{"id":21709,"date":"2014-01-23T17:59:15","date_gmt":"2014-01-23T15:59:15","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=21709"},"modified":"2015-07-08T11:30:07","modified_gmt":"2015-07-08T09:30:07","slug":"lavoro-giovanile-il-progetto-ue","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lavoro-giovanile-il-progetto-ue\/","title":{"rendered":"Lavoro giovanile, il progetto Ue"},"content":{"rendered":"

\"lavoro-donna-settore-tessile\"<\/a>La disoccupazione non \u00e8 un problema squisitamente italiano, ma europeo, tanto che la Ue ha promosso da quest\u2019anno la Youth Guarantee<\/em> (garanzia giovani), per stimolare l\u2019inserimento lavorativo degli oltre 6 milioni di under-25 inattivi.<\/p>\n

Il problema ha dimensioni strutturali, perch\u00e9 un Continente in \u201ccrisi demografica\u201d come il nostro non pu\u00f2 permettersi il lusso di escludere dal mondo della produzione cittadini in et\u00e0 attiva, specialmente giovani, se per il futuro si vorr\u00e0 mantenere il livello di qualit\u00e0 della vita raggiunto e le politiche sociali che ne garantiscono la diffusione nella gran parte della popolazione.<\/p>\n

Anche l\u2019Italia, uno degli Stati nelle condizioni peggiori riguardo alla situazione della disoccupazione giovanile, ha presentato il suo \u201cpiano di garanzia\u201d, che la Commissione europea finanzier\u00e0. Un\u2019occasione da non perdere per rilanciare il lavoro.<\/p>\n

Dal progetto illustrato dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini<\/strong>, emergono tre elementi positivi che potrebbero rivelarsi fruttuosi ed efficaci.<\/p>\n

1.<\/strong> L\u2019elaborazione concertata \u00e8 il processo con il quale \u00e8 stato progettato il piano e ha coinvolto vari attori, le parti sociali, gli operatori pubblici e quelli del terzo settore, le istituzioni regionali. Questa modalit\u00e0 concertata potrebbe innescare una sinergia delle azioni che i diversi soggetti mettono in campo.<\/p>\n

2.<\/strong> Si auspicano politiche attive che prevedono percorsi personalizzati, finalizzati all\u2019inserimento, esperienze di tirocinio, impegno nel servizio civile, formazione professionalizzante e accompagnamento all\u2019avvio per un\u2019iniziativa imprenditoriale.<\/p>\n

3.<\/strong> Il Coordinamento nazionale con delega alle Regioni dovrebbe integrare in un unico sistema le risorse nazionali e dei territori. Mettere in relazione i diversi attori che operano nel campo: imprese, scuole, sindacati, agenzie per l\u2019impiego pubbliche e private, profit e no profit.<\/p>\n

Allo stesso tempo alcuni esperti, tra cui Maurizio Ferrera<\/strong>, hanno sollevato alcuni dubbi che evidenziano alcuni punti di debolezza che potrebbero interferire nel progetto. La prima<\/strong> \u00e8 la fragilit\u00e0 dei servizi per l\u2019impiego, in particolare nel Sud Italia: la questione \u00e8 centrale, perch\u00e9 i servizi sono un nodo essenziale per connettere domanda e offerta di lavoro. Il secondo<\/strong> punto \u00e8 l\u2019ambizione di un piano che immediatamente coinvolge tutto il territorio nazionale, mentre altri piani presentati alla Commissione Ue (ad esempio quello francese) hanno scelto di partire con alcune Regioni, per poi allargare l\u2019azione politica ad altre.<\/p>\n

Altri ancora hanno aggiunto la seria difficolt\u00e0 di coinvolgere i giovani scoraggiati<\/strong>, che sono allontanati dalla vita attiva. Si tratta di un compito difficile perch\u00e9 non \u00e8 una semplice operazione di \u201creindirizzo\u201d verso un nuovo lavoro, ma di recupero anche psicologico e culturale di persone che hanno abbandonato la speranza di raggiungere un lavoro dignitoso.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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