{"id":2192,"date":"2002-02-01T00:00:00","date_gmt":"2002-01-31T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2192"},"modified":"2015-07-13T17:10:36","modified_gmt":"2015-07-13T15:10:36","slug":"congregazione-generale-del-sinodo-diocesano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/congregazione-generale-del-sinodo-diocesano\/","title":{"rendered":"Congregazione generale del Sinodo diocesano"},"content":{"rendered":"
I rigori della stagione non hanno impedito che si svolgesse regolarmente la VI Congregazione generale del Sinodo diocesano: sono infatti convenuti a Roccaporena, sabato 26 e domenica 27, le centinaia di sinodali per questo che \u00e8 stato il terzultimo appuntamento nel cammino dei lavori. Dopo l’approvazione, nelle congregazioni precedenti dei primi tre documenti (il mondo dei giovani, l’istanza della carit\u00e0 e l’amministrazione dei beni ecclesiastici), nell’ultima tornata siamo andati proprio al centro dell’intera problematica: “essere santi (VIII Circolo minore), essere Chiesa”; base irrinunciabile di qualsiasi attivit\u00e0 ecclesiale, quale contemplata negli altri documenti, sia quelli gi\u00e0 studiati, votati e regolarmente promulgati da mons. Arcivescovo, sia quelli ancora in preparazione, e cio\u00e8 i due sulla ministerialit\u00e0 nella Chiesa e l’evangelizzazione, sia gli ultimi due sul culto e la liturgia che sulla famiglia, il problema chiave di tutta la vicenda attuale. Si pu\u00f2 prevedere che nel corso dell’anno avremo ancora due congregazioni generali, aprile e settembre, giungendo cos\u00ec al termine dei lavori. Con l’anno 2002\/2003 avranno inizio i piani pastorali in applicazione dell’intera normativa sinodale.Fondamentali resteranno appunto i due documenti approvati sabato e domenica scorsi Anzitutto la “santit\u00e0”. Alla base sono due concetti rivoluzionari, nel senso migliore del termine santit\u00e0 e vivere secondo il principio ontologico e dinamico della natura di partecipazione della divinit\u00e0 che si determina in noi con il Battesimo. E battezzati siamo tutti, naturalmente i cristiani. Ma anche tutti gli altri, nel progetto divino, sono chiamati al Battesimo.Nel corso dei secoli i santi, riconosciuti come tali, sono stati migliaia e migliaia, ci\u00f2 non significa per\u00f2 che ci sia anche un sol uomo esentato dal vivere questa meravigliosa levitazione della sua natura che, in Cristo, \u00e8 sollevata a altezza divina. Il che non vuol dire eventi straordinari, quanto piuttosto sul giudizio di una vita ordinaria vissuta per\u00f2 a livello straordinario, cio\u00e8 nell’amore e nella dedizione a ogni fratello, sull’esempio di Cristo. Ma come, praticamente? Su questo si \u00e8 diffuso il documento dell’VIII Circolo minore di cui, in questa sede, non possiamo che accennare alcuni capitoli fondamentali: il primato della Parola di Dio e della preghiera, la formazione della coscienza cristiana e di una positiva integralit\u00e0 morale nello spirito soprattutto delle beatitudini. Subito dopo per\u00f2 l’assunzione e l’esercizio della responsabilit\u00e0 nella societ\u00e0 e nella Chiesa. Chiesa e territorio \u00e8 appunto l’argomento studiato dal I Circolo minore, sia a livello biblico teologico – siamo un Popolo in cammino, non molecole vaganti in una confusa e caotica polverizzazione che finisce per annullare il progetto divino. Siamo il “corpo di Cristo”, che ha una sua unit\u00e0 nel vario corrispondersi delle membra, secondo l’immagine della Scrittura. Ed ecco allora la ricerca e la definizione anche storica di questa nostra Chiesa particolare di Spoleto-Norcia, incarnata in una ben precisa societ\u00e0 che giunge a noi da secoli, e che si protende oggi nel terzo millennio con una ben precisa missione: pace fra cielo e terra, pace fra tutti gli uomini, pace fra cielo e terra. Questa pace, dono di Dio e compito quotidiano dell’uomo riassume ogni altra possibile finalit\u00e0, al di l\u00e0 della stessa persona umana, poich\u00e9 la persona stessa trova la sua identit\u00e0 nel rapporto con l’altro. Occorre andare ben al di l\u00e0 di un Cristianesimo di accatto, fatto di particucce devozionali, in un falso intimismo in cui ci isola da quei fratelli cui siamo inviati per una “comunione” che ci accomuna nel Cristo, sull’immagine della Trinit\u00e0 che \u00e8 insieme unico Dio e pluralit\u00e0 di persone nella relazionalit\u00e0 unificante. Il documento studia appunto la Chiesa coma interazione di soggetti collettivi via via pi\u00f9 larghi, dal piccolo centro sparuto di montagna alla parrocchia, all’unit\u00e0 pastorale e forania (aggregazione di parrocchie nel comprensorio e nella zona di confini pi\u00f9 ampi), fino alla diocesi e alla stessa Chiesa universale. La parola d’ordine deve essere “Insieme”. Ma come? E’ su questo che si diffonde il Documento. Questa volta il Relatore \u00e8 stato lo stesso nostro arcivescovo mons. Riccardo Fontana, trattandosi di argomento che richiedeva una sicura conoscenza del territorio, da nessuno cos\u00ec ben conosciuto come da lui. Solo cos\u00ec siamo potuti giungere alla definizione di una identit\u00e0 da conservare, da promuovere. Siamo una grande Chiesa, ma sempre in cammino. Nulla di generico o di vago. Quando il documento sar\u00e0 pubblicato, ognuno potr\u00e0 constatarlo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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