{"id":21872,"date":"2014-01-31T17:28:22","date_gmt":"2014-01-31T15:28:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=21872"},"modified":"2018-01-10T19:36:51","modified_gmt":"2018-01-10T17:36:51","slug":"ricordo-di-mons-nicolini-a-40-anni-dalla-scomparsa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ricordo-di-mons-nicolini-a-40-anni-dalla-scomparsa\/","title":{"rendered":"Ricordo di mons. Nicolini a 40 anni dalla scomparsa"},"content":{"rendered":"
\"Mons.<\/a>
Mons. Giuseppe Placido Nicolini<\/figcaption><\/figure>\n

Nell\u2019anno appena trascorso ricorreva il 40\u00b0 anniversario della morte di mons. Giuseppe Placido Nicolini<\/strong>. Vorrei ricordarlo come l\u2019ho conosciuto: di animo dolce, ma fermo nei suoi propositi, e con ricordi \u201csparsi\u201d. Uno stralcio della vita quotidiana, che merita di essere ricordato di mons. Nicolini era il suo grande amore per gli animali. In diverse foto \u00e8 ritratto con cuccioli e gattini che accarezza, piccioni che si posano sulle sue mani, canarini che teneva in casa, tutti da lui curati con dedizione e amore quotidiano. Non mancava mai di presentarli agli ospiti in vescovado. Uno dei tanti aspetti di vita che distingueva il suo ministero era quello di stare molto attento al mutare dei tempi e alle istanze dei giovani.<\/p>\n

Volle assistere alla prima messa \u201cbeat\u201d celebrata a San Pietro ad Assisi, in occasione di un convegno dei giovani, partecipandovi attivamente in particolare aderendo alla musica e al canto scritta e composta dal maestro M. Giombini. In quella circostanza e vedendo l\u2019entusiasmo dei giovani disse: \u201cSe i giovani vogliono pregare cos\u00ec, accontentiamoli\u201d.<\/p>\n

Durante la visita di Papa Francesco ad Assisi (4 ottobre 2013) nella sala della Spogliazione, il vescovo mons. Sorrentino<\/strong> ha voluto ricordare il grande cuore che ebbe durante l\u2019ultima guerra, nel soccorrere e salvare le vite di oltre 300 ebrei perseguitati dai nazisti e mettendo, spesso, a repentaglio la sua incolumit\u00e0.<\/p>\n

All\u2019ospedale Santa Chiara di Trento, nel periodo della sua degenza, ho avuto modo di assisterlo in pi\u00f9 occasioni; spesso gli chiedevo che mi raccontasse alcuni di quei momenti difficili. Le sue risposte furono sempre: \u201cTempi passati\u2026 tempi passati\u201d e non aggiungeva altro.<\/p>\n

Un particolare da non dimenticare: appena arrivato ad Assisi, in quanto vescovo, nel 1928 mise d\u2019accordo le due Famiglie francescane in occasione della festa di san Francesco. Mi raccontava che fece tutto il possibile perch\u00e9 alla vigilia della festa si celebrasse il \u201cTransito del Poverello\u201d a Santa Maria degli Angeli con la partecipazione di tutte le Famiglie francescane e le autorit\u00e0 civili, mentre il giorno della festa sulla tomba del Santo.<\/p>\n

Il giorno dell\u2019anniversario dell\u2019ottantesimo di professione monastica, gli presentai un dolcetto. Mi disse: \u201cCos\u2019\u00e8 oggi?\u201d Risposi: \u201cIl suo ottantesimo di professione\u201d. Mi offr\u00ec per primo un pezzettino di dolce e disse: \u201cFacciamo festa insieme. Molte volte ho rinnovato i voti, ora spero che sia l\u2019ultima, per poi rinnovarli eternamente in cielo\u201d. Ecco la festa nella semplicit\u00e0 per l\u2019ottantesimo. In barba ai festeggiamenti inutili dei nostri giorni nel 25\u00b0, 30\u00b0, 40\u00b0… Ogni anno lo accompagnavo, in treno, a un istituto a La Spezia per conferire il sacramento della confermazione a un gruppo di adolescenti. Durante il viaggio, mentre recitava il breviario, si ferm\u00f2 e guardandomi disse: \u201cSe fossi rimasto abate di Praglia, avrei compiuto quasi settanta anni di governo, ma avrei stancato anche le pietre del monastero\u201d.<\/p>\n

La malattia lo port\u00f2 spesso in ospedale; nel corso della degenza era sempre assorto nei pensieri e nella preghiera. Un giorno gli domandai se avesse paura di \u201csorella morte corporale\u201d. Mi rispose, ravvivandosi negli occhi, che andava incontro a un Padre, meglio a una Madre molto, ma molto pi\u00f9 buona dei nostri padri e delle nostre madri che ci hanno voluto e fatto del bene.<\/p>\n

Sazio di anni, ma ancor pi\u00f9 lamentandosi con i medici per il troppo accanimento con \u201cfrate corpo\u201d, avendo una stenosi alla gola (era alimentato con un ago nel polpaccio, grosso come un dito, che gli procurava molto dolore), chiam\u00f2 il primario, il medico curante e disse loro: \u201cLasciatemi morire in pace, perch\u00e9 la mia vita, dopo molti anni, ormai l\u2019ho vissuta\u201d.<\/p>\n

Il giorno successivo tolsero ogni alimentazione artificiale e dopo una settimana, il giorno della solennit\u00e0 di Cristo Re, il 25 novembre del 1973 alle ore 15, si spense. Il suo corpo \u00e8 stato traslato a San Rufino il 14 settembre del 1975 e inumato, con grande solennit\u00e0, nella parte sinistra entrando della cappellina della Madonna del Pianto.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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