{"id":20398,"date":"2013-11-07T16:56:23","date_gmt":"2013-11-07T14:56:23","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=20398"},"modified":"2015-06-15T10:31:46","modified_gmt":"2015-06-15T08:31:46","slug":"metti-vangelo-22","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/metti-vangelo-22\/","title":{"rendered":"Dio \u00e8 Dio di persone viventi"},"content":{"rendered":"
La liturgia di oggi ruota attorno al tema risurrezione. Tema assolutamente centrale alla fede cristiana: Cristo \u00e8 risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti (1Cor<\/em> 15,20). Anche le due recenti celebrazioni, di Tutti i santi e dei fedeli defunti, ce lo rendono familiare. La prima lettura riferisce un episodio conosciuto generalmente con il titolo \u201cLa madre dei fratelli Maccabei\u201d. Accadde un paio di secoli prima dell\u2019altro, che ascolteremo dalla pagina evangelica. Il Secondo libro dei Maccabei<\/em>, da cui la lettura \u00e8 tratta, narra episodi delle pesanti persecuzioni greche contro gli ebrei.<\/p>\n I greci, che in quel momento dominavano il paese, avevano deciso di adottare una politica di assimilazione culturale. Ci\u00f2 comportava anche l\u2019accettazione dei culti pagani da parte dei giudei. Siccome l\u2019offerta culturale dei greci era allentante, una parte della popolazione giudaica ader\u00ec al nuovo corso e si adegu\u00f2; ma la parte pi\u00f9 sana resistette, andando incontro a ritorsioni: perdita del lavoro, confisca dei beni, schiavit\u00f9 e anche tortura e morte. L\u2019episodio in parola, che il narratore biblico assume come fatto emblematico della resistenza giudaica, si colloca in questo contesto storico. Colpisce il motivo di fondo che sostenne la resistenza di questa famiglia, composta da una madre e sette figli: la certezza della risurrezione. Particolarmente chiara fu la testimonianza del secondo fratello, che prima di spirare grid\u00f2 in faccia al boia: \u201cDopo la nostra morte, il Re dell\u2019universo\u2026 ci risusciter\u00e0 a vita nuova ed eterna\u201d.<\/p>\n Il terzo fu ancora pi\u00f9 concreto, gli grid\u00f2 che quelle sue membra, che lui stava straziando, le aveva ricevute da Dio e da Lui sperava di riaverle. Cos\u00ec tutti gli altri, inclusa la madre. Memorie di questi fatti circolavano ancora ai tempi di Ges\u00f9, soprattutto fra i resistenti alla dominazione romana. Non tutti per\u00f2 lo erano; n\u00e9 tutti erano credenti nella risurrezione. Tra essi si distinguevano i sadducei, politicamente legati ai romani, religiosamente \u201cliberali\u201d e soprattutto interessati agli affari. A differenza dei farisei, che accettavano come Parola di Dio l\u2019intera Bibbia ebraica, i sadducei riconoscevano solo la Torah<\/em>, ossia i primi cinque libri di Mos\u00e8. E siccome non vi trovavano scritta esplicitamente la parola \u201crisurrezione\u201d, sostenevano che non c\u2019\u00e8 risurrezione.<\/p>\n Su questo argomento i due gruppi, farisei e sadducei, erano in polemica aperta tra loro. E dato che quando si \u00e8 in polemica ognuno cerca appoggi dove pu\u00f2, un gruppetto di sadducei si avvicin\u00f2 a Ges\u00f9 e gli espose il fatterello immaginario dei sette fratelli, mariti di un\u2019unica moglie. Favoleggiarono dunque di sette fratelli, non precisamente fortunati, i quali morirono uno dopo l\u2019altro prima della donna che ciascuno aveva dovuto sposare, in obbedienza a un precetto mosaico.<\/p>\n Domanda: alla risurrezione, di chi sar\u00e0 moglie questa signora, visto tutti e sette l\u2019hanno avuta in moglie? Alle nostre orecchie la cosa appare un po\u2019 da ridere; non cos\u00ec per la loro mentalit\u00e0; nelle scuole rabbiniche infatti si usava costruire esempi estremi, allo scopo di mettere alla prova l\u2019acribia dell\u2019in- terlocutore e conoscerne il pensiero. Del resto, il precetto mosaico, che imponeva di sposare la vedova del proprio fratello nel caso questi non fosse riuscito ad avere prole, rispondeva a un concetto di famiglia che riteneva la sua stabilit\u00e0 nel tempo come valore superiore alla monogamia.<\/p>\n La risposta di Ges\u00f9<\/strong>, riferita dai tre Vangeli sinottici pressoch\u00e9 negli stessi termini, va ben al di l\u00e0 del problemino presentato dai sadducei, che in fondo avevano richiesto solo un parere giuridico. Ges\u00f9, che porta il discorso su un piano molto pi\u00f9 alto, cos\u00ec argomenta: nella presente realt\u00e0 storica, un uomo sposa una donna per moltiplicare le generazioni e vedere la propria vita continuata nei figli. Nel mondo a venire invece, che \u00e8 il \u201cluogo\u201d di quelli che Dio ha ritenuti degni della vita eterna, non c\u2019\u00e8 bisogno di ammogliarsi o di maritarsi, perch\u00e9 non si pu\u00f2 pi\u00f9 morire. Poi allarga e approfondisce ulteriormente il discorso: poich\u00e9 essi sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Nel linguaggio del tempo, essere figli della risurrezione voleva dire appartenere al mondo dei risorti. Chi \u00e8 risorto per la potenza dello Spirito di Dio, non pu\u00f2 pi\u00f9 morire, a somiglianza del Cristo. Ed \u00e8 figlio di Dio perch\u00e9 Dio lo ha adottato, comunicandogli la sua Vita divina. Inoltre Ges\u00f9 smonta anche l\u2019affermazione secondo cui la Torah<\/em> non parlerebbe di risurrezione. Nel libro dell\u2019Esodo<\/em> infatti si dice che il Signore \u00e8 il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: i padri di Israele. Essi non sono morti, ma viventi in Dio e nel cuore del popolo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La liturgia di oggi ruota attorno al tema risurrezione. Tema assolutamente centrale alla fede cristiana: Cristo \u00e8 risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti (1Cor 15,20). 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