{"id":21265,"date":"2013-12-20T13:42:13","date_gmt":"2013-12-20T11:42:13","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=21265"},"modified":"2015-07-08T11:30:39","modified_gmt":"2015-07-08T09:30:39","slug":"il-pil-cresce-il-lavoro-no","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-pil-cresce-il-lavoro-no\/","title":{"rendered":"Il Pil cresce il lavoro no"},"content":{"rendered":"

\"impresa-immigrati\"<\/a>La tempesta forse \u00e8 passata ma il sole ancora non spunta. A fine anno si raccolgono dati, studi ed analisi sull\u2019andamento dell\u2019economia e si fanno previsioni per il futuro. Che non sono del tutto positive perch\u00e8 se anche il Pil, dopo anni di recessione, torner\u00e0 a crescere per gli esperti non creer\u00e0 nuovi posti di lavoro. Almeno nell\u2019immediato. Anzi ci saranno ancora tante piccole e medie aziende costrette a chiudere per i consumi interni che non crescono, le banche che non prestano soldi, lo Stato che paga in ritardo i fornitori ma punisce con le tasse pi\u00f9 alte d\u2019Europa il lavoro. In un quadro sociale e politico di grande instabilit\u00e0.<\/p>\n

Questo \u00e8 il panorama nazionale e l\u2019Umbria non fa eccezione. Nel terzo trimestre di quest\u2019anno i dati dell\u2019Osservatorio congiunturale sul manifatturiero<\/strong> ed il commercio<\/strong> in provincia di Perugia evidenziano qualche cenno di miglioramento ma – ha detto il presidente della Camera di commercio Giorgio Mencaroni<\/strong> – \u201cservono altri numeri per uscire dalla recessione\u201d. Anche in provincia di Terni, ha commentato il presidente della locale Camera di commercio Enrico Cipiccia, si pu\u00f2 cominciare \u201ca parlare di attenuazione degli effetti della crisi, ma non ancora di inizio della ripresa\u201d.<\/p>\n

Giudizi confermati anche nel Focus sulla economia umbra<\/strong> curato dall\u2019Ires Cgil, secondo il quale se anche ci sar\u00e0 una ripresa del Pil questo non creer\u00e0 occupazione. L\u2019Umbria – \u00e8 detto nel rapporto dell\u2019Istituto di ricerche economiche e sociali del sindacato – \u201c\u00e8 una regione su cui la recessione ha assestato un duro colpo, con una elevata disoccupazione, produttivit\u00e0 bassa, produzione industriale che rimane ancorata ad un modello da cui non riesce a sganciarsi, consumi sempre pi\u00f9 in basso ed un export complessivo in calo\u201d. Mali \u2013 sottolinea l\u2019Ires \u2013 in gran parte preesistenti alla crisi che li ha accentuati.<\/p>\n

Ci sono meno soldi in giro ed anche in vista del Natale continua il calo dei consumi<\/strong> che per la prima volta incidono anche sulle vendite di supermercati, ipermercati e grande distribuzione in genere. A Terni<\/strong>, ad esempio, nei primi sei mesi del 2013 famiglie ed imprese non hanno onorato debiti per sei milioni di euro. \u201cSono 30 mila euro al giorno che i ternani non sono riusciti a pagare\u201d ha sottolineato il presidente della Camera di commercio.<\/p>\n

Se gli umbri e gli italiani spendono di meno anche le nostre aziende incassano di meno. Quelle pi\u00f9 moderne e competitive (ed in Umbria per fortuna ne abbiamo parecchie) si sono lanciate con successo nei mercati internazionali, soprattutto dei paesi emergenti dove il \u201clusso\u201d ed il \u201dmade in Italy\u201d in genere sono molto apprezzati e richiesti. Lo conferma anche l\u2019ultimo rapporto di Umbria Innovazione ed Unioncamere<\/strong> che ha studiato bilanci ed attivit\u00e0 nel 2012 di 210 aziende piccole e medie della regione. Il 40 per cento hanno avuto un calo del fatturato che \u00e8 invece cresciuto in quel 32 per cento che hanno puntato sui mercati internazionali, soprattutto extra europei, a dimostrazione – sottolinea il rapporto – che \u201cinnovazione tecnologica ed organizzativa sono un fattore strategico di successo delle imprese\u201d.<\/p>\n

Purtroppo per\u00f2 nel complesso anche l\u2019export umbro \u00e8 in calo, soprattutto per il crollo della produzione e vendita dell\u2019acciaio prodotto negli stabilimenti di Terni. Nei primi nove mesi di quest\u2019anno, secondo i dati Istat, le esportazioni umbre sono calate del 6,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell\u2019anno precedente (in Italia la diminuzione \u00e8 stata dello 0,3 mentre nelle vicine Marche sono cresciute addirittura del 12,7 per cento). Preoccupa inoltre il fatto che \u00e8 proprio nei paesi extraeuropei, dove i consumi ed il benessere sono in crescita, che l\u2019export umbro ha avuto un tracollo di oltre il 10 per cento.<\/p>\n

L\u2019attenzione dell\u2019opinione pubblica \u00e8 ovviamente concentrata sulla crisi delle grandi imprese (Merloni, Sangemini, Acciaierie Terni per citarne alcune) ma sono quelle pi\u00f9 piccole, con meno di 9 addetti – rileva lo studio dell\u2019Osservatorio congiunturale delle Camere di commercio – a perdere terreno. Per il futuro il 23 per cento degli imprenditori delle oltre 500 aziende prese in esame si attende un miglioramento della situazione, il 39 degli intervistati \u201cstabilit\u00e0\u201d, mentre il 37,7 per cento si aspetta ancora una diminuzione della propria attivit\u00e0.<\/p>\n

Pi\u00f9 stranieri imprenditori<\/h3>\n

C\u2019 \u00e8 meno lavoro per tutti e quindi anche per gli stranieri arrivati in Italia per cercare una vita ed un futuro migliore. Ed allora gli immigrati si inventano un lavoro da soli. Infatti uno studio della Unioncamere Umbria su questo fenomeno rileva che nella nostra regione cresce il numero di imprese create da stranieri che sono ormai quasi 7.000, l\u2019 8,2 per cento del totale. Sono aziende piccole, (pi\u00f9 dell\u2019 80 per cento sono individuali), che operano soprattutto nel settore delle costruzioni e del commercio. Giuliana Pandoro, segretario generale di Unioncamere Umbria, ha commentato che la crescita di imprese straniere dimostra che \u201dsempre pi\u00f9 lavoratori da braccianti diventano imprenditori ed accettano il rischio di fare impresa. Ormai in Italia una nuova impresa giovanile su 5 \u00e8 straniera. Spesso – ha proseguito – queste attivit\u00e0 soddisfano fabbisogni non coperti da lavoratori italiani. Colmano un vuoto ed assicurano un apporto economico fondamentale all\u2019 economia dell\u2019 Umbria\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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