{"id":1998,"date":"2001-09-21T00:00:00","date_gmt":"2001-09-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1998"},"modified":"2001-09-21T00:00:00","modified_gmt":"2001-09-21T00:00:00","slug":"bastia-una-citta-fortemente-attaccata-alle-sue-tradizioni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/bastia-una-citta-fortemente-attaccata-alle-sue-tradizioni\/","title":{"rendered":"Bastia: una citt\u00e0 fortemente attaccata alle sue tradizioni"},"content":{"rendered":"

Assorbe l’entusiasmo, l’estro giocoso e l’esuberanza creativa dell’intera citt\u00e0 la festa del patrono S. Michele Arcangelo, convogliando energie pi\u00f9 o meno giovani nel trionfo della fantasia e nell’agonismo dei rioni. E nasce da un contesto e da un significato essenzialmente e profondamente religioso, che, senza paradossi, si radica in una manifestazione artistica capace di unire una citt\u00e0, anche nelle sue passate generazioni. Proprio il senso forte di una riscoperta della comunit\u00e0 e di una sua pi\u00f9 salda coesione, di cui la festivit\u00e0 riesce a rendere partecipi, \u00e8 il valore sul quale il parroco, don Francesco Fongo, vuole invitare a riflettere. Don Francesco, qual \u00e8 il significato principale che va accostato alla festa? “La festa dei rioni \u00e8 la festa del Patrono e quindi della comunit\u00e0 cristiana e in modo specifico per Bastia, viene a costituirsi come uno tra gli appuntamenti pi\u00f9 importanti dell’anno, il maggiore per eccellenza, se si escludono le festivit\u00e0 liturgiche ordinarie. Sicuramente per la partecipazione e il vivace interesse, che stimola l’attenzione e la passione dei bastioli, ad investire la piazza nella loro numerosa presenza e a costituirsi, pur nella rivalit\u00e0 dei quattro rioni, come gruppo solidale di una citt\u00e0 fortemente attaccata alle sue tradizioni ed aperta, attraverso la volont\u00e0 di migliorarsi, verso molteplici possibilit\u00e0 future. Il valore che deve perci\u00f2 essere messo in primo piano \u00e8 quello della comunit\u00e0 e l’invito \u00e8 quello di intervenire, per sentirsi parte viva di una citt\u00e0 in fermento. Da un punto di vista pi\u00f9 organizzativo, la festa diventa rilevante perch\u00e9 oltretutto fa da cerniera tra l’ultimo anno pastorale, che si va concludendo con le celebrazioni settembrine del Sacramento di Prima Comunione e del Sacramento della Cresima, e la nuova programmazione dell’anno in corso. In questo senso diventa pregnante rilanciare le attivit\u00e0, la vita della parrocchia, in quel momento di aggregazione fortunato, che vede l’interesse della maggior parte della popolazioni”. Che cosa si chiede ai bastioli? “Il ripartire in questo momento specifico con la vitalit\u00e0 delle tante attivit\u00e0, con il rilancio dei gruppi, funge da pretesto per interrogarsi sulla qualit\u00e0 della propria fede, e di che cosa essa ha bisogno per una sua individuale maturazione e trovare risposte in quello che la comunit\u00e0 ci offre, canalizzandolo in una riflessione personale, per\u00f2 non abbandonata a se stessa. Vorrei veramente che la gente capisse la ricchezza della comunit\u00e0, il suo valore, e ne fosse consapevole. Oggi c’\u00e8 un bisogno indispensabile di fermarsi a pensare sul significato della propria esistenza. Se prendiamo gli avvenimenti degli ultimi giorni, ci si accorge come la tragedia americana, questa tragedia collettiva, ha fermato nel silenzio un’umanit\u00e0 che correva verso il baratro del nulla, rapidamente verso la morte e nel non senso del suo frenetico fare. E brutalmente ci ha posto di fronte alla essenzialit\u00e0 della vita”. Come si pone in questo senso la festa di S. Michele Arcangelo? “La festa del Patrono ci immette in questa dimensione, rivalutando la Comunit\u00e0 cristiana come un punto di riferimento morale e spirituale e il vettore privilegiato verso il rapporto con l’Assoluto, di cui l’uomo ha bisogno. Per sollevare anche i pensieri di chi non \u00e8 credente. In questo contesto deve essere di stimolo alla citt\u00e0, perch\u00e9 possa acquistare un volto umano nel confronto tra le varie forze, nell’accoglienza di chi ancora non ne fa parte, nella distribuzione dei beni. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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