{"id":2087,"date":"2001-11-30T00:00:00","date_gmt":"2001-11-30T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2087"},"modified":"2001-11-30T00:00:00","modified_gmt":"2001-11-30T00:00:00","slug":"le-caritas-in-umbria-vicine-alle-vecchie-e-nuove-poverta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/le-caritas-in-umbria-vicine-alle-vecchie-e-nuove-poverta\/","title":{"rendered":"Le Caritas in Umbria: vicine alle vecchie e nuove povert\u00e0"},"content":{"rendered":"

Attenzione alle vecchie povert\u00e0, ma anche ai tanti, nuovi bisogni. Le Caritas diocesane dell’Umbria negli ultimi anni si sono riorganizzate e hanno creato un coordinamento regionale pi\u00f9 forte e adatto alle nuove esigenze del tessuto sociale.L’incontro fra i bisogni e le varie possibilit\u00e0 di risposta che la Caritas pu\u00f2 fornire avviene sempre nei centri di ascolto. Si cerca di dare risposte immediate ai bisogni pi\u00f9 urgenti, come buoni pasto o una struttura di prima accoglienza. Ma c’\u00e8 anche la possibilit\u00e0 di individuare soluzioni a media e lunga scadenza, per orientare le persone a scelte di lavoro, di alloggio o sistemazione prolungata. Fra le povert\u00e0 che negli ultimi anni sono diventate sempre pi\u00f9 diffuse e presenti, anche in Umbria, quella dell’immigrazione presenta aspetti assai complessi e problematici. La gran parte degli extracomunitari che arrivano in Italia non si trovano davanti – infatti – solo a problemi economici. Per loro \u00e8 sempre pi\u00f9 difficile essere accettati, integrarsi, iniziare una vita normale. La rete delle Caritas offre opportunit\u00e0 di prima accoglienza, per periodi di un mese o due, per garantire un iniziale punto di appoggio agli stranieri senza tetto e senza riferimenti. Cos\u00ec operano la Casa di accoglienza “Parrabbi” di Terni, quella di Todi, di Santa Maria degli Angeli, in Assisi, o la casa Santa Croce di Citt\u00e0 di Castello, con la vicina mensa dei poveri aperta quattro giorni la settimana a tutti. Proprio come la mensa di San Valentino, sempre a Terni, o quella della Misericordia a Spoleto. In altri casi, gli extracomunitari vengono affiancati nella ricerca di un alloggio stabile o di un lavoro. L’esempio \u00e8 quello della Caritas diocesana e del Centro immigrati di Foligno, che tra gli aiuti concreti agli immigrati offrono anche corsi di lingua italiana. Fra le categorie deboli cui le Caritas si dedicano con particolare attenzione ci sono le donne in difficolt\u00e0: ragazze-madri, giovani italiane ma soprattutto straniere uscite da storie di sfruttamento sessuale, di separazione coniugale, di problemi economici. Spesso c’\u00e8 anche l’esigenza di manterle nell’anonimato, in luoghi dove possano ritrovare la serenit\u00e0 perduta e sentirsi accolte in una grande famiglia. Accoglienza che significa attenzione a ridare dignit\u00e0 ad una identit\u00e0 discriminata, indifesa di fronte alle violenze e allo sfruttamento. Ma anche aiuto nella scelta di portare avanti una gravidanza inattesa e una maternit\u00e0 responsabile. In questa direzione va, in particolare, il lavoro nella Casa Firmina di Terni, quello della diocesi di Orvieto-Todi e della Casa di accoglienza della Caritas tuderte, come anche l’opera delle suore di San Vincenzo nel centro storico di Perugia e l’attivit\u00e0 del centro San Sabino di Spoleto. In tutti questi luoghi c’\u00e8 sempre grande movimento, grazie ai tanti bambini che riscoprono insieme alle loro mamme la vera gioia di vivere. Non sempre, per\u00f2, i pi\u00f9 piccoli possono rimanere nelle loro famiglie o accanto a uno dei genitori. Spesso l’infanzia \u00e8 violata, abbandonata, rifiutata. E allora, la rete delle Caritas diocesane cerca la soluzione migliore per bambini e ragazzi. L’essere dalla parte dei pi\u00f9 indifesi, in questo caso, significa promuovere l’affidamento dei minori presso famiglie disponibili ad accoglierli con spirito di gratuit\u00e0 e senza alcuna pretesa, per camminare insieme ai bambini per il periodo strettamente necessario alla soluzione di problemi personali e familiari. Si parla oggi dell’aumento delle povert\u00e0 immateriali, non economiche, che colpiscono in misura crescente soprattutto le giovani generazioni. Un disagio che nasce in particolare dalla mancanza di valori interiori o dalla malattia psichica. Di fronte a storie di sbandamento, il percorso \u00e9 difficile e duro. Spesso passa attraverso l’impegno nel lavoro, quello artigianale nelle sue varie forme, o quello agricolo, per riscoprire un sano contatto con la terra e con la natura. E’ il caso del centro che a Foligno ospita la delegazione della Caritas regionale, che cresce pian piano grazie al lavoro degli stessi ospiti della casa. O del vecchio rustico contadino di Eggi, a Spoleto, dove alle marginalit\u00e0 si risponde con il ritorno alle tradizioni rurali e alla genuinit\u00e0 della natura. O ancora con le cooperativa “Solco” di Terni e le due iniziative artigianali di Gubbio. Andare incontro alle necessit\u00e0 dell’universo giovanile significa, invece, fornire un serio orientamento ai dipendenti da ogni tipo di droga, verso strutture adatte a un recupero mirato. O accogliere carcerati che possono scontare la loro pena agli arresti domiciliari o in affidamento nelle strutture della Caritas, come accade nella casa di Monte Morcino a Perugia o nella stessa sede della Caritas regionale a Foligno. Il primo passo sulla strada di una nuova integrazione nella societ\u00e0 e nel mondo del lavoro. Infine anziani, malati e disabili. Non bastano strutture belle e funzionali, anche se sono molto importanti. E’ necessario valorizzare sempre di pi\u00f9 l’impegno e la presenza dei giovani accanto a chi soffre, a chi sta arrivando al tramonto della propria vit\u00e0 o a chi cammina con un ritmo diverso da quello delle persone normali. Esempi di questi interventi sono il villaggio Santa Caterina di Solfagnano, a Perugia, e il centro delle Figlie del Beato Bonilli a Spoleto. Tante strutture – quelle della Caritas dell’Umbria – con finalit\u00e0, percorsi e risposte diverse fra loro. Realt\u00e0 accomunate, per\u00f2, dal voler essere un segno di come i cristiani dovrebbero aprirsi all’accoglienza e all’aiuto verso il prossimo, specie verso i pi\u00f9 poveri e deboli, nella normalit\u00e0 della vita di tutti i giorni.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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