{"id":2025,"date":"2001-11-02T00:00:00","date_gmt":"2001-11-02T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=2025"},"modified":"2023-05-11T16:40:22","modified_gmt":"2023-05-11T14:40:22","slug":"sara-possibile-cacciare-nel-60-delle-superfici-agrosilvopastorali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sara-possibile-cacciare-nel-60-delle-superfici-agrosilvopastorali\/","title":{"rendered":"Sar\u00e0 possibile cacciare nel 60% delle superfici agrosilvopastorali"},"content":{"rendered":"
Ci sar\u00e0 un maggiore equilibrio tra tutela dell’ambiente e della fauna selvatica con l’esercizio dell’attivit\u00e0 venatoria oppure i cacciatori si preparano ad una rivincita nei confronti degli ambientalisti?<\/p>\n
Il disegno di legge, approvato dalla Giunta regionale per modificare la normativa in vigore, la legge 14 del 1994, se otterr\u00e0 il via libera dal Consiglio regionale, modificher\u00e0 profondamente la prossima stagione venatoria.<\/p>\n
Sar\u00e0 possibile cacciare nel 60 per cento (come minimo) delle superfici agrosilvopastorali dell’Umbria.<\/p>\n
L’assessore regionale alla Caccia, Gianpiero Bocci, ha spiegato in una conferenza stampa che con questo provvedimento, unito a quello approvato dalla Giunta due settimane fa – l’applicazione delle deroghe alla direttiva Cee per la conservazione degli uccelli selvatici ‘ ‘abbiamo ridisegnato l’intera intelaiatura normativa sulla caccia in Umbria: ridiamo al movimento venatorio qualcosa che nel tempo gli era stato sottratto’.<\/p>\n
In sostanza l’esecutivo umbro ha applicato una sentenza della Corte Costituzionale del 1997 che concede alle Province di considerare nella quota di territorio destinata a protezione della fauna anche le fasce di rispetto da case, strade, ferrovie, dove \u00e8 comunque vietata la caccia.<\/p>\n
Potranno rientrare in queste zone cacciabili anche ‘le oasi di protezione divenute inutili ‘ ha osservato Bocci ‘ e i terreni demaniali’. Insomma si preannuncia una rivoluzione incisiva e destinata ad aprire polemiche, considerato che il terreno protetto \u00e8 fissato alla percentuale massima del 25 per cento.<\/p>\n
Il caso ha voluto che mentre Bocci annunciava la ghiotta novit\u00e0, si registrava la notizia del confronto – promosso dalla commissione assetto del territorio del Consiglio regionale, presieduta da Edoardo Gobbini – tra ambientalisti, agricoltori e cacciatori sui parchi, a distanza di sei anni dalla loro istituzione. E i vari rappresentanti hanno ribadito le loro posizioni confermando la distanza dalle loro, praticamente inconciliabili. In sintesi, per gli ambientalisti i parchi sono troppo piccoli e non consentono politiche protezionistiche integrate, per gli agricoltori non ci sono risorse per puntare ad azioni di sviluppo.<\/p>\n
Secondo i cacciatori i divieti fanno solo crescere l’aggressivit\u00e0 di lupi, cinghiali e predatori danneggiando profondamente l’equilibrio dell’ambiente. Non basta, non c’\u00e8 accordo nemmeno sulle regole. Gli ambientalisti ritengono che i parchi non possano essere gestiti da chi non \u00e8 portatore di interessi naturalistici, come i rappresentanti degli enti locali e, quindi, dei partiti.<\/p>\n
I cacciatori chiedono una loro presenza pi\u00f9 diretta nella gestione dei parchi, mentre i coltivatori propongono un decentramento pi\u00f9 deciso di poteri e risorse da Regione e comuni.Ma torniamo al disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale.<\/p>\n
Accanto all’ampliamento del territorio cacciabile c’\u00e8 un’altra questione presa in considerazione. Riguarda la possibilit\u00e0 per i cacciatori che hanno scelto la caccia da appostamento fisso in forma esclusiva, di svolgere 10 giornate di caccia vagante o da appostamento fisso nell’intera stagione venatoria.<\/p>\n
‘In questo modo – ha detto l’assessore – si restituiscono opportunit\u00e0 di attivit\u00e0 venatoria per una categoria di cacciatori fortemente penalizzata dai vincoli che le norme impongono e dai limiti effettivi caratteristici di questa particolare forma di caccia’.<\/p>\n
Si potranno inoltre anche effettuare cinque giornate di caccia settimanali alla migratoria nei mesi di ottobre e novembre. E’ una norma gi\u00e0 inserita nella proposta di legge sulle deroghe alla direttiva Cee attualmente all’esame dell’assemblea regionale.<\/p>\n
In questo quadro c’\u00e8 spazio anche per regolare l’attivit\u00e0 della aziende faunistico-venatorie e agrituristico-venatorie. Con l’obiettivo di valorizzare quelli esistenti, evitando per\u00f2 la concentrazione in determinati comprensori.<\/p>\n
‘In generale la presenza degli istituti di gestione privata della caccia – ha spiegato Bocci – deve essere compatibile con la pianificazione faunistico-venatoria. Il provvedimento ‘ ha aggiunto ‘ consente alle Province di stabilire la densit\u00e0 per comprensorio o anche per comune di queste aziende’.<\/p>\n
Il limite massimo di ciascuna azienda faunistico-venatoria dovr\u00e0 essere comunque inferiore ai 300 ettari. Con il disegno di legge si completer\u00e0 il trasferimento delle funzioni amministrative alle Province per l’apertura della caccia di porzioni delle foreste demaniali, la regolamentazione delle zone di addestramento cani, l’autorizzazione dei centri di recupero di fauna selvatica, l’abilitazione venatoria, l’abilitazione e aggiornamento delle guardie volontarie venatorie e la determinazione annuale delle quote di ammissione che i cacciatori devono pagare per l’accesso agli Atc (Ambiti territoriali di caccia).<\/p>\n
L’assessore ha inoltre annunciato che prossimamente verr\u00e0 affrontata la legge sul risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica ed i regolamenti che disciplinano gli istituti privati (aziende faunistico-venatorie, agrituristico-venatorie e allevamenti di selvaggina).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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