, comunicava la saggezza che gli proveniva dalla sua vita di preghiera e dalla sua forte fede in Cristo, ed era ricambiato dalla fiducia e dalla confidenza di chi ricorreva a lui. Personalmente ho un ricordo che ha inciso nella mia vita. Ero assistente della Giac a Citt\u00e0 di Castello, quando mons. Urru indisse a Perugia, presso la Casa S. Cuore, una tre giorni regionale. L’Azione cattolica attraversava una fase difficile. Il Presidente che era succeduto a Carlo Carretto e che aveva portato una ventata di novit\u00e0 e di entusiasmo, fu costretto alle dimissioni. Lo smarrimento fu grande. Qualcuno per non compromettersi si nascondeva, qualche altro reagiva con vigore e perfino con violenza, molti si chiudevano nella sofferenza. Ricordo la linea di condotta che propose don Carlo e che pu\u00f2 essere cos\u00ec riassunta: non giudichiamo cose che non conosciamo bene; la Chiesa va amata con passione e dedizione non solo nelle ore liete e serene ma anche in quelle oscure e difficili; ora c’\u00e8 solo una domanda da porci e a cui rispondere: “cosa ci chiede il Signore?”. C’era tutta la saggezza dell’uomo di fede. Anche da vescovo ho potuto constatare il profondo rapporto di confidenza e di fiducia che mons. Urru era riuscito a creare con quei giovani che aveva condotto al ministero ordinato. Diversi sacerdoti della regione hanno continuato a far riferimento a lui per consigli, sostegno e guida spirituale. Nel 1971 il Papa nomina mons. Urru vescovo di Ampurias e Tempio Pausania. Ritornava cos\u00ec nella terra dei suoi antenati. (…) Dopo 11 anni il Papa lo chiam\u00f2 a Citt\u00e0 di Castello, a questa vostra e mia Chiesa. Ci\u00f2 che ha fatto nei nove anni che \u00e8 stato in mezzo a noi \u00e8 ben noto e io non oso commentarlo, poich\u00e9 lo conoscete meglio di me. E’ stato l’operaio della vigna che ha lavorato dalla prima ora fino al tramonto. Come pastore ha camminato davanti a noi per indicarci la strada, ma non ha disdegnato di mettersi anche al nostro fianco per mostrarci amore e simpatia e perfino di starci dietro per aiutarci a superare incertezze e difficolt\u00e0. E’ stato il pastore che ha guidato tutto il gregge al pascolo, che ha avuto cura sia delle pecore forti e sane come di quelle ferite malate smarrite. Riconoscenza ancora maggiore dobbiamo a mons. Urru per ci\u00f2 che \u00e8 stato. Talvolta il Signore, misteriosamente, ai suoi discepoli riserva lunghi periodi di sofferenza. E’ il tempo della prova e della conferma. E’ facile servire il Signore quando si ha salute, vigore e giovinezza. E’ duro invece quando si \u00e8 inchiodati nella solitudine di un letto, non si ha pi\u00f9 la capacit\u00e0 di comunicare e si sperimenta perfino l’umiliazione di doverci affidare in tutto e per tutto agli altri. Ogni volta che ho visitato mons. Urru mi ha commosso lo splendore del suo sorriso, la luce dei suoi limpidi occhi, simili a quelli di un bambino, la serenit\u00e0 con cui affrontava l’infermit\u00e0. Dobbiamo riscoprire l’importanza delle persone che si uniscono alla missione della Chiesa con la preghiera e con l’offerta silenziosa e nascosta, che accettano di essere crocifissi come Cristo. Ovviamente non possiamo rinunciare al dovere di annunciare il Vangelo, poich\u00e9 il Signore ci ha dato questa missione da compiere, ma nemmeno possiamo dimenticare che il vero conduttore della Chiesa e della storia \u00e8 Dio, che la parte principale ed essenziale resta salda nelle sue mani e che noi, senza di Lui, non possiamo far nulla. Quale eredit\u00e0 ci lascia mons. Urru? Mi limito a questa considerazione. Occorre riscoprire la centralit\u00e0 di Cristo. Non possiamo limitarci a dare a Dio qualche piccolo spazio della nostra giornata o qualche angusto angolo del nostro cuore. Neppure possiamo ridurci ad ammirare la sublimit\u00e0 e la bellezza del Vangelo. La fede \u00e8 molto pi\u00f9 di una semplice dottrina. E’ un vivere con Cristo, per Cristo, in Cristo, sia quando viviamo come quando moriamo. Questo principio vale soprattutto per noi ordinati. Siamo stati scelti, chiamati e inviati. Possiamo indicare Cristo, se Lui non ha preso possesso di noi? Possiamo dire, come fece Cristo con i discepoli di Giovanni Battista, “venite e vedete”, se il Figlio di Dio non \u00e8 da noi adorato, amato, custodito come il tesoro pi\u00f9 prezioso e servito con tutte le forze? Possiamo incantare gli altri, se noi non siamo incantati da Cristo? Non si pu\u00f2 dimenticare che il mondo di oggi, spesso ripiegato in maniera idolatrica sui beni terreni, disorientato da un diffuso e progressivo oscuramento dei valori morali spirituali, attende profeti che siano testimoni di ci\u00f2 che annunciano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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