{"id":1990,"date":"2001-09-21T00:00:00","date_gmt":"2001-09-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1990"},"modified":"2001-09-21T00:00:00","modified_gmt":"2001-09-21T00:00:00","slug":"e-possibile-ancora-credere-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/e-possibile-ancora-credere-2\/","title":{"rendered":"E’ possibile ancora credere?"},"content":{"rendered":"
C’era attesa a Terni per la presentazione del libro del Vescovo Mons. Vincenzo Paglia. Lo ha evidenziato l’alto numero di persone , circa 200, che luned\u00ec 17, all’hotel Michelangelo si sono recate ad ascoltare i relatori che hanno presentato Lettera ad un amico che non crede, scritto da Vincenzo Paglia per la Rizzoli, nel novembre 1998. Tra le tante persone non mancavano onorevoli, sindaci, presidenti, autorit\u00e0 militari, insomma “i notabili”. L’Istes non poteva cominciare il nuovo anno di attivit\u00e0 culturali in maniera pi\u00f9 centrata. E’ stata questa l’occasione per porsi l’interrogativo : ” E’ possibile ancora credere?” Quell’ancora ha catturato tutta l’attenzione dei tre relatori che rispondono ai nomi di Pietro Scoppola, professore universitario e storico, Dario Antiseri, anche lui professore universitario e filosofo, Walter Veltroni, sindaco di Roma e dello stesso autore del libro, Vincenzo Paglia. Pietro Scoppola ha dapprima esposto come \u00e8 nato il libro, che \u00e8 una risposta ad un precedente libro di Arrigo Levi il quale appunto aveva trattato delle due fedi, quella laica e quella religiosa, mostrando come tutte e due potessero incontrarsi in una comune passione per l’uomo tanto da giungere a dire: “non sono sicuro che vi sia una grande differenza tra fede laica e fede religiosa, tra fede in Dio e fede nell’uomo”. L’importante \u00e8 che le fedi, \u00e8 sempre il pensiero di Levi, frutto della storia dell’uomo, trovino la forza di collaborare e dialogare oppure contribuiranno ad approfondire i contrasti e a favorire i conflitti. Come non porsi allora, ed \u00e8 stato il tema conduttore dell’argomentare di Scoppola, l’interrogativo se oggi, dopo l’abbattimento terroristico delle torri gemelle a New Jork, le fedi, in particolare quella islamica, non costituiscano il pi\u00f9 grave impedimento alla pace per il loro dogmatismo che non ammette il dubbio cio\u00e8 la possibilit\u00e0 stessa della diversit\u00e0? All’interrogativo Scoppola ha dato la risposta che anche se nelle diverse fedi ci sono gli integristi, l’integrismo non appartiene alla natura delle fedi ed \u00e8 per questo che l’occidente, che oggi si sente minacciato, non deve incorrere nella tentazione di una guerra contro la fede islamica distinguendo la lotta contro il terrorismo dalla guerra contro l’islam. Dell’intervento di Antiseri, come sempre documentato e preciso, ci piace ricordare quanto ha detto a proposito della supponenza della ragione cosiddetta laica e come essa stessa possa diventare fonte di fanatismo, come la storia abbondantemente dimostra, allorch\u00e8 si pone come detentrice di verit\u00e0. Molto sociologico e saggio l’argomentare di Veltroni che ha messo in luce soprattutto la necessit\u00e0 del dialogo tra le culture. Tema, quest’ultimo, ripreso da mons. Paglia che ha evidenziato come gi\u00e0 le diverse religioni si incontrano, stanno insieme e si confrontano in tante circostanze, come \u00e8 avvenuto all’inizio di questo mese nelle giornate di Lisbona. E’ possibile questo quando le diverse esperienze religiose sono capaci di porsi sul piano del confronto delle specifiche soggettivit\u00e0, del come cio\u00e8 ciascuno riesce a vivere la propria fede, di quali difficolt\u00e0 trova e di quali gioie \u00e8 portatore, di quali effetti pu\u00f2 essere promotore, evitando di porsi come giudici della verit\u00e0 dell’altro. Il bisogno di dialogo \u00e8 stato riaffermato alla fine con la proposta di un grande incontro tra le diverse componenti cittadine per riflettere tutti insieme sul momento presente gravido di tante incognite. L’incontro \u00e8 stato sicuramente un momento sociologicamente importante per la citt\u00e0 in cui \u00e8 stata alimentata la fiammella della comunione tra le diverse esperienze umane. Merita per\u00f2 che l’interrogativo: “E’ possibile credere?” venga ripreso nel suo valore teoretico al di l\u00e0 delle pressioni emotive, pur giuste, del momento. Siamo convinti che la risposta data sul piano teoretico possa essere essa il pi\u00f9 grande contributo alla comprensione delle varie scelte culturali che possiamo fare.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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