Chris Potter<\/strong>, che in pochi anni e con pochi mezzi \u00e8 diventato, con Umbria Jazz ed Eurochocolate, una delle pi\u00f9 importanti vetrine di promozione di Perugia. Sulla sua importanza tutti si sono trovati daccordo: la citt\u00e0 \u00e8 diventata infatti una sorta di capitale mondiale del giornalismo. Nell\u2019ultima edizione, nell\u2019aprile scorso, relatori e speaker sono stati 500, con 200 volontari (tanti gli stranieri) che hanno collaborato all\u2019organizzazione delle iniziative. Invece per Ciccone e Potter, compagni nella vita e di quest\u2019avventura, non sono mancate le critiche. Sono stati accusati di troppo protagonismo e di una certa arroganza nel non volere capire che, in tempi di crisi, i soldi pubblici \u00e8 meglio destinarli per indispensabili servizi ai cittadini. Opinioni diverse in un\u2019animata discussione che comunque ha avuto il merito di fare chiarezza sull\u2019ammontare e sulle modalit\u00e0 di erogazione dei contributi pubblici al Festival. L\u2019 ultimo \u00e8 costato circa 400 mila euro: il 75% della somma proveniva da sponsor privati e solo il 25% (100 mila euro) dalle istituzioni locali. Soldi dei cittadini spesi male? Probabilmente no, se raffrontati con i costi delle trasferte delle affollate delegazioni di funzionari pubblici, amministratori locali e politici in giro per il mondo a \u201cpromuovere\u201d l\u2019Umbria. Mentre nei giorni del Festival sono direttori, opinionisti, inviati, studiosi e tanti giovani di tutto il mondo che vengono a scoprire le citt\u00e0 d\u2019arte, i paesaggi e le tradizioni della nostra regione. Agli organizzatori della manifestazione va poi riconosciuto il merito di avere provocato un dibattito su questioni importanti (\u201cCon la cultura non si mangia\u201d diceva, sbagliando, un nostro ministro) e di avere aperto i cassetti dove spesso restano chiuse le carte con le cifre di sponsorizzazioni e contributi pubblici concordati e decisi nelle stanze e nei corridoi della politica.<\/p>\nAltri eventi\u00a0<\/strong><\/p>\nIntanto, un altro colpo alla vita culturale del territorio arriva da Magione. \u201cLa chiusura di Umbria Gospel Festival, gi\u00e0 Soul Christmas, \u00e8 una brutta notizia\u201d afferma il locale assessore alla Cultura, Giacomo Chiodini<\/strong>. Ma allora adesso \u201cRegione, enti locali e sponsor privati prendano un impegno ufficiale a salvare, rafforzandolo, Trasimeno Blues, che che rappresenta un fondamentale veicolo di promozione per i nostri borghi. Il lago, un territorio con circa un milione di presenze turistiche annuali, non pu\u00f2 rinunciare ai grandi eventi\u201d.<\/p>\nL\u2019origine della polemica e le reazioni<\/h3>\n
Ad aprire il dibattito sul futuro del Festival del giornalismo \u00e8 stato l\u2019annuncio del 17 ottobre: \u201cMentre il Festival cresce, richiamando una attenzione internazionale su Perugia, i sostegni vengono progressivamente tagliati\u201d dichiara Arianna Ciccone<\/strong>. I soldi pubblici – sottolinea, polemica – vengono dirottati verso altre manifestazioni. Meglio sospenderlo, almeno per un anno, poi si vedr\u00e0\u201d. Pochi giorni dopo, il 21 ottobre, Ciccone e Potter<\/strong> chiariscono la loro posizione in un incontro pubblico: \u201cIl festival vogliamo farlo, ma senza soldi pubblici. Viste le reazioni di cittadini di tutta Italia e di giornalisti di tutto il mondo, abbiamo deciso di fare una raccolta pubblica di fondi\u201d. Per non perdere pi\u00f9 tempo ad aspettare le risposte delle istituzioni, stanchi del loro \u201ctira e molla\u201d. Per la sede ci sono richieste da altre citt\u00e0, anche non italiane, ma Perugia – dicono – \u201cresta la nostra priorit\u00e0\u201d. Per un festival all\u2019altezza delle edizioni precedenti servono per\u00f2 almeno 600 mila euro.<\/p>\nDichiarazioni che sono oggetto di commenti e polemiche. Per Bruno Bracalente<\/strong>, presidente della Fondazione Perugia Capitale della cultura, \u201cil Festival deve fare ogni sforzo, insieme alle istituzioni, per continuare a svolgere la sua insostituibile funzione nel panorama culturale italiano\u201d.<\/p>\nMa non tutti sono d\u2019accordo. \u201cSe Perugia non sar\u00e0 scelta come Capitale della cultura europea, questo dipender\u00e0 dall\u2019immagine degradata dal punto di vista sociale, e non certo dalla cessazione del Festival del giornalismo\u201d replica il consigliere regionale di Fratelli d\u2019Italia Andrea Lignani Marchesani<\/strong>. Per Massimo Monni<\/strong> (Pdl) la richiesta di Ciccone \u201csuona come una sorta di ricatto in un momento di crisi economica\u201d. Anche da sinistra l\u2019assessore regionale Stefano Vinti<\/strong> (Rifondazione comunista) parla di \u201cposizioni abbastanza arroganti\u201d e si chiede se sia opportuno spendere per il Festival \u201crisorse pubbliche cos\u00ec ingenti\u201d.<\/p>\nLa replica di Regione e Comune di Perugia, direttamente chiamati in causa dagli organizzatori del Festival, arriva due giorni dopo in una conferenza stampa dei rispettivi assessori alla Cultura, Fabrizio Bracco e Andrea Cernicchi. Bracco<\/strong> dice che \u201cil sostegno della Regione c\u2019\u00e8 e c\u2019\u00e8 sempre stato. Prima ancora delle polemiche di questi giorni, la delibera per un contributo di 120.000 euro, 20.000 pi\u00f9 dell\u2019anno scorso, era pronta\u201d. Cernicchi<\/strong> sottolinea l\u2019impegno del Comune per sostenere la cultura \u201c365 giorni all\u2019anno\u201d aiutando per\u00f2 non solo le grandi manifestazioni, come il Festival del giornalismo, ma anche le piccole. Regione, Comune e altri enti pubblici – spiega Cernicchi – possono mettere insieme 200 mila euro. \u201cSe poi questi soldi non bastano, pi\u00f9 di questo la nostra terra non pu\u00f2 fare\u201d.<\/p>\nAlla fine, le promesse di Regione e Comune e le richieste di non fare morire la manifestazione giunte da tutto il mondo sembrano aver convinto gli organizzatori, che hanno annunciato un nuovo incontro pubblico per sabato 2 novembre<\/strong> (ore 11 all\u2019hotel Brufani) per aprire una raccolta di fondi per finanziare la manifestazione. \u201c\u00c8 la nostra nuova sfida – sono le loro parole – per riuscire a realizzare il Festival del 2014\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Il Festival del giornalismo dovrebbe tenersi anche il prossimo anno, ma l\u2019annuncio degli organizzatori – il 17 ottobre – di volerlo sospendere per problemi economici aveva aperto un dibattito non sempre sereno sulla manifestazione. 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