{"id":21427,"date":"2014-01-09T19:51:43","date_gmt":"2014-01-09T17:51:43","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=21427"},"modified":"2014-01-09T19:51:44","modified_gmt":"2014-01-09T17:51:44","slug":"la-voce-di-ieri-e-quella-di-oggi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-voce-di-ieri-e-quella-di-oggi\/","title":{"rendered":"\u201cLa Voce\u201d di ieri e quella di oggi"},"content":{"rendered":"

\"Senza-titolo-1\"<\/a>Come cambi\u00f2 La Voce<\/em> nel 1984? Pi\u00f9 che un cambiamento fu un nuovo inizio. Solo con la svolta del 1984 La Voce<\/em> ha acquistato l\u2019aspetto e la dimensione di un giornale regionale. Regionale non (solo) nel senso che la sua diffusione \u00e8 regionale, ma nel senso che esprime un punto di vista regionale nella scelta delle notizie, nei temi, nei commenti.<\/p>\n

Nei suoi primi trent\u2019anni (dal 1954) La Voce<\/em> era stata, piuttosto, un giornale interdiocesano, ma pi\u00f9 precisamente non era un giornale solo; era una catena di tanti piccoli giornali diocesani, che avevano alcune pagine in comune (quelle che trattavano i temi di carattere generale) e altre, quelle locali, diverse per ciascuna delle tante edizioni. I lettori si interessavano essenzialmente delle pagine locali, perch\u00e9 l\u00ec trovavano le notizie e i commenti che riguardavano il loro territorio e la loro comunit\u00e0.<\/p>\n

Chi abitava a Perugia riceveva La Voce<\/em> con la cronaca di Perugia; chi stata a Terni quella con la cronaca di Terni; cos\u00ec, nessuno poteva sapere nulla di ci\u00f2 che accadeva nelle comunit\u00e0 diverse dalla propria, anche ammettendo che ne avesse avuto il desiderio. Le pagine \u201cgenerali\u201d (cio\u00e8 quelle che venivano stampate per tutte le edizioni) teoricamente potevano leggerle tutti; in realt\u00e0, credo, non le leggeva quasi nessuno. Non avevano, per lo pi\u00f9, un contenuto di fatti e notizie di attualit\u00e0; comunque non di interesse regionale.<\/p>\n

Il giornale era diffuso non solo in Umbria, ma anche in altre diocesi, anche di regioni lontane; quindi la parte generale doveva essere buona per tutti, ma in fondo non attraeva nessuno. Anche perch\u00e9 molte volte i testi non erano originali, ma ripresi da agenzie o da altre pubblicazioni pi\u00f9 importanti.<\/p>\n

La nuova formula inaugurata nel 1984, invece, ha \u201cinventato\u201d la fisionomia regionale della testata. Cerca di dare al lettore la consapevolezza di far parte di una comunit\u00e0 (quella regionale, appunto) che va oltre la dimensione paesana e diocesana. Le pagine locali ci sono sempre ma (ecco la novit\u00e0) sono stampate tutte una di seguito all\u2019altra; il lettore \u00e8 invitato ad informarsi anche di ci\u00f2 che accade nelle citt\u00e0 diverse dalla sua. Questa, poi, \u00e8 solo la seconda parte del giornale; la prima parte \u00e8 quella schiettamente regionale, nelle notizie e nei commenti, ed \u00e8 anche originale e attuale, settimana per settimana. \u00c8 originale e regionale persino il commento al Vangelo della domenica, perch\u00e9 \u00e8 curato da autori della nostra regione (a seconda dei periodi, uno dei Vescovi, oppure un teologo o un biblista delle nostre chiede locali, o, come adesso, da una coppia di coniugi impegnati nella pastorale).\u2002In questo modo il giornale nasce dalla comunit\u00e0 e si rivolge alla comunit\u00e0. Questa \u00e8 l\u2019esperienza dei trent\u2019anni che si stanno compiendo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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